34. Fissa su di Me la tua mente e divieni Mio devoto; e onorandoMi, a Me sacrificando, a Me unito, avendo Me come supremo [scopo], tu verrai a Me.
Una volta che la Divinità interiore sia stata riconosciuta e accettata, l'intero essere e la vita si eleveranno in una meravigliosa trasmutazione. Invece di vedere ovunque l'ignoranza della Natura inferiore assorta nelle opere esteriori e nelle apparenze, gli occhi vedranno Dio ovunque e si apriranno all'unità e all'universalità dello Spirito, L'infelicità e il dolore del mondo spariranno nella beatitudine di Colui che è tutto felicità; la nostra debolezza, i nostri errori e i nostri peccati si cambieranno nella forza, nella purezza e nella verità divine che tutto trasformano.
Unire la mente alla coscienza divina, fare della nostra natura emotiva un amore unico di Dio ovunque, fare delle nostre opere un sacrificio unico al Signore dei mondi, e della nostra adorazione e aspirazione una sola adorazione e un dono di noi stessi a Lui solo, dirigendo l'intero essere verso Dio in una totale unione, è il mezzo per uscire dall'esistenza mondana (comune) per entrare in quella divina. È questo l'insegnamento della Gita, un insegnamento di devozione e d'amore divini, in cui la conoscenza, le opere e l'aspirazione del cuore si uniscono in una suprema unificazione, conciliando tutte le divergenze, allacciando tutti i fili in un vasto movimento di fusione e d'identificazione.
Lo yoga della Bhagavad Gita
Sri Aurobindo
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