lunedì 30 luglio 2018

Il tempo è eternità - Shakespeare

Il tempo è molto lento per coloro
che aspettano, molto veloce per
coloro che hanno paura, molto
lungo per chi si lamenta, molto
breve per quelli che festeggiano,
ma per tutti quelli che amano,
il tempo è eternità.

- William Shakespeare -


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sabato 21 luglio 2018

Sonnambuli - Kafka

Gli uomini diventano cattivi
e colpevoli perché parlano
e agiscono senza figurarsi l’effetto delle loro parole
e delle loro azioni.
Sono sonnambuli,
non malvagi.


F. Kafka



https://poetyca.wordpress.com/2018/07/20/sonnambuli-sleepwalkers-kafka/

venerdì 20 luglio 2018

Nessuno è uno schiavo - Osho

Nessuno nasce per qualcun altro e nessuno esiste per realizzare gli ideali di qualcun altro. Tu sei padrone del tuo stesso amore e puoi darne quanto ne vuoi, ma non puoi pretenderlo da un'altra persona, perché nessuno è uno schiavo.

Osho



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mercoledì 4 luglio 2018

Prove terribili e crudeli - Pellegrino Russo

Mi addormentai e sognai di camminare lungo la strada, leggendo i capitoli della Filocalia scritti da Antonio il Grande. All'improvviso il mio starec mi raggiunse e disse: «Non leggere queste pagine, ma queste altre!». E mi indicò, nel capitolo 35 di Giovanni Carpazio, le seguenti parole: «A volte il maestro è disonorato e tentato a causa dei suoi discepoli spirituali». Mi indicò anche le parole del capitolo 41 che dicono: «Proprio quelli che con più ardore si dedicano alla preghiera sono sottoposti a prove terribili e crudeli». Poi lo starec mi esortò: «Sii saldo nello spirito e non avvilirti! Ricorda quel che ha detto l’Apostolo: Lo spirito di Dio che è in voi è più forte dello spirito diabolico che sta nel mondo. Adesso tu sai per esperienza diretta che nessuna prova supera le forze dell’uomo e che ...insieme con la tentazione Dio darà anche la forza per poterla superare.


Racconti di un pellegrino russo, p 147

e io ne fossi stato soltanto spettatore - Pellegrino Russo

Ripresi allora il mio cammino, ringraziando Dio per avermi concesso di soffrire a causa del suo Nome. Questo mi confortò, infiammando ancor più l’incessante preghiera del i cuore. Tutti questi avvenimenti non mi avevano affatto amareggiato; era come se fossero capitati a qualcun altro e io ne fossi stato soltanto spettatore. Persino le frustate avevo avuto la forza di sopportare! La preghiera riempiva di gioia il mio cuore e mi rendeva insensibile a tutto il resto.

Racconti di un pellegrino russo, p 146

Quando l’anima si santifica, lo stesso avviene anche del corpo - Pellegrino Russo

— Voi non avete un'istruzione superiore, tuttavia certamente avrete studiato da bambino la Storia Sacra dell'Antico e del Nuovo Testamento pubblicata in forma breve, con domande e risposte, ad uso delle scuole. Ricorderete che quando Adamo, il primo uomo, viveva ancora nella condizione di santa innocenza, tutti gli animali e le fiere gli obbedivano, si avvicinavano a lui con timore e ne ricevevano un nome. Lo starec cui apparteneva questo rosario era un santo. Ebbene, che cos'è la santità se non il ristabilimento, per mezzo di imprese ascetiche, della condizione di innocenza del primo uomo nell’uomo peccatore? Quando l’anima si santifica, lo stesso avviene anche del corpo. Questo rosario è stato a lungo tra le mani di un santo; di conseguenza, grazie al contatto delle mani e al sudore, si è impregnato di una forza santa, la forza della condizione di innocenza del primo uomo. Ecco il mistero della natura spirituale. Gli animali sentono ancora oggi coi loro sensi questa forza, la sentono con l’olfatto, poiché il naso è per gli animali e le fiere l’organo sensoriale più importante. Ecco il mistero della natura sensibile...


