Non si può trovare nulla esteriormente
che non sia stato
prima trovato interiormente:
è una legge.
Sì, perché quando si incontra qualche cosa all'esterno,
e non la si è già scoperta interiormente, le si passerà accanto senza vederla.
Più scoprite la bellezza interiormente,
più la scoprirete attorno a voi.
Senza dubbio pensate:
"Se non la vedo,
significa ovviamente
che non c'è".
Vi sbagliate: la bellezza c'è,
e se non la vedete è perché
certi organi di percezione in voi non sono ancora
abbastanza sviluppati.
Iniziate cercando di cogliere
la bellezza interiormente
e la vedrete anche all'esterno, perché il mondo esteriore, oggettivo, altro non è
che un riflesso
del vostro mondo interiore,
del vostro mondo soggettivo.
Che si tratti della bellezza, dell'amore o della saggezza, è quasi inutile cercarli all'esterno se non avete cominciato a scoprirli in voi.
Omraam Mikhaël Aïvanhov
mercoledì 30 maggio 2018
sabato 19 maggio 2018
Cattivo comportamento altrui - Aïvanhov
Cattivo comportamento altrui - non deve influenzare il nostro stato interiore
Smettete di stupirvi e di lamentarvi del cattivo comportamento degli esseri umani. Sappiate una volta per tutte che essi sono capaci di dare il meglio, ma purtroppo anche il peggio. Prendete la decisione di non curarvi più dei loro difetti, dei loro errori, poiché questo non fa che scatenare in voi reazioni negative. E dato che esiste una corrispondenza fra ciò di cui ci si occupa e lo stato in cui ci si sente dopo, se siete tanto sensibili alle cattive azioni degli altri, sarete invasi da sentimenti ostili: la collera, l’aggressività, il rancore ecc. E un giorno anche il vostro volto rifletterà tutti i sentimenti negativi che avrete alimentato. Le persone intelligenti non fanno dipendere il proprio stato interiore dal comportamento degli altri. Direte che la collera e l’indignazione spesso sono giustificate. Sì, senza dubbio, ma sappiate che né la vostra collera né la vostra indignazione faranno cambiare le persone.
Omraam Mikhaël Aïvanhov
https://www.facebook.com/FratellanzabiancauniversaleItalia/photos/a.516760078406337.1073741830.455437924538553/1722721397810193/?type=3
Smettete di stupirvi e di lamentarvi del cattivo comportamento degli esseri umani. Sappiate una volta per tutte che essi sono capaci di dare il meglio, ma purtroppo anche il peggio. Prendete la decisione di non curarvi più dei loro difetti, dei loro errori, poiché questo non fa che scatenare in voi reazioni negative. E dato che esiste una corrispondenza fra ciò di cui ci si occupa e lo stato in cui ci si sente dopo, se siete tanto sensibili alle cattive azioni degli altri, sarete invasi da sentimenti ostili: la collera, l’aggressività, il rancore ecc. E un giorno anche il vostro volto rifletterà tutti i sentimenti negativi che avrete alimentato. Le persone intelligenti non fanno dipendere il proprio stato interiore dal comportamento degli altri. Direte che la collera e l’indignazione spesso sono giustificate. Sì, senza dubbio, ma sappiate che né la vostra collera né la vostra indignazione faranno cambiare le persone.
Omraam Mikhaël Aïvanhov
https://www.facebook.com/FratellanzabiancauniversaleItalia/photos/a.516760078406337.1073741830.455437924538553/1722721397810193/?type=3
venerdì 18 maggio 2018
Questa energia passa da chi ha meno a chi ne ha di più - Gurdjieff
In Europa, l'ipnotismo è molto discusso e molto utilizzato nelle cure
mediche. Tuttavia, la sua conoscenza è molto superficiale e ciò spiega
l'esito spesso infruttuoso del trattamento. Si può dire che la
guarigione di un uomo malato avviene interamente per caso, se
all'ipnotista accade accidentalmente di fare ciò di cui ha bisogno il
paziente. In generale, esistono tre metodi per ipnotizzare. Il terzo
metodo, il trasferimento del pensiero, è completamente sconosciuto in
Europa. Il primo metodo dovrebbe essere chiamato auto-ipnosi, poiché non
richiede alcun potere da parte dell'ipnotizzatore. Deve solo sapere
come rompere la connessione tra il centro emotivo e il centro
intellettuale. La complessità dei metodi dell'ipnotismo sono determinate
dal numero di possibili combinazioni. Ci sono connessioni tra tutti i
centri. Nello stato di veglia dell'uomo, il centro intellettuale, o
quello emozionale, è sempre attivo, mentre l'altro, per così dire,
critica e non lascia commettere stupidità. Se non c'è connessione -
significa che non c'è critica - e l'uomo farà tutto ciò che è attivo in
un dato centro, ovvero, commetterà molte "stupidaggini". Il compito
dell'ipnotista consiste nel rompere artificialmente, per un certo tempo,
questa connessione e quindi nel dare comandi ad uno dei centri, che poi
eseguirà tutto alla lettera, dal momento che non ci saranno critiche da
parte di un altro centro. Per una spiegazione sulla connessione tra
centri, è utile ripetere il confronto, già dato, della macchina umana
con una squadra composta da carrozza, cavallo e conducente. La
connessione tra i centri può essere confrontata con le redini e le
stanghe. Ma per un ipnotista ignorante esiste un'altra difficoltà. Nel
rompere la connessione tra i centri, può, nell'ignoranza, rompere quella
sbagliata, nel qual caso la sua ipnosi si rivelerà senza successo. Se,
ad esempio, nel caso di un dato paziente, deve isolare il centro
intellettuale e rompe accidentalmente la connessione che isola il centro
intellettuale, l'ipnosi avrà successo; ma se rompe sempre
accidentalmente qualche altra connessione ed isola il centro emotivo,
che non comprende le parole ma capisce, diciamo, solo le immagini, non
importa ciò che l'ipnotista comanderà a parole, non accadrà nulla.
