mercoledì 30 agosto 2017

Proverbi (alcuni) - Bibbia

Confida nel Signore con tutto il cuore
e non appoggiarti sulla tua intelligenza;
in tutti i tuoi passi pensa a lui
ed egli appianerà i tuoi sentieri.

Bevi l'acqua della tua cisterna
e quella che zampilla dal tuo pozzo,
perché le tue sorgenti non scorrano al di fuori,
i tuoi ruscelli nelle pubbliche piazze,
ma siano per te solo
e non per degli estranei insieme a te.
Sia benedetta la tua sorgente;
trova gioia nella donna della tua giovinezza:
cerva amabile, gazzella graziosa,
essa s'intrattenga con te;
le sue tenerezze ti inebrino sempre;
sii tu sempre invaghito del suo amore!
Perché, figlio mio, invaghirti d'una straniera
e stringerti al petto di un'estranea?
Poiché gli occhi del Signore osservano le vie dell'uomo
ed egli vede tutti i suoi sentieri.

Fino a quando, pigro, te ne starai a dormire?
Quando ti scuoterai dal sonno?
Un po' dormire, un po' sonnecchiare,
un po' incrociare le braccia per riposare
e intanto giunge a te la miseria, come un vagabondo,
e l'indigenza, come un mendicante.

Quando cammini ti guideranno,
quando riposi veglieranno su di te,
quando ti desti ti parleranno;
poiché il comando è una lampada
e l'insegnamento una luce
e un sentiero di vita le correzioni della disciplina,
per preservarti dalla donna altrui,
dalle lusinghe di una straniera.
Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza;
non lasciarti adescare dai suoi sguardi,
perché, se la prostituta cerca un pezzo di pane,
la maritata mira a una vita preziosa.
Si può portare il fuoco sul petto
senza bruciarsi le vesti
o camminare sulla brace
senza scottarsi i piedi?
Così chi si accosta alla donna altrui,
chi la tocca, non resterà impunito.
Non si disapprova un ladro, se ruba
per soddisfare l'appetito quando ha fame;
eppure, se è preso, dovrà restituire sette volte,
consegnare tutti i beni della sua casa.
Ma l'adultero è privo di senno;
solo chi vuole rovinare se stesso agisce così.
Incontrerà percosse e disonore,
la sua vergogna non sarà cancellata,
poiché la gelosia accende lo sdegno del marito,
che non avrà pietà nel giorno della vendetta;
non vorrà accettare alcun compenso,
rifiuterà ogni dono, anche se grande.

Lo lusinga con tante moine,
lo seduce con labbra lascive;
egli incauto la segue,
come un bue va al macello;
come un cervo preso al laccio,
finché una freccia non gli lacera il fegato;
come un uccello che si precipita nella rete
e non sa che è in pericolo la sua vita.
Ora, figlio mio, ascoltami,
fa' attenzione alle parole della mia bocca.
Il tuo cuore non si volga verso le sue vie,
non aggirarti per i suoi sentieri,
perché molti ne ha fatti cadere trafitti
ed erano vigorose tutte le sue vittime.
La sua casa è la strada per gli inferi,
che scende nelle camere della morte.

Il salario del giusto serve per la vita,
il guadagno dell'empio è per i vizi.

Un uomo di poco conto che basta a se stesso
vale più di un uomo esaltato a cui manca il pane.

V'è chi parla senza riflettere: trafigge come una spada;
ma la lingua dei saggi risana.

Le ricchezze accumulate in fretta diminuiscono,
chi le raduna a poco a poco le accresce.

Un piatto di verdura con l'amore
è meglio di un bue grasso con l'odio.

È un abominio per il Signore ogni cuore superbo,
certamente non resterà impunito.

Il paziente val più di un eroe,
chi domina se stesso val più di chi conquista una città.

Il malvagio non cerca altro che la ribellione,
ma gli sarà mandato contro un messaggero senza pietà.

