Per esempio, all'inizio della civiltà europea contemporanea un monaco di nome Ignazio, che in precedenza era stato architetto, arrivò al punto di saper decifrare le conoscenze e le utili informazioni dissimulate nelle opere di quasi tutte le branche di quella che all'epoca già veniva chiamata l'"arte antica", e che risaliva ai tempi di Babilonia.
Ma quando il monaco Ignazio decise di comunicare la sua "scoperta", come si dice, ad altri esseri suoi simili, nel caso specifico a due suoi confratelli - cioè i due monaci insieme coi quali era stato inviato dai suoi superiori come specialista per dirigere i cosiddetti "lavori di posa delle fondamenta" di un tempio, poi divenuto celebre -, questi lo uccisero nel sonno per qualche futile motivo, generato dalla conseguenza in loro cristallizzatasi di quella proprietà dell'organo kundabuffer che viene detta "invidia", e gettarono il suo corpo planetario nella distesa d'acqua che circondava l'isoletta su cui si doveva erigere il tempio.
Il monaco Ignazio era venuto al mondo e si era formato come essere responsabile sul continente d'Europa. Ma quando ebbe raggiunto la maggiore età, al fine di raccogliere le informazioni relative alla professione ch'era diventata lo scopo della sua esistenza - e cioè di essere "architetto" -, si era trasferito nel continente d'Africa. Qui era entrato in una confraternita che esisteva allora in quel continente sotto il nome di "Cercatori di Verità". Più tardi, quando la sua confraternita era emigrata sul continente d'Europa ingrandendosi, e i suoi confratelli avevano preso il nome di "Benedettini", egli era già un "fratello a pieno titolo" della medesima.
Il tempio di cui ti ho appena parlato esiste a tutt'oggi, laggiù, e viene chiamato adesso, mi pare, "Abbazia di Mont-Saint-Michel".
Sullo stesso continente d'Europa succedeva ogni tanto che qualche spirito curioso osservasse, nelle opere dei vari rami dell'arte pervenuti loro dall'antichità, qualche inesattezza legittima; ma appena scoperta la chiave che apriva loro la comprensione di quelle inesattezze, la loro esistenza giungeva alla fine.
Un altro essere del continente d'Europa, avendo notato le medesime inesattezze, se ne interessò a fondo finché riuscì con fatica e perseveranza a decifrare perfettamente le opere di quasi tutti i rami dell'arte.
Questo saggio terrestre tricerebrale si chiamava Leonardo da Vinci.
G. I. Gurdjieff - I racconti di Belzebù a suo nipote, Capitolo 30 - L'Arte
Autoritratto di Leonardo, ~1510-1515, sanguigna, Torino, Biblioteca Reale
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