Questa è la semplice ragione per cui i pazienti spesso non guariscono ed
affermano che l'ipnotismo non funziona. Quando l'ipnotista interrompe
la connessione, dice al paziente di fare questo e quello; e poiché la
critica dell'altro centro è assente, il paziente crede e fa come gli
viene detto. Anche se l'altro centro vede che qualcosa non è come
dovrebbe essere, non può fare nulla e non può cambiare nulla, perché a
causa della connessione interrotta non può inviare comandi a quel
centro. Se qualcosa viene comandato ad un uomo quando i centri sono
disconnessi, allora ogni volta che si trova in quello stato, l'uomo,
cioè il dato centro, lo ripeterà. Anche qualche azione definita, per
esempio un tocco, può indurre questo stesso stato in un uomo. In questo
tipo di ipnosi, il centro motore è sveglio. Tutta la vita di un uomo è
auto-ipnosi ed ipnosi reciproca. Siamo burattini nelle mani delle
persone più forti di noi. Diventeremo più forti facendo sì che due
centri, l'intellettuale e l'emotivo, rimangano svegli insieme il più a
lungo possibile. Il secondo metodo di ipnotismo è possibile solo se
l'ipnotizzatore possiede un certo potere definito. Per spiegare questo, è
innanzitutto necessario dire che ogni uomo ha la sua atmosfera, simile
all'atmosfera che circonda la Terra. Un uomo è avvolto da uno strato
uniforme di questa atmosfera di un certo spessore definito. Quando un
uomo è molto interessato a qualcosa, la sua atmosfera, cioè i raggi di
un certo tipo di energia che emana da lui, va, per così dire, nella
direzione del suo desiderio e la circonferenza della sua atmosfera si
deforma da quel lato a discapito dell'altro. Se la spinta verso qualcosa
è molto forte, l'intera atmosfera può essere trascinata a tal punto da
poter essere strappata via dall'uomo e non tornare più indietro.
Generalmente, in presenza di un forte desiderio, l'atmosfera viene
tirata fuori e si allunga nella direzione del suo desiderio. Con
l'ipnotizzatore questa emanazione o riversamento della sua energia è
volontaria, il che significa che deve avere una riserva di energia e
deve sapere come raccoglierla. Nel mettere a dormire con questo secondo
metodo, l'ipnotizzatore satura il paziente con la sua stessa energia.
Più sano è un uomo, più velocemente diventa saturo o, per così dire,
appesantito da questa energia e si addormenta. Più l'uomo è malato, meno
è l'energia che ha, più è difficile addormentarlo con questo metodo.
Quando due persone si incontrano, questa energia passa da chi ha meno a
chi ne ha di più (questo spiega il vampirismo). In genere accade che
questa energia passa da un uomo ad un altro involontariamente. Il terzo
metodo è completamente sconosciuto in Europa. Questo è il trasferimento
del pensiero, cioè il trasferimento di una certa sostanza definita. Ciò
che è chiamato trasferimento del pensiero in Europa è o ciarlataneria o
ipnosi del primo tipo, della quale abbiamo parlato prima.
https://quartaviagurdjieff.blogspot.it/2018/05/il-vampirismo-energetico-gurdjieff.html
https://quartaviagurdjieff.blogspot.it/2018/05/il-vampirismo-energetico-gurdjieff.html
giovedì 17 maggio 2018
Gibberish - Osho
Gibberish vuol dire solo buttare fuori la tua pazzia, che è lì presente nella mente, accumulata per secoli e secoli. Quando la butti fuori scoprirai di sentirti leggero, più vivo – e basteranno solo un paio di minuti. Anche un bambino può fare il Gibberish, non occorre alcun addestramento. Già fin quasi dal primo momento sei capace di farlo. Il Gibberish non va imparato,
così come la risata non va imparata. Se fai Gibberish, puoi pulire la
mente da tutta la polvere che continua ad accumularsi. E quando la mente diventa silenziosa… non c’è altro posto dove andare se non dentro.
Sei tu che stai trasportando tutta quella spazzatura, buttala via! Fallo con totalità,
e con grande entusiasmo. Non preoccuparti se è arabo o ebreo o cinese;
puoi parlare qualunque lingua che non conosci. Devi solo evitare la
lingua che conosci, perché quella lingua non porterà alla luce le tue
sciocchezze, sarà solo un esercizio grammaticale. Il significato non
serve affatto. Per due minuti, dai alla tua esistenza la possibilità di essere priva di significato. Sarà un grande shock per te vedere che in soli due minuti diventi così leggero, così pronto a entrare nel silenzio.
Parlate cinese, se non conoscete il cinese, parlate giapponese se non conoscete il giapponese. Se conoscete il tedesco non parlate tedesco. Emettete suoni senza senso, ma non limitatevi ai suoni, muovetevi non rimanete seduti come dei buddha, non è questo il momento. Impazzite, agitatevi, gesticolate, ridete, piangete, buttate fuori tutta la spazzatura che avete dentro. Questo e’ il momento di buttare fuori tutta la confusione in cui vive la vostra mente, lasciatela libera di esprimersi, liberate la scimmia, lasciatela correre e saltare finché si stancherà‘.
https://www.dionidream.com/gibberish-meditazione/
Parlate cinese, se non conoscete il cinese, parlate giapponese se non conoscete il giapponese. Se conoscete il tedesco non parlate tedesco. Emettete suoni senza senso, ma non limitatevi ai suoni, muovetevi non rimanete seduti come dei buddha, non è questo il momento. Impazzite, agitatevi, gesticolate, ridete, piangete, buttate fuori tutta la spazzatura che avete dentro. Questo e’ il momento di buttare fuori tutta la confusione in cui vive la vostra mente, lasciatela libera di esprimersi, liberate la scimmia, lasciatela correre e saltare finché si stancherà‘.
https://www.dionidream.com/gibberish-meditazione/
Smettere di fumare - Osho
Devi seguire queste istruzioni: quando tiri fuori il pacchetto dalla
tasca, d’ora in poi fallo piano piano. Goditi questo momento, tanto non
c’è fretta. Sii cosciente, attento, sensibile a quello che stai facendo.
Estrai il pacchetto lentamente dalla tasca, con piena consapevolezza.