A che serve il denaro in mano allo stolto?
Forse a comprar la sapienza, se egli non ha senno?

Un cuore lieto fa bene al corpo,
uno spirito abbattuto inaridisce le ossa.

Chi ha trovato una moglie ha trovato una fortuna,
ha ottenuto il favore del Signore.

Ci sono compagni che conducono alla rovina,
ma anche amici più affezionati di un fratello.

Meglio un povero di condotta integra
che un ricco di costumi perversi.

Allo stolto non conviene una vita agiata,
ancor meno a un servo comandare ai prìncipi.

Il violento deve essere punito,
se lo risparmi, lo diventerà ancora di più.

Percuoti il beffardo e l'ingenuo diventerà accorto,
rimprovera l'intelligente e imparerà la lezione.
Chi rovina il padre e fa fuggire la madre
è un figlio disonorato e infame.

Il vino è rissoso, il liquore è tumultuoso;
chiunque se ne inebria non è saggio.

 Chi maledice il padre e la madre
vedrà spegnersi la sua lucerna nel cuore delle tenebre.
I guadagni accumulati in fretta da principio
non saranno benedetti alla fine.

Praticare la giustizia e l'equità
per il Signore vale più di un sacrificio.

È meglio abitare su un angolo del tetto
che avere una moglie litigiosa e casa in comune.

Diventerà indigente chi ama i piaceri
e chi ama vino e profumi non arricchirà.

Meglio abitare in un deserto
che con una moglie litigiosa e irritabile.

Chi custodisce la bocca e la lingua
preserva se stesso dai dispiaceri.

I desideri del pigro lo portano alla morte,
perché le sue mani rifiutano di lavorare.

 Opprimere il povero non fa che arricchirlo,
dare a un ricco non fa che impoverirlo.

Non affannarti per arricchire,
rinunzia a un simile pensiero;

  Ascolta, figlio mio, e sii saggio
e indirizza il cuore per la via retta.
  Non essere fra quelli che s'inebriano di vino,
né fra coloro che son ghiotti di carne,
  perché l'ubriacone e il ghiottone impoveriranno
e il dormiglione si vestirà di stracci.
  Ascolta tuo padre che ti ha generato,
non disprezzare tua madre quando è vecchia.
  Acquista il vero bene e non cederlo,
la sapienza, l'istruzione e l'intelligenza.

  una fossa profonda è la prostituta,
e un pozzo stretto la straniera.

 Non guardare il vino quando rosseggia,
quando scintilla nella coppa
e scende giù piano piano;
finirà con il morderti come un serpente
e pungerti come una vipera.
  Allora i tuoi occhi vedranno cose strane
e la tua mente dirà cose sconnesse.

  Un uomo saggio vale più di uno forte,
un uomo sapiente più di uno pieno di vigore,
perché con le decisioni prudenti si fa la guerra
e la vittoria sta nel numero dei consiglieri.

 Non ti rallegrare per la caduta del tuo nemico
e non gioisca il tuo cuore, quando egli soccombe,
perché il Signore non veda e se ne dispiaccia
e allontani da lui la collera.

 Metti di rado il piede in casa del tuo vicino,
perché non si stanchi di te e ti prenda in odio.

 Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare,
se ha sete, dagli acqua da bere;
perché così ammasserai carboni ardenti sul suo capo
e il Signore ti ricompenserà.

 Abitare su un angolo del tetto è meglio
di una moglie litigiosa e una casa in comune.

 Una città smantellata o senza mura
tale è l'uomo che non sa dominare la collera.

 Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza
per non divenire anche tu simile a lui.

 Meglio un rimprovero aperto
che un amore celato.
  Leali sono le ferite di un amico,
fallaci i baci di un nemico.

 Come un volto differisce da un altro,
così i cuori degli uomini differiscono fra di loro.

 L'empio fugge anche se nessuno lo insegue,
mentre il giusto è sicuro come un giovane leone.

 I malvagi non comprendono la giustizia,
ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto.