 Racconti di un pellegrino russo, p 138

sorveglianza della mente e purezza del cuore - Pellegrino Russo

All’udire queste cose, provavo compassione per lui e pensavo tra me: «Dicono che solo le persone istruite e intelligenti diventino liberi pensatori e non credano in niente. E invece, guarda che idee da miscredenti si fanno venire in mente anche i semplici contadini, nostri fratelli! È evidente che il mondo delle tenebre può aver accesso a tutti, e anzi sulla gente semplice forse fa presa anche più facilmente. Occorre, per quanto possibile, divenire saggi e fortificarsi con la Parola divina contro il Nemico dell’anima!». E così, cercando di aiutare secondo le mie forze questo fratello e sostenerlo nella fede, estrassi dalla bisaccia la Filocalia, cercai il capitolo 109 del beato Esichio, glielo lessi e cominciai a spiegargli che astenersi dal peccato soltanto per timore dei tormenti è cosa vana e infruttuosa; l’anima, infatti, può liberarsi dai peccati commessi per molti anni solo attraverso la sorveglianza della mente e la purezza del cuore. E aggiunsi:
— Tutto questo si ottiene con la preghiera interiore, e non solo per timore dei tormenti infernali. E se qualcuno compie opere salvifiche solo per desiderio del Regno dei cieli, persino questo i santi Padri considerano opera da mercenario. Essi dicono che il timore dei tormenti è la via dello schiavo, mentre il desiderio di una ricompensa nel Regno è la via del mercenario. Dio vuole invece che noi andiamo a lui come figli, cioè per amore e riconoscenza; Dio vuole che ci comportiamo onestamente e ci dilettiamo dell’unione salvifica con lui nell'anima e nel cuore. Per quanto tu voglia mortificarti, per quanto grandi siano le fatiche e le privazioni alle quali ti sottometti, se non avrai sempre Dio nella mente e l’incessante Preghiera di Gesù nel cuore, non sarai mai libero da questi pensieri maligni e il peccato ti insidierà in ogni circostanza. Poniti subito, fratello, a recitare incessantemente la Preghiera di Gesù. Ti sarà facile in questa solitudine e ne avrai presto giovamento: non sarai più assalito da pensieri empi, ti si riveleranno la fede e l’amore per Gesù Cristo, saprai come risorgeranno i morti e il Giudizio universale ti apparirà nella sua vera natura. E sentirai nel cuore una tale gioia e benessere dalla preghiera che adesso non puoi neppure immaginare, e nella tua vita tutta protesa alla salvezza non conoscerai più noia né turbamento.


Racconti di un pellegrino russo, pp 130-131

Sono divenuto una specie di folle - Pellegrino Russo

Così fino ad oggi sono sempre in cammino e ripeto incessantemente la Preghiera di Gesù, la cosa più preziosa e dolce che esista per me al mondo. A volte percorro in un solo giorno settanta e più verste senza neppure accorgermi di camminare, tutto concentrato sulla mia preghiera. Quando soffro per il freddo pungente, comincio a recitare più velocemente la preghiera e subito mi riscaldo. Se la fame mi assale, invoco più spesso il Nome di Gesù Cristo e dimentico di aver voglia di mangiare. Quando mi sento male, mi duole la schiena e le gambe, se mi concentro maggiormente sulla preghiera non sento più il dolore. Succede anche che qualcuno mi offenda o mi picchi, ma subito rammento quanto è dolce la Preghiera di Gesù e l’offesa e l’ira scompaiono, senza che me ne ricordi più. Sono divenuto una specie di folle, non ho più preoccupazioni né affanni. Non degnerei di un solo sguardo tutte le vanità del mondo e vorrei vivere sempre in solitudine. Soltanto, per l'abitudine, un unico desiderio mi anima: quello di pregare incessantemente; e quando prego sono molto felice. Dio solo sa che cosa avviene in me! Naturalmente so che tutto questo deriva dai sensi ed è, come diceva il mio defunto starec, un fatto naturale e prodotto dall'esercizio. Ma non ho ancora l’ardire di dedicarmi allo studio della preghiera spirituale nell’intimo del mio cuore, mi sento troppo ottuso e indegno. Perciò attendo l’ora stabilita dalla volontà di Dio, confidando nelle preghiere del mio defunto starec.
Pertanto, anche se non ho ancora raggiunto la spontanea e incessante preghiera del cuore, ho finalmente compreso, grazie a Dio, che cosa significhino le parole dell’Apostolo: pregate incessantemente.