Poi tira fuori una sigaretta dal pacchetto, piano, piano, ancora con
totale consapevolezza, non nel solito modo frettoloso, meccanico,
inconscio. Quindi tamburella la sigaretta sul pacchetto, sempre con
estrema attenzione. Ascoltane il ritmo... Gustati il profumo della
sigaretta, il suo aroma, la sua bellezza… Quindi portati la sigaretta
alla bocca con consapevolezza totale, accendila sempre con grande
consapevolezza, goditi ogni più piccolo gesto di questa operazione, anzi
dividilo in quanti più gesti possibile, in modo da poter diventare
sempre più attento e consapevole. Poi tira la prima boccata (...) esala
il fumo, rilassati, osserva le spire che escono dalla tua bocca... Fa un
altro tiro e continua a muoverti molto lentamente. Se seguirai queste
istruzioni, ben presto rimarrai sorpreso, presto ti accorgerai quanto è stupida questa storia.
Ma non perché gli altri ti hanno detto che è una cosa stupida, non
perché gli altri ti hanno ammonito che fa male, lo vedrai tu stesso! E
non sarà solo una comprensione intellettuale, ma un’osservazione,
un’esperienza che emergerà da tutto il tuo essere, sarà un’intuizione,
una visione della tua totalità.
Osho, Libro Arancione
http://www.cure-naturali.it/tecniche-yoga/972/yoga-per-smettere-di-fumare/5001/a
Osho, Libro Arancione
http://www.cure-naturali.it/tecniche-yoga/972/yoga-per-smettere-di-fumare/5001/a
domenica 13 maggio 2018
Non usare questo per sé, ma per tutta l'umanità - Gurdjieff
Ben presto Gurdjieff assegnò al gruppo una nuova serie di esercizi che richiedevano di sostenere l’attenzione interiore ben oltre i limiti che avevano fino ad allora rispettato. Chiese loro di pronunciare un voto prima di iniziare ogni nuovo esercizio, in cui si impegnavano a «non usare questo per sé, ma per tutta l'umanità», ciò che Gurdjieff chiamava un «augurio per il bene di tutti».
Per Kathryn questo aprì una prospettiva del tutto nuova. «Quel voto di “augurio per il bene di tutti”», disse, «così commovente nella sua intenzione, mi fece un fortissimo effetto. Per la prima volta in vita mia, sentivo di stare facendo davvero qualcosa per l'umanità mentre mi sforzavo di perfezionare la molecola che io ne rappresentavo. Il significato di questo Lavoro, che inizialmente era sembrato piuttosto egoista e incentrato su di sé, d’un tratto fiorì come l’albero della vita che abbracciava l’intera famiglia umana coi suoi innumerevoli rami... Fu la mia prima esperienza del Corpo Mistico di Cristo, di cui all’epoca non sapevo nulla.»
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, p 155
Per Kathryn questo aprì una prospettiva del tutto nuova. «Quel voto di “augurio per il bene di tutti”», disse, «così commovente nella sua intenzione, mi fece un fortissimo effetto. Per la prima volta in vita mia, sentivo di stare facendo davvero qualcosa per l'umanità mentre mi sforzavo di perfezionare la molecola che io ne rappresentavo. Il significato di questo Lavoro, che inizialmente era sembrato piuttosto egoista e incentrato su di sé, d’un tratto fiorì come l’albero della vita che abbracciava l’intera famiglia umana coi suoi innumerevoli rami... Fu la mia prima esperienza del Corpo Mistico di Cristo, di cui all’epoca non sapevo nulla.»
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, p 155
L'Angelo può fare solo una cosa. Il Diavolo può fare tutto - Gurdjieff
«No», precisò, «capacità. Canning e cunning hanno la stessa radice e in tempi antichi significavano la stessa cosa. Parlo di vera astuzia, non nel senso sporco del termine. Lo scopo più alto dell’uomo è essere astuto. Il mago è astuto. Il mago può avvicinarsi a Dio più di tutti gli uomini perché solo lui può essere imparziale e riempire obbligo verso Dio. In tempi antichi il mago era sempre fatto capo perché aveva astuzia. Altri maghi potevano compiere magia bianca o magia nera, ma colui che aveva astuzia e potere era in grado di fare tutte due e essere capo degli iniziati. L'uomo con vera astuzia è uomo senza virgolette. L'Angelo può fare solo una cosa. Il Diavolo può fare tutto.»
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, p 137
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, p 137
Desidero che il risultato di questa mia sofferenza sia mio, per Essere - Gurdjieff
Kathryn riferì sull’esercizio che le aveva assegnato: non fumare per vedere quali nuovi tipi di associazioni ne risultavano.
«Questo può servire per potere», rispose. «Vi dico ora cosa molto importante. Ogni volta che sorge un desiderio, dite: «Desidero che il risultato di questa mia sofferenza sia mio, per Essere». Questa frase forse può prendere forza da animale e dare a Essere. Potete farlo per rifiutare qualsiasi cosa che vi rende schiave».
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, p 131
«Questo può servire per potere», rispose. «Vi dico ora cosa molto importante. Ogni volta che sorge un desiderio, dite: «Desidero che il risultato di questa mia sofferenza sia mio, per Essere». Questa frase forse può prendere forza da animale e dare a Essere. Potete farlo per rifiutare qualsiasi cosa che vi rende schiave».
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, p 131
L’immaginazione è sempre stata la sua debolezza - Gurdjieff
Qualche giorno dopo disse a Solita: «L’immaginazione è sempre stata la sua debolezza e il suo nemico. Deve ora togliere virgolette da immaginazione, dimenticarla e odiarla. E deve vedere come sono suoi vecchi amici. Nessuno che la amava prima deve amarla ora, al contrario è necessario che la odi. I suoi amici sono tutti merde. Vedere la loro merdità la aiuterà a vedere la sua».
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, p 128
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, p 128
Uno dei due desidera il Lavoro e l’altro oppone resistenza - Gurdjieff
«Voi molto sporche», Gurdjieff disse alle tre, poi aggiunse: «... ma avete qualcosa molto buono - che molte persone non hanno - molto speciale.»