 Il ricco si crede saggio,
ma il povero intelligente lo scruta bene.

 L'uomo leale sarà colmo di benedizioni,
chi si arricchisce in fretta non sarà esente da colpa.

  L'uomo dall'occhio cupido è impaziente di arricchire
e non pensa che gli piomberà addosso la miseria.

 Chi ama la sapienza allieta il padre,
ma chi frequenta prostitute dissipa il patrimonio.

 Hai visto un uomo precipitoso nel parlare?
C'è più da sperare in uno stolto che in lui.

martedì 29 agosto 2017

Non smettere di scolpire la tua propria statua interiore - Plotino

Leggiamo un brano di Plotino, grandissimo filosofo greco del III secolo d.C., e poi diremo qualche parola di commento.
"Come si può vedere la bellezza dell'anima buona?
Ritorna in te stesso e guarda: se non ti vedi ancora interiormente bello, fa come lo scultore di una statua che deve diventar bella. Egli toglie, raschia, liscia, ripulisce finché nel marmo appaia la bella immagine: come lui, leva tu il superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purifica ciò che è fosco e rendilo brillante e non smettere di scolpire la tua propria statua interiore, finché non ti si manifesti lo splendore divino della virtù e non veda la temperanza sedere su un trono sacro.
... Se tu sei diventato completamente una luce vera, non una luce di grandezza o di forma misurabile che può diminuire o aumentare indefinitamente, ma una luce del tutto senza misura, perché superiore a ogni misura e a ogni qualità; se ti vedi in questo modo, tu sei diventato ormai una potenza veggente e puoi confidare in te stesso. Anche rimanendo quaggiù tu sei salito né più hai bisogno di chi ti guidi; fissa lo sguardo e guarda: questo soltanto è l'occhio che vede la grande bellezza.
Ma se tu vieni a contemplare lordo di cattiveria e non ancora purificato oppure debole, per la tua poca forza non puoi guardare gli oggetti assai brillanti e non vedi nulla, anche se ti sia posto innanzi un oggetto che può essere veduto. È necessario, infatti, che l'occhio si faccia uguale e simile all'oggetto per accostarsi a contemplarlo. L'occhio non vedrebbe mai il sole se non fosse già simile al sole, né un'anima vedrebbe il bello se non fosse bella.
Ognuno diventi dunque anzitutto deiforme e bello, se vuole contemplare Dio e la Bellezza" (Enneadi I, 6, 9).


Un brano molto bello e anche in sintonia - per certi versi - con quella che è la pratica della meditazione. "Non smettere di scolpire la tua propria statua interiore": è questo il senso corretto in cui intendere il lavoro meditativo. Lavoriamo per un percorso di purificazione, di pulizia, non di accumulo. Non aggiungiamo nulla, bensì togliamo. Togliamo qui, togliamo là, decostruiamo, destrutturiamo, e progressivamente si rivela quella bellezza, quella purezza silenziosa, quel Bene già e sempre presente in noi, nascosto da tanti strati inutili e deturpanti.
Un'altra frase interessante è: "Anche rimanendo quaggiù tu sei salito né più hai bisogno di chi ti guidi". È uno dei  principi su cui si fonda la pratica meditativa. Cioè l'assoluta certezza che non viviamo in una valle di lacrime da cui è impossibile uscire, ma che c'è invece una reale possibilità di crescita, di salita rispetto all'indifferenza di molti, alla superficialità quotidiana. La guida la scopriamo e la coltiviamo in noi stessi: non siamo più alla ricerca affannosa, adolescenziale, dualistica di qualche guru, santone, di un maestro nelle cui mani porre il proprio destino. Non in un atteggiamento anarchico e violento di ribellione, ma quieto e rilassato di equanime benevolenza e abbandono fiducioso alla propria natura originaria.
Un'altra esperienza vissuta dal meditante e che ritroviamo in questo brano è che solo il simile conosce il simile. Un'anima non vedrebbe il bello se non fosse bella, dice Plotino. Qui ritorna il nostro tema del rapporto tra interno ed esterno: più mi purifico internamente, maggiore è la purezza che trasferisco e vedo all'esterno. Ma anche: più mi elevo ad una purezza via via più assoluta, e più mi avvicino e mi rendo sensibile alla vera natura del Sé.