Racconti di un pellegrino russo, p 115

A muoverti guerra è il mondo delle tenebre - Pellegrino Russo

Per una settimana mi dedicai assiduamente, nella solitudine del mio orto, allo studio della preghiera incessante, secondo le indicazioni dello starec. Inizialmente tutto andò bene, ma presto cominciai a sentire una grande spossatezza, e pigrizia e noia. Avevo sempre sonno ed ero assalito da pensieri di ogni genere.
Rattristato, mi recai dallo starec e gli raccontai quel che mi stava succedendo. Egli mi accolse amorevolmente e mi disse:
- Amato fratello, a muoverti guerra è il mondo delle tenebre, poiché esso rifugge, più di ogni altra cosa in noi, la preghiera del cuore, e quindi si sforza di ostacolarti in ogni modo per non farti applicare allo studio di questa preghiera. Ricorda però che anche il nemico agisce per volontà o permissione di Dio e soltanto per quel che ci è necessario. Evidentemente occorre che tu sia ancora messo alla prova per giungere all’umiltà. Non è ancora tempo che il tuo smisurato ardore ti conduca alla sublime soglia del cuore, e questo affinché tu non cada nella bramosia spirituale. Ti leggerò, a questo proposito, un insegnamento della Fy/ocalia.
Lo starec cercò un trattato del beato Niceforo il Monaco e iniziò a leggere: «Se, pur avendo tentato, non riesci ad entrare nel paese del cuore così come ti ho spiegato, fai ciò che ti dirò adesso e con l’aiuto di Dio troverai quel che cerchi. Tu sai che ogni uomo ha nella laringe la facoltà di articolare la parola. Serviti dunque di tale facoltà e allontana da te ogni pensiero (è possibile, se lo vuoi), ripetendo incessantemente queste parole: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me. E imponiti di pronunciarle sempre. Se riuscirai a perseverare per qualche tempo in questa preghiera, la soglia del cuore sarà infallibilmente aperta per te, come ci insegna la nostra esperienza».


 Racconti di un pellegrino russo, pp 109-110

Preghiera del Cuore - Pellegrino Russo

Entrammo nella sua cella e lo starec cominciò a spiegarmi:
- L’incessante preghiera interiore di Gesù è l’invocazione costante e ininterrotta del Divino Nome di Gesù Cristo, fatta con il cuore e la mente nella consapevolezza della sua continua presenza e nell’implorazione della sua misericordia, in ogni nostra attività, in ogni luogo e in ogni momento, persino nel sonno... Essa si esprime con le parole: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me. E chi praticherà questa invocazione proverà una grande consolazione e la ripeterà sempre, e non potrà più vivere senza tale preghiera, che presto sgorgherà da sola. E adesso, hai compreso infine che cos’è la preghiera incessante?

[..]

Lo starec aprì la Filocalia, cercò il trattato di san Simeone il Nuovo Teologo e prese a leggere: «Siedi in silenzio e solitudine. China il capo. Chiudi gli occhi. Respira piano. Scruta con l'immaginazione nel profondo del cuore. Conduci la mente, cioè il pensiero, dalla testa al cuore. Ad ogni respiro, di’ piano con le labbra o solo con la mente: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me”... Sforzati di allontanare tutti i pensieri. Sii sereno e paziente, e ripeti spesso questo esercizio».