--
«Oh», disse, «a volte queste amicizie molto cattive, odio si produce grande, poi amore, poi più odio.»*
* Questa prima osservazione di Gurdjieff, unita ad altre che in seguito fece Solita, sembrano indicare che Janet era, rispetto a Gurdjieff e al Lavoro, una fonte negativa, una forza che Solita doveva superare se voleva svilupparsi. Questa dinamica si produce spesso nelle coppie. Uno dei due desidera il Lavoro e l’altro oppone resistenza, sentendosi minacciato dall’interesse del partner, e agisce per ostacolarlo. Ne segue una lotta che mette alla prova la determinazione del cercatore e il valore che assegna alla ricerca. Poiché queste relazioni coinvolgono anche la sfera sessuale, la lotta non si produce solo a livello intellettuale ed emozionale ma anche istintivo. Se il partner che oppone resistenza non diventa neutrale, è necessario che l’altro ponga fine alla relazione. Uno dei due ha superato l’altro, il vino nuovo non deve essere messo in botti vecchie, come dice il proverbio. Mentre Janet insisteva sull'opportunità di avere altre relazioni, non riusciva a lasciare andare davvero Solita, la quale a sua volta non era abbastanza forte da liberarsi, persino quando in seguito avrebbe voluto iniziare una nuova vita con un’altra donna. Questa situazione può aver prodotto in Solita una certa confusione riguardo al suo rapporto con Gurdjieff.
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, pp 115-116
--
«Oh», disse, «a volte queste amicizie molto cattive, odio si produce grande, poi amore, poi più odio.»*
* Questa prima osservazione di Gurdjieff, unita ad altre che in seguito fece Solita, sembrano indicare che Janet era, rispetto a Gurdjieff e al Lavoro, una fonte negativa, una forza che Solita doveva superare se voleva svilupparsi. Questa dinamica si produce spesso nelle coppie. Uno dei due desidera il Lavoro e l’altro oppone resistenza, sentendosi minacciato dall’interesse del partner, e agisce per ostacolarlo. Ne segue una lotta che mette alla prova la determinazione del cercatore e il valore che assegna alla ricerca. Poiché queste relazioni coinvolgono anche la sfera sessuale, la lotta non si produce solo a livello intellettuale ed emozionale ma anche istintivo. Se il partner che oppone resistenza non diventa neutrale, è necessario che l’altro ponga fine alla relazione. Uno dei due ha superato l’altro, il vino nuovo non deve essere messo in botti vecchie, come dice il proverbio. Mentre Janet insisteva sull'opportunità di avere altre relazioni, non riusciva a lasciare andare davvero Solita, la quale a sua volta non era abbastanza forte da liberarsi, persino quando in seguito avrebbe voluto iniziare una nuova vita con un’altra donna. Questa situazione può aver prodotto in Solita una certa confusione riguardo al suo rapporto con Gurdjieff.
William Patrick Patterson - Gurdjieff e le donne della Cordata, pp 115-116
sabato 12 maggio 2018
La Guerra Interiore
Quanto più sinceramente si fa questo lavoro, tanto più ci sì rende conto
dì quanto sforzo richieda e di quale battaglia sia, il continuare ad
essere presenti. Come disse il mistico Sufi Kabir: "Nel campo di questo
corpo ha luogo una grande guerra".
Kabir si riferiva alla guerra interiore – la lotta degli “Io” di lavoro per aggirare costantemente gli ‘Io’ meccanici,e promuovere la presenza. Ma Kabir non fu il primo a servirsi dell'analogia della guerra. Migliaia di anni prima di Cristo, nel Libro per Uscire al Giorno (più comunemente conosciuto come Libro dei Morti) la scuola egiziana si esprimeva in tali termini: "Afferra il tuo arpione e caccia il nemico". Intendevano dire: assumi il controllo degli 'Io' di lavoro e usali per deflettere gli 'Io' meccanici generati dai quattro centri inferiori.
Qualche secolo dopo, il Mahabharata rappresentò questo sforzo nel guerriero Arjuna, che esotericamente rappresenta il maggiordomo: "Arjuna divenne famoso per la fermezza della sua presa sulle armi da combattimento". Gli autori del testo sacro indiano indicavano in tal modo che un maggiordomo ben sviluppato può prontamente usare gli ‘Io' di lavoro per deflettere gli 'Io' meccanici e reintrodurre la presenza. E in maniera analoga gli autori dei Nuovo Testamento descrivono Cristo: ‘Non crediate che io (maggiordomo) sia venuto per portare la pace (la presenza) sulla terra
(ì quattro centri inferiori), bensì una spada (gli 'Io' di lavoro)". Maometto, che comprese il significato esoterico della Bibbia, aggiunse più tardi: "Le spade (gli 'Io' di lavoro) sono le chiavi dei paradiso (promuovendo la presenza)".
Queste immagini di guerra, usate dalla maggior parte delle scuole nel corso della storia, comunicano il livello d'intensità dei combattimento contro un nemico che è deciso a sconfiggere il suo avversario a qualunque costo, in una lotta in cui la vita e la morte sono la posta in gioco. La vittoria da conquistare interiormente è la divina presenza che culmina nell'immortalità della coscienza, mentre sconfitta significa essere immersi senza scampo nell'immaginazione.
Il condottiero di questa guerra è il maggiordomo che guida i suoi soldati gli 'Io' dì lavoro - in una battaglia contro un abile nemico: la parte intellettuale dei centro istintivo. Nell'immagine qui sopra riportata, l’avversario' è rappresentato da un drago in sembianze umane. Visto da vicino, l'abito dei drago consiste di centinaia di volti - I molti Io - che si oppongono al maggiordomo.
Quando Ouspensky disse che la parte intellettuale dei centro istintivo è il "cervello dietro la Macchina", spiegò che essa esercita il controllo sulle altre parti del centro istintivo. Quello che non disse è che questa parte della macchina controlla anche tutto il resto della macchina. Essa, cioè, è in grado di manipolare indirettamente i centri inferiori per produrre immaginazione, identificazione ed emozioni negative. Inoltre è anche all'origine di reazioni quali l'irrequietezza, la curiosità, le risate e l'umorismo, così come si nasconde dietro al bisogno di attirare o di evitare l'attenzione degli altri. E questi sono solo alcuni esempi fra i possibili. In pratica, dietro qualsiasi manifestazione della macchina, risiede la parte intellettuale dei centro istintivo che, o passa inosservato, o viene erroneamente scambiato per consapevolezza.