 http://www.lameditazionecomevia.it/plotino.htm

martedì 22 agosto 2017

Nichilismo - Nietzsche

Che cosa significa nichilismo? Significa che i valori supremi si svalutano. Manca lo scopo. Manca la risposta al “perché?" Dunque non possiamo porre nessun aldilà o un “in sé” delle cose. Manca il valore, manca il senso.

(Friedrich Nietzsche - La volontà di potenza)

domenica 13 agosto 2017

Ieri ho visto una bestia - Bandeira

Ieri ho visto una bestia - Nella spazzatura del cortile
frugando cibo tra i rifiuti. - Quando trovava qualcosa
Non esaminava né odorava: ingoiava con voracità.
La bestia non era un cane, non era un gatto, non era un topo.
La bestia, mio Dio, era un uomo.
Rio, 27 dicembre 1947
- Manuel Bandeira.-

venerdì 11 agosto 2017

La Crepa nel muro: I quattro nemici naturali dell'uomo

La Crepa nel muro: I quattro nemici naturali dell'uomo: Carlos Castaneda - da: "A scuola dello stregone" Sabato, 7 aprile, 1962 Durante le nostre conversazioni don Juan usava o cit...


 «Che cosa accadrà all'uomo che fugge per il terrore?»

- "Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai. Non diventerà mai un uomo di conoscenza. Sarà forse un uomo borioso, o innocuo, o spaventato; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri».

- "E che cosa può fare per vincere la paura?".

- "La risposta è semplicissima. Non deve fuggire. Deve sfidare la sua paura, e a dispetto di essa deve compiere il passo successivo nell'imparare, e il successivo e ancora il successivo. La sua paura deve essere completa, e tuttavia non si deve fermare. Questa è la regola! E verrà il momento in cui il suo primo nemico volgerà in ritirata. L'uomo comincia a sentirsi sicuro di sé. Il suo intento diviene più forte. Imparare non è più un compito terrificante.
Quando arriva questo lieto momento l'uomo può dire senza esitazione di aver sconfitto il suo primo nemico naturale".
- «Ciò avviene tutto in una volta, don Juan, oppure a poco a poco? ».

- «Avviene a poco a poco, e tuttavia la paura è vinta improvvisamente e rapidamente ».
- « Ma l'uomo non avrà ancora paura se gli succederà qualcosa di nuovo?».

- «No. Una volta che un uomo ha vinto la paura, ne è libero per tutto il resto della sua vita perché, invece della paura, ha acquistato la lucidità: una lucidità mentale che cancella la paura. A questo punto l'uomo conosce i suoi desideri; sa come soddisfare tali desideri. Può anticipare i nuovi passi dell'imparare, e una limpida lucidità circonda ogni cosa. L'uomo sente che nulla è nascosto.

«E COSÌ HA INCONTRATO IL SUO SECONDO NEMICO: LA LUCIDITÀ! 
 
 ---
 
- «Ma allora è possibile, don Juan, che un uomo possa abbandonarsi per anni alla paura, ma alla fine vincerla?».
- “No. Questo non è vero. Se cede alla paura non la vincerà mai, perché avrà paura di imparare e non tenterà più. Ma se cerca per anni di imparare, pur in mezzo alla sua paura, alla fine la vincerà perché non si è mai veramente abbandonato a essa”.

venerdì 4 agosto 2017

io simpatizzavo coi poliziotti! - Pasolini

II PCI ai giovani!!
È triste. La polemica contro
il PCI andava fatta nella prima metà
del decennio passato. Siete in ritardo, figli.
E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati...
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.

La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.


Pier Paolo Pasolini