Racconti di un pellegrino russo, pp 107-108

Tutte le virtù nascono proprio dalla preghiera - Pellegrino Russo

Sono molti quelli che parlano della preghiera in modo del tutto aberrante, ritenendola frutto di una buona preparazione e di opere ascetiche, senza comprendere che, al contrario, tutte le virtù e le buone opere nascono proprio dalla preghiera, come tu stesso hai udito in vari sermoni; costoro proibiscono di accostarsi direttamente alla preghiera, ingiungendo invece di prepararsi con l’ascesi delle virtù e la vittoria sulle passioni per esser degni di essa.
In questo modo, essi vedono erroneamente nei frutti e nelle conseguenze della preghiera i mezzi e gli strumenti con i quali giungere ad essa, e con ciò annullano la forza stessa della preghiera. Ciò, inoltre, è del tutto contrario alla Sacra Scrittura; l’apostolo Paolo ci ha infatti istruiti sulla preghiera con | queste parole: Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini. La prima indicazione contenuta in questo insegnamento dell’Apostolo sulla preghiera è quindi di porre la preghiera al di sopra di ogni altra cosa. Raccomando, prima di tutto, che si facciano preghiere. Molte sono le opere buone che si richiedono al cristiano, ma l’opera della preghiera deve venire prima di ogni altra, perché nessun’opera buona può essere fatta senza di essa...


Racconti di un pellegrino russo, p 105

lunedì 2 luglio 2018

Mangiare carne o no? Motivo della quaresima - Gurdjieff

* Da Racconti di Belzebuth a suo nipote di G. I. Gurdjieff *

La famosa disputa tra il grande Khertunano e Veghendiadi era sorta in queste circostanze.
Il filosofo Veghendiadi, a quanto sembra, aveva passato due intere giornate a sostenere e a dimostrare l'assoluta necessità di rendere noto a tutti i seguaci dell'insegnamento di Gesù Cristo che uccidere gli animali per mangiarne la carne è un peccato gravissimo, tanto più che nutrirsi di carne è molto nocivo alla salute, e così via.
Dopo il filosofo Veghendiadi, parecchi altri rappresentanti erano saliti sul podio e si erano pronunciati pro o contro le sue affermazioni.
Infine, diceva il manoscritto, aveva preso la parola il grande Khertunano che, salito sul podio con passo lento e dignitoso, si era espresso nel suo tipico modo chiaro e pacato.
In base al testo del manoscritto egli aveva parlato così:
`Concordo in pieno con le prove riportate e gli argomenti sostenuti dal nostro fratello in Cristo, il filosofo Veghendiadi. Da parte mia voglio semplicemente aggiungere al suo discorso che stroncare altre vite al solo fine di riempirsi la pancia è una mostruosa infamia di cui nessuna creatura, salvo l'uomo, è capace di macchiarsi. Se non avessi studiato anch'io per molti anni la questione raggiungendo conclusioni totalmente diverse, dopo tutto ciò che ha detto qui il nostro fratello in Cristo Veghendiadi non esiterei un istante a spingere e a sollecitare ciascuno di voi ad affrettare il ritorno alle vostre dimore, senza por tempo in mezzo e senza nemmeno voltarvi indietro, e a gridare nelle pubbliche piazze:
"Basta, uomini, basta! Smettete di mangiare carne! La vostra abitudine non solo è contraria a tutti i comandamenti di Dio, ma è persino all'origine di tutte le vostre malattie".
Invece, come vedete, non lo faccio. E non lo faccio per il semplice motivo che le mie lunghe e perseveranti ricerche su questi argomenti mi hanno condotto, come ho detto poc'anzi, a conclusioni totalmente diverse.
Per ora mi limiterò a dirvi questo: sulla Terra non succederà mai che tutti professino la stessa religione, e quindi oltre alla nostra religione cristiana ne esisteranno sempre delle altre. E non è possibile avere alcuna certezza che i seguaci delle altre religioni si astengano dal mangiar carne.
Orbene, se non possiamo avere alcuna certezza che prima o poi tutti gli uomini della Terra si asterranno dal consumo di carne, dobbiamo prendere misure pratiche ben diverse perché, secondo i risultati delle mie indagini sperimentali, se una parte dell'umanità mangia carne e l'altra no, la parte che non la consuma subirà il peggiore dei mali. E precisamente, a quanto hanno dimostrato le mie accurate ricerche, in coloro che, pur vivendo tra quelli che mangiano carne, se ne astengono, si arresta la formazione di ciò che chiamiamo "forza di volontà".
Dai miei esperimenti ho anche avuto le prove che la salute fisica di chi non mangia carne migliora, ma che, nel trovarsi a contatto con chi ne consuma, chi se ne astiene subisce fatalmente un peggioramento del proprio stato psichico, anche se lo stato dell'organismo tende a migliorare.
Perciò, chi non mangia carne può ricavarne gran giovamento solo se vive sempre totalmente isolato da quelli che la consumano.
Per quanto riguarda invece i consumatori abituali di carne o dei prodotti contenenti la sostanza chiamata "eknokh",(materiali di rifiuto degli organismi viventi = tossine) anche se in apparenza lo stato del loro organismo non subisce variazioni, il loro psichismo – e specialmente il tratto psichico principale talvolta chiamato genericamente "carattere" – subisce man mano un peggioramento nelle sue qualità positive e morali fino a diventare totalmente irriconoscibile.
E doveroso da parte mia riconoscere che tutte queste deduzioni sono il frutto di esperimenti realizzati per molti anni grazie all'aiuto di due buoni filantropi, e cioè grazie al facoltoso allevatore di greggi Allah-Ek-Linokha e al suo denaro, e grazie al sapiente da tutti noi onorato El-Kuna-Nassa e al mirabile apparecchio "arostodossokh" di sua invenzione Quest'apparecchio davvero straordinario mi ha permesso di registrare ogni giorno per molti anni lo stato generale dell'organismo di migliaia di persone che vivevano sotto controllo sperimentale a spese del bravo allevatore Allah-Ek-Linokha.
Possa il nostro Creatore moltiplicare le sue greggi!
Insomma, le mie ricerche sperimentali hanno chiaramente provato che se gli uomini continuano a mangiar carne dovranno sopportarne gravi conseguenze, e che d'altra parte se solo alcuni se ne astengono, non ne verrà parimenti alcun bene. Perciò mi sono interamente dedicato a riflettere su questo problema: è possibile, malgrado tutto, fare qualcosa per il benessere della maggioranza degli uomini?