Il Vecchio Testamento, Lamentazioni 4:12, descrive così la natura clandestina di questa parte della macchina: "Non credevano i re della terra e tutti gli abitanti dei mondo, che sarebbero entrati, avversario e nemico, per le porte di Gerusalemme".
Le parti dei centri (perfino le altre parti intellettuali dei centri) sono all'oscuro dei fatto che la parte intellettuale del centro istintivo si serve di loro per rimuovere la presenze.
In altri punti della letteratura e dell'arte esoterica, la parte intellettuale dei centro istintivo è rappresentata nelle sembianze di un ippopotamo, un coccodrillo, un asino, un serpente e perfino un diavolo. Questo è perché la parte intellettuale dei centro istintivo è intelligenza animale in vesti umane, mentre i centri superiori sono intelligenza divina in forme umane. Sconfiggere la prima per promuovere l'altra è appunto lo scopo che ci prefiggiamo nello sviluppare il maggiordomo.
Anche molti autori della Filocalia erano consapevoli di questo e lo espressero attraverso l'idea della preghiera che per loro era analoga all'uso degli ‘Io’ di lavoro allo scopo di deflettere gli ‘Io’ meccanici. Per esempio, Giovanni Climaco scrisse: "La tua spada spirituale dev'essere sempre sfoderata". Similmente Giovanni di Carpathos disse: "Il nemico sa che la preghiera è la nostra arma invincibile contro di lui e per questo ci impedisce di pregare". In altre parole, sapendo che gli ’Io’di lavoro rappresentano la sua fine, la parte Intellettuale del centro istintivo fa tutto quello che è in suo potere per attirarci verso gli 'Io' meccanici e allontanarci da quelli di lavoro.
Il poeta Sufi Rumi descrisse così la severità e la durezza di questa lotta: "Non portare con te in battaglia una spada di legno. Và, trovane una di acciaio e poi mettiti in marcia con gioia. Fatti avanti con tutto il tuo vigore, con tutte le tue spade dalle punte acuminate". Come ha detto recentemente il signor Burton: Non abbiamo tempo di allenarci con una spada di legno; dobbiamo essere presenti quando c'è ancora tempo per esserlo".
Questo è da sempre lo scopo della scuole: continuare a deflettere gli 'Io' meccanici e recuperare l’attenzione divisa - essere presenti adesso. Una delle rappresentazioni più iconografiche di questa continua lotta interiore viene dal testo sacro indiano, la Baghavad Gita, che dice: "Esiste una guerra che apre le porte dei paradiso. Fortunati quei guerrieri cui è dato In sorte di combattere una tale guerra".
ESSERE PRESENTI * 15
LA “GUERRA INTERIORE”
Kabir si riferiva alla guerra interiore – la lotta degli “Io” di lavoro per aggirare costantemente gli ‘Io’ meccanici,e promuovere la presenza. Ma Kabir non fu il primo a servirsi dell'analogia della guerra. Migliaia di anni prima di Cristo, nel Libro per Uscire al Giorno (più comunemente conosciuto come Libro dei Morti) la scuola egiziana si esprimeva in tali termini: "Afferra il tuo arpione e caccia il nemico". Intendevano dire: assumi il controllo degli 'Io' di lavoro e usali per deflettere gli 'Io' meccanici generati dai quattro centri inferiori.
Qualche secolo dopo, il Mahabharata rappresentò questo sforzo nel guerriero Arjuna, che esotericamente rappresenta il maggiordomo: "Arjuna divenne famoso per la fermezza della sua presa sulle armi da combattimento". Gli autori del testo sacro indiano indicavano in tal modo che un maggiordomo ben sviluppato può prontamente usare gli ‘Io' di lavoro per deflettere gli 'Io' meccanici e reintrodurre la presenza. E in maniera analoga gli autori dei Nuovo Testamento descrivono Cristo: ‘Non crediate che io (maggiordomo) sia venuto per portare la pace (la presenza) sulla terra
(ì quattro centri inferiori), bensì una spada (gli 'Io' di lavoro)". Maometto, che comprese il significato esoterico della Bibbia, aggiunse più tardi: "Le spade (gli 'Io' di lavoro) sono le chiavi dei paradiso (promuovendo la presenza)".
Queste immagini di guerra, usate dalla maggior parte delle scuole nel corso della storia, comunicano il livello d'intensità dei combattimento contro un nemico che è deciso a sconfiggere il suo avversario a qualunque costo, in una lotta in cui la vita e la morte sono la posta in gioco. La vittoria da conquistare interiormente è la divina presenza che culmina nell'immortalità della coscienza, mentre sconfitta significa essere immersi senza scampo nell'immaginazione.
Il condottiero di questa guerra è il maggiordomo che guida i suoi soldati gli 'Io' dì lavoro - in una battaglia contro un abile nemico: la parte intellettuale dei centro istintivo. Nell'immagine qui sopra riportata, l’avversario' è rappresentato da un drago in sembianze umane. Visto da vicino, l'abito dei drago consiste di centinaia di volti - I molti Io - che si oppongono al maggiordomo.
Quando Ouspensky disse che la parte intellettuale dei centro istintivo è il "cervello dietro la Macchina", spiegò che essa esercita il controllo sulle altre parti del centro istintivo. Quello che non disse è che questa parte della macchina controlla anche tutto il resto della macchina. Essa, cioè, è in grado di manipolare indirettamente i centri inferiori per produrre immaginazione, identificazione ed emozioni negative. Inoltre è anche all'origine di reazioni quali l'irrequietezza, la curiosità, le risate e l'umorismo, così come si nasconde dietro al bisogno di attirare o di evitare l'attenzione degli altri. E questi sono solo alcuni esempi fra i possibili. In pratica, dietro qualsiasi manifestazione della macchina, risiede la parte intellettuale dei centro istintivo che, o passa inosservato, o viene erroneamente scambiato per consapevolezza.
Il Vecchio Testamento, Lamentazioni 4:12, descrive così la natura clandestina di questa parte della macchina: "Non credevano i re della terra e tutti gli abitanti dei mondo, che sarebbero entrati, avversario e nemico, per le porte di Gerusalemme".
Le parti dei centri (perfino le altre parti intellettuali dei centri) sono all'oscuro dei fatto che la parte intellettuale del centro istintivo si serve di loro per rimuovere la presenze.
In altri punti della letteratura e dell'arte esoterica, la parte intellettuale dei centro istintivo è rappresentata nelle sembianze di un ippopotamo, un coccodrillo, un asino, un serpente e perfino un diavolo. Questo è perché la parte intellettuale dei centro istintivo è intelligenza animale in vesti umane, mentre i centri superiori sono intelligenza divina in forme umane. Sconfiggere la prima per promuovere l'altra è appunto lo scopo che ci prefiggiamo nello sviluppare il maggiordomo.
Anche molti autori della Filocalia erano consapevoli di questo e lo espressero attraverso l'idea della preghiera che per loro era analoga all'uso degli ‘Io’ di lavoro allo scopo di deflettere gli ‘Io’ meccanici. Per esempio, Giovanni Climaco scrisse: "La tua spada spirituale dev'essere sempre sfoderata". Similmente Giovanni di Carpathos disse: "Il nemico sa che la preghiera è la nostra arma invincibile contro di lui e per questo ci impedisce di pregare". In altre parole, sapendo che gli ’Io’di lavoro rappresentano la sua fine, la parte Intellettuale del centro istintivo fa tutto quello che è in suo potere per attirarci verso gli 'Io' meccanici e allontanarci da quelli di lavoro.
Il poeta Sufi Rumi descrisse così la severità e la durezza di questa lotta: "Non portare con te in battaglia una spada di legno. Và, trovane una di acciaio e poi mettiti in marcia con gioia. Fatti avanti con tutto il tuo vigore, con tutte le tue spade dalle punte acuminate". Come ha detto recentemente il signor Burton: Non abbiamo tempo di allenarci con una spada di legno; dobbiamo essere presenti quando c'è ancora tempo per esserlo".
Questo è da sempre lo scopo della scuole: continuare a deflettere gli 'Io' meccanici e recuperare l’attenzione divisa - essere presenti adesso. Una delle rappresentazioni più iconografiche di questa continua lotta interiore viene dal testo sacro indiano, la Baghavad Gita, che dice: "Esiste una guerra che apre le porte dei paradiso. Fortunati quei guerrieri cui è dato In sorte di combattere una tale guerra".
ESSERE PRESENTI * 15
LA “GUERRA INTERIORE”
venerdì 11 maggio 2018
Nu poco 'e bene - Gnut
pigliate o calor 'e sta canzon
e nun cercà 'e capì manc 'e parol
ma bast ca pe n'attim me sient
e nun se san sta ferita apert
stai annanz 'o fuoc e o cor nun s scarf
nun pass viern
nun pass stu turmient
ma firm tutt cos e chiur l'uocchie
fall pe me
fall e nun fa abberè
si mo nun pienz a niente
niente pò fa mal
pigliate nu poc 'e ben
pigliate o calor 'e sta canzon
e nun cercà 'e capì manc 'e parol
m'abbast ca pe n'attim me sient
nun pass viern
nun pass stu turmient
ma firm tutt cos e chiur l'uocchie
fall pe me
fall e nun fa abberè
si mo nun pienz a niente
niente pò fa mal
pigliate nu poc e ben
pigliate 'o calor 'e sta canzon
e nun cercà 'e capì manc 'e parol
m'abbast ca pe n'attim me pienz
domenica 6 maggio 2018
My Sweet Lord - George Harrison
Hm, my Lord (hare krishna)
My, my, my Lord (hare krishna)
Hm, my sweet Lord (krishna krishna)
Hm, hm (hare hare)
Really want to see you (hare Rama)
Really want to be with you (hare Rama)
Really want to see you, Lord (AhhhAhhhh)
But it takes so long, my Lord (hallelujah)
Hm, my Lord (hallelujah)
My, my, my Lord (hare krishna)
Hm, my sweet Lord (krishna krishna)
Hm, hm (hare hare)
Really want to see you (hare Rama)
Really want to be with you (hare Rama)
Really want to see you, Lord (AhhhAhhhh)
But it takes so long, my Lord (hallelujah)
Hm, my Lord (hallelujah)
Rama Krishna Bhajan
Hare Kṛṣṇa Hare Kṛṣṇa
Kṛṣṇa Kṛṣṇa Hare Hare
Hare Rāma Hare Rāma
Rāma Rāma Hare Hare
giovedì 3 maggio 2018
BHAGAVAD GITA
Per la protezione dei buoni, per la distruzione dei malvagi, per dare
stabile fondamento al regno della giustizia, Io vengo nell’esistere di era
in era.
Colui che conosce nella loro autentica essenza la Mia divina nascita e il
Mio operare, non avrà altra nascita, ma a Me egli verrà, o Arjuna.
BHAGAVAD GITA IV: 8, 9
Colui che Mi vede in tutto e che vede il tutto in Me, più non può perderMi o essere da Me perduto.
Lo yogi che, fermamente stabilito nell'unità, Mi adora con amore - Me che sono presente in tutti gli esseri -, vive e agisce in Me, in qualsiasi modo egli viva e agisca.
Colui che, prendendo il Sé come punto di paragone, vede tutte le cose con equanimità, si tratti del piacere o del dolore, è considerato, o Arjuna, lo yogi supremo.
BHAGAVAD GITA VI: 30-32
La terra, l’acqua, il fuoco, l’aria, l’etere, la mente sensoriale (manas),
la capacità discriminante (buddhi), il senso di sé (ahamkara), tutto
questo costituisce la Mia natura (prakrtih) in otto forme divisa.
Questa è la Mia realtà inferiore relativa a questo mondo. Conosci però
l’altra Mia superiore natura, che consiste nella vita, o eroe dal forte
braccio, da cui il cosmo è sostenuto.
Sappi che queste sono la fonte di tutti gli esseri. Io sono l’origine del
mondo intero e ne sono nel contempo la dissoluzione.
BHAGAVAD GITA VII: 4-6
Superiore a Me non c’è cosa alcuna, o possessore della ricchezza, tutto
questo mondo è intessuto su di Me, come perle in un filo.
Io sono nelle acque il sapore, o figlio di Kunti, nella luna e nel sole Io
sono la luce, sono la sillaba sacra AUM in tutti i Veda, sono il suono
nell’etere e negli uomini la virilità.
BHAGAVAD GITA VII: 7, 8
Io sono il Padre di questo mondo, la Madre, colui che lo sostiene e il suo
supremo signore; sono l’oggetto del conoscere, il mezzo della
purificazione, la sillaba aum, e ugualmente il Rig, Sama e Yajur-Veda.
Io sono la meta, il sostegno, il signore, il testimone, la dimora, il rifugio,
l’amico, io sono il principio dell’essere e della dissoluzione, la base, il
punto di quiete ed il seme che non può perire.
BHAGAVAD GITA IX: 17, 18
stabile fondamento al regno della giustizia, Io vengo nell’esistere di era
in era.
Colui che conosce nella loro autentica essenza la Mia divina nascita e il
Mio operare, non avrà altra nascita, ma a Me egli verrà, o Arjuna.
BHAGAVAD GITA IV: 8, 9
Colui che Mi vede in tutto e che vede il tutto in Me, più non può perderMi o essere da Me perduto.
Lo yogi che, fermamente stabilito nell'unità, Mi adora con amore - Me che sono presente in tutti gli esseri -, vive e agisce in Me, in qualsiasi modo egli viva e agisca.
Colui che, prendendo il Sé come punto di paragone, vede tutte le cose con equanimità, si tratti del piacere o del dolore, è considerato, o Arjuna, lo yogi supremo.
BHAGAVAD GITA VI: 30-32
La terra, l’acqua, il fuoco, l’aria, l’etere, la mente sensoriale (manas),
la capacità discriminante (buddhi), il senso di sé (ahamkara), tutto
questo costituisce la Mia natura (prakrtih) in otto forme divisa.
Questa è la Mia realtà inferiore relativa a questo mondo. Conosci però
l’altra Mia superiore natura, che consiste nella vita, o eroe dal forte
braccio, da cui il cosmo è sostenuto.
Sappi che queste sono la fonte di tutti gli esseri. Io sono l’origine del
mondo intero e ne sono nel contempo la dissoluzione.
BHAGAVAD GITA VII: 4-6
Superiore a Me non c’è cosa alcuna, o possessore della ricchezza, tutto
questo mondo è intessuto su di Me, come perle in un filo.
Io sono nelle acque il sapore, o figlio di Kunti, nella luna e nel sole Io
sono la luce, sono la sillaba sacra AUM in tutti i Veda, sono il suono
nell’etere e negli uomini la virilità.
BHAGAVAD GITA VII: 7, 8
Io sono il Padre di questo mondo, la Madre, colui che lo sostiene e il suo
supremo signore; sono l’oggetto del conoscere, il mezzo della
purificazione, la sillaba aum, e ugualmente il Rig, Sama e Yajur-Veda.
Io sono la meta, il sostegno, il signore, il testimone, la dimora, il rifugio,
l’amico, io sono il principio dell’essere e della dissoluzione, la base, il
punto di quiete ed il seme che non può perire.
BHAGAVAD GITA IX: 17, 18
martedì 1 maggio 2018
Non dia alla testa il permesso di vagare - Gurdjieff
Zuber: In quest’esercizio, la difficoltà per me risiede sempre nel girare gli arti. Al contrario il risucchiare e il fluire all’esterno sono facili. Sono contento di farlo. Il grosso sforzo è l’inizio dell’esercizio. Nella vita lascio fluire generalmente molta più vitalità e forza, e ho una certa propensione per l’esercizio, ce l’ho molto spesso; altrimenti tutto il resto è, al contrario, folle, cacofonico, molto più folle di prima. Ho riscontrato una cosa. È il bisogno, quando sono a letto, di chiudere un circuito, mettendo la gamba destra contro la sinistra, il braccio destro contro il sinistro.
Gurdjieff: Come chiudere un circuito, come capire? A lei dico la stessa cosa: non dia alla testa il permesso di vagare.
Zuber: Accade al di fuori della volontà.
Gurdjieff: Allora perché verificarlo? Perché parlarne? È un'ossessione. Può solo offrirle molte possibilità di entrare in un ospedale psichiatrico. Non deve mai fare inconsciamente. Nemmeno in modo cosciente a metà, le suggerisco. Tutto o niente. In mezzo c’è solo la psicopatia, l'ossessione. Non creda mai. Non abbia fiducia. Lei è una persona molto debole. Se un momento il suo centro di gravità è nella testa, poi si sposta nel plesso, eccetera, è masturbazione. Lo sforzo cosciente consiste nel dare l'iniziativa a tutti i suoi centri. Quella è attività. Tutto il resto è materiale per essere un candidato agli ospedali psichiatrici.
Zuber: Malgrado quello che ha appena detto, io credo che sia strettamente legato al lavoro.
Gurdjieff: Non lo so. Ma so che non deve accadere. Non ancora. Non si aspetti niente. Mandi al diavolo il resto. Per lei esiste solo il suo esercizio. Lo faccia finché non è interamente soddisfatto. Tutte queste combinazioni e manipolazioni possono venire in seguito, ma non ancora. Non bisogna lasciarsi trascinare. È un momento molto pericoloso. Da un lato lei ha la forza per fissare e qualcosa può entrare in lei per sempre. Poi sarebbe costretto a diventare mio cliente, e io non chiedo mai meno di tre zeri inglesi, ed esiste soltanto un rimedio per controllare queste cose: l’ipnotismo. È io non lo consiglio.
G.I.Gurdjieff - Incontri con Gurdjieff - 1944-1946, pp 125-126
Gurdjieff: Come chiudere un circuito, come capire? A lei dico la stessa cosa: non dia alla testa il permesso di vagare.
Zuber: Accade al di fuori della volontà.
Gurdjieff: Allora perché verificarlo? Perché parlarne? È un'ossessione. Può solo offrirle molte possibilità di entrare in un ospedale psichiatrico. Non deve mai fare inconsciamente. Nemmeno in modo cosciente a metà, le suggerisco. Tutto o niente. In mezzo c’è solo la psicopatia, l'ossessione. Non creda mai. Non abbia fiducia. Lei è una persona molto debole. Se un momento il suo centro di gravità è nella testa, poi si sposta nel plesso, eccetera, è masturbazione. Lo sforzo cosciente consiste nel dare l'iniziativa a tutti i suoi centri. Quella è attività. Tutto il resto è materiale per essere un candidato agli ospedali psichiatrici.
Zuber: Malgrado quello che ha appena detto, io credo che sia strettamente legato al lavoro.
Gurdjieff: Non lo so. Ma so che non deve accadere. Non ancora. Non si aspetti niente. Mandi al diavolo il resto. Per lei esiste solo il suo esercizio. Lo faccia finché non è interamente soddisfatto. Tutte queste combinazioni e manipolazioni possono venire in seguito, ma non ancora. Non bisogna lasciarsi trascinare. È un momento molto pericoloso. Da un lato lei ha la forza per fissare e qualcosa può entrare in lei per sempre. Poi sarebbe costretto a diventare mio cliente, e io non chiedo mai meno di tre zeri inglesi, ed esiste soltanto un rimedio per controllare queste cose: l’ipnotismo. È io non lo consiglio.
G.I.Gurdjieff - Incontri con Gurdjieff - 1944-1946, pp 125-126
I suoi genitori sono per lei come Dio - Gurdjieff
Philippe: Ho Preso come compito di recitare un ruolo coi miei genitori. L'ho preso molto seriamente e per molto tempo. Quel che ho scoperto mi ha portato un sentimento di tristezza che ora mi ostacola nel lavoro. È un peso che mi creerà problemi per tutto il mio futuro, a meno che non riesca a superarlo.
Gurdjieff: Si potrebbe dire che lei abbia rimorso di coscienza riguardo alle sue relazioni passate coi suoi genitori.
Philippe: No. Non posso dirlo, perché ho visto che non sono responsabile per quel che è accaduto.
Gurdjieff: Deve dimenticare il passato. Lei è un uomo responsabile e deve cominciare a pagare per la sua esistenza. La prima causa della sua esistenza sono i suoi genitori, padre e madre. Sono per lei come Dio. Finché i suoi genitori sono in vita, non c’è Dio. Dio appare solo quando i suoi genitori sono morti. Dio ama colui che ama suo padre e sua madre. Perché? Perché egli prepara un posto per Dio. Ora, senza manipolazione, se lei comincia a comprendere che è necessario pagare, non pensi più al passato. Se è cattivo, peccato. Ma padre e madre rimangono Dio per lei. Sia ora una fonte di riposo per loro, che essi possano vivere in pace. Per vent’anni sono stati abbastanza preoccupati e nervosi attraverso di lei. Hanno diritto al riposo. Lei è in obbligo di diventare per lei una fonte di riposo. Da un lato, faccia qualsiasi cosa per non renderli nervosi, e dall’altro lato tutto quel che li renderebbe felici. Faccia sì, come suo compito, che i suoi genitori possano amarla con un vero amore. Essi possono amarla solo se lei incarna il loro ideale. Se a suo padre piace un furto ben fatto, deve imparare a rubare e a essere un buon ladro.
G.I.Gurdjieff - Incontri con Gurdjieff - 1944-1946, pp 113-114
Gurdjieff: Si potrebbe dire che lei abbia rimorso di coscienza riguardo alle sue relazioni passate coi suoi genitori.
Philippe: No. Non posso dirlo, perché ho visto che non sono responsabile per quel che è accaduto.
Gurdjieff: Deve dimenticare il passato. Lei è un uomo responsabile e deve cominciare a pagare per la sua esistenza. La prima causa della sua esistenza sono i suoi genitori, padre e madre. Sono per lei come Dio. Finché i suoi genitori sono in vita, non c’è Dio. Dio appare solo quando i suoi genitori sono morti. Dio ama colui che ama suo padre e sua madre. Perché? Perché egli prepara un posto per Dio. Ora, senza manipolazione, se lei comincia a comprendere che è necessario pagare, non pensi più al passato. Se è cattivo, peccato. Ma padre e madre rimangono Dio per lei. Sia ora una fonte di riposo per loro, che essi possano vivere in pace. Per vent’anni sono stati abbastanza preoccupati e nervosi attraverso di lei. Hanno diritto al riposo. Lei è in obbligo di diventare per lei una fonte di riposo. Da un lato, faccia qualsiasi cosa per non renderli nervosi, e dall’altro lato tutto quel che li renderebbe felici. Faccia sì, come suo compito, che i suoi genitori possano amarla con un vero amore. Essi possono amarla solo se lei incarna il loro ideale. Se a suo padre piace un furto ben fatto, deve imparare a rubare e a essere un buon ladro.
G.I.Gurdjieff - Incontri con Gurdjieff - 1944-1946, pp 113-114
Nessuno può sentire - Gurdjieff
Domanda: Ma chi c’è di fronte non sente che l’altro non gli sta dando niente? Non si aspetta che l’altro provi qualcosa per lui? Non ne sentirà la mancanza?
Gurdjieff [ridendo]: Questo è per la psicopatia. Come può questa non-entità sentire? Se essa lo vuole, è automatismo, essa immagina. È merde. Non costa niente. Nessuno può sentire; richiede uno stato speciale. Conosco qualcuno che è capace di sentire; ma per sentire deve isolarsi e prepararsi. Ha bisogno delle condizioni. Ma così, nessuno può sentire. Ogni uomo suggerisce qualcosa a sé stesso. Lei non capisce mai lui né me. Lei capisce quel che si suggerisce. È psicopatia. Lei dice a sé stesso “lui è così, lui è a quel modo, lui è arrabbiato”. Ma no, è la sua stessa idiozia che glielo suggerisce.
G.I.Gurdjieff - Incontri con Gurdjieff - 1944-1946, p 104
Gurdjieff [ridendo]: Questo è per la psicopatia. Come può questa non-entità sentire? Se essa lo vuole, è automatismo, essa immagina. È merde. Non costa niente. Nessuno può sentire; richiede uno stato speciale. Conosco