Per cominciare ho raggiunto due certezze per me indiscutibili:
in primo luogo, che gli uomini abituati da tanti secoli a nutrirsi di carne non riusciranno mai, data la loro debole volontà, a rinunciarvi da soli per liberarsi di questa tendenza criminale; in secondo luogo, che gli uomini, anche ammesso che decidano di non mangiar carne e rispettino tale decisione sino al punto di perderne l'abitudine, non saranno mai in grado di astenersene per un tempo sufficiente a provare nei suoi confronti una ripugnanza durevole. E non ne saranno in grado perché sulla Terra non succederà mai che tutti gli uomini abbiano la stessa religione o costituiscano un solo governo: condizioni senza le quali non può darsi alcuna influenza – persuasiva, autoritaria o penale – che sia vincolante per tutti, vale a dire capace di far osservare in permanenza una risoluzione già presa a uomini che hanno la proprietà di essere suggestionati dai comportamenti altrui, mossi dall'invidia o influenzati magneticamente.
Malgrado questi due fatti a mio avviso incontrovertibili, ho perseverato, tenendoli come punto fermo, nei miei tentativi di trovare qualche via d'uscita dall'infelice situazione che si è venuta a creare fra gli uomini.
E le mie ulteriori indagini su larga scala sono state possibili, ancora una volta, grazie al sostegno dell'inesauribile ricchezza dell'allevatore di greggi Allah-Ek-Linokha e alle prestazioni del mirabile apparecchio inventato dal saggio El-Kuna-Nassa.
Queste ulteriori indagini mi hanno dimostrato che la sostanza "eknokh", (materiali di rifiuto degli organismi viventi = tossine) introdotta regolarmente nell'organismo, deteriora senz'altro lo psichismo umano, e che tuttavia il suo effetto è particolarmente nocivo in determinati periodi dell'anno.
Orbene, miei fratelli in Cristo, appoggiandomi su ciò che vi ho detto, e specialmente sulle osservazioni sperimentali che ho fatto ogni giorno su numerose persone per un intero anno e dalle quali ho dedotto che l'intensità dell'effetto nocivo della sostanza eknokh diminuisce in certi periodi dell'anno, posso esprimere fondatamente la mia personale opinione secondo cui, se riusciamo a diffondere e a confermare tra i seguaci dell'insegnamento di Gesù Cristo l'usanza di non mangiare, almeno in certi periodi dell'anno,cioè nel periodo di Quaresima e più precisamente in Primavera, quando il FEGATO SI PURIFICA ed espelle elementi nocivi in tutti gli esseri viventi, i prodotti alla cui formazione partecipa in maniera preponderante la sostanza eknokh, forse la nostra esortazione sarà seguita e potrà portare agli uomini un reale beneficio.
Le mie pazienti ricerche alchemiche mi hanno dimostrato che la sostanza eknokh prende parte alla formazione dell'organismo di ogni forma di vita, nessuna esclusa, esistente sia sulla superficie terrestre che all'interno delle sue varie sfere, ad esempio nelle viscere della Terra, nell'acqua, nell'atmosfera.
Questa sostanza è anche presente in tutto ciò che contribuisce alla formazione di un organismo, per esempio nel liquido amniotico della femmina gravida di ogni specie vivente, o in prodotti come il latte, le uova, il caviale, eccetera'.
Le idee esposte dal grande Khertunano avevano talmente colpito e sconvolto tutti i membri del concilio di Kelnuan che l'oratore, impossibilitato a proseguire il discorso per il tumulto generale, si era visto costretto a sospenderlo e a scendere dal podio.
Il manoscritto precisava inoltre che al termine di quella giornata i membri del Concilio di Kelnuan avevano deciso all'unanimità di fissare, con l'aiuto del grande Khertunano, i periodi dell'anno in cui la sostanza eknokh è più nociva all'organismo umano, e di esortare ovunque i seguaci di Gesù Cristo a osservare il digiuno in quei giorni, vale a dire di astenersi in determinati periodi dell'anno dal consumo dei prodotti contenenti la sostanza eknokh, per loro oltremodo nociva.
Così terminava il manoscritto giudeo-esseno.
Come lei vede, i promotori di quest'usanza si ripromettevano di ottenere che i seguaci della religione cristiana si astenessero nei periodi prescritti dal consumo dei prodotti contenenti una sostanza molto dannosa sia per la loro salute che, ancor più, per il loro psichismo.
Ma quei poveri cristiani ortodossi russi, anche se si dichiarano fedeli seguaci di quella grande religione e nei giorni stabiliti osservano il digiuno, mangiano la carne di pesce, cioè proprio la carne di un organismo che, secondo gli studi del grande Khertunano, contiene la sostanza nociva eknokh da cui quella saggia e salutare usanza doveva per l'appunto proteggerli".
In questo modo, figliolo, era terminata la mia conversazione con quel simpatico e giovane persiano.


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le forze che si oppongono - Gurdjieff

“Una cosa l’uomo deve ben comprendere: la sua evoluzione non è necessaria che a lui. Nessun altro vi è interessato, ed egli non deve contare sull’aiuto di nessuno; infatti, nessuno è tenuto ad aiutarlo e neppure ne ha l’intenzione. Al contrario, le forze che si oppongono all’evoluzione di grandi masse umane, si oppongono anche all’evoluzione del singolo. Spetta a ciascuno di noi eluderle. E se un uomo può sottrarsi ad esse, l’umanità non lo può. Comprenderete più tardi come questi ostacoli siano utili; se non esistessero bisognerebbe crearli intenzionalmente, poiché soltanto vincendo degli ostacoli l’uomo può sviluppare in sé le qualità di cui ha bisogno. Queste sono le basi per una visione corretta dell’evoluzione umana. Non esiste evoluzione obbligatoria, meccanica. L’evoluzione è il risultato di una lotta cosciente.”


(G.I. Gurdjieff)


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Forze avverse - Aurobindo

"Finché avanziamo intruppati nel gregge la vita è relativamente facile, coi suoi alti e bassi (mai troppo bassi e nemmeno troppo alti). Ma appena dal gregge cerchiamo di uscirne ecco saltar fuori mille forze che hanno il massimo interesse a farci "fare come tutti gli altri". Scopriamo allora quanto la nostra prigione sia ben custodita. Scopriamo anche che siamo capaci di scivolare altrettanto in basso di quanto riusciamo a salire in alto, e che in realtà i nostri abissi sono esattamente proporzionali alle nostre altezze. Queste forze avverse sono molto coscienti e sembrano avere come solo fine quello di scoraggiare il ricercatore o di farlo deviare dal cammino intrapreso. Il ricercatore se le sentirà piombare addosso improvvise come una mazzata; e in pochi secondi si ritroverà ad essere "un altro", totalmente dimentico dei suoi fini, dei suoi sforzi, della sua ragion d'essere, come se tutto fosse stato spazzato via, spogliato di senso, distrutto.

A queste forze avverse, nella storia spirituale del mondo, sono stati dati una quantità di nomi demoniaci e oscuri, come se loro fossero lì unicamente per far dannare il ricercatore e per mettere senza ragione nei guai la brava gente. L'esperienza ci mostra però che queste forze perturbatrici hanno un loro posto nell'economia universale e che ci possono disturbare solo a livello della nostra piccola coscienza momentanea, e per giunta con un preciso fine. Prima di tutto sono lì per colpirci nel punto debole dell'armatura: se fossimo saldi e tutti d'un pezzo, non potrebbero sfiorarci neanche per un attimo. In secondo luogo, se invece di star lì a lamentarci e ad accusare il diavolo o la cattiveria del mondo, cominceremo - grazie proprio alle loro interferenze - a guardarci dentro, ci accorgeremo che ognuno di questi attacchi ha smascherato una delle innumerevoli "disonestà da uomo onesto", e ha sollevato un poco quei cappottini che ci buttiamo addosso per non vedere.

Cappottini, o cappottacci, che non ricoprono solo le nostre pustole, ma quelle di tutti: le piccole insufficienze e le enormi sufficienze di ciascuno. E se a volte le forze perturbatrici ce li strappano di dosso un pò brutalmente non è per caso o per gratuita malignità, ma per farci vedere chiaro e costringerci ad una perfezione dinanzi alla quale recalcitriamo. Perché, appena afferriamo un filo di verità o un filino d'ideale, noi tendiamo malauguratamente a rinchiuderli a tripla mandata in un'ermetica e infallibile struttura, e a non muoverci più di lì. In altri termini, queste forze poco garbate rappresentano strumenti di progresso sia per ciascun individuo che per il mondo. "Quel che ti fa cadere a terra è quel che ti fa rialzare", dice nella sua saggezza il Kularnava Tantra."



(Satprem - Sri Aurobindo, L'Avventura della Coscienza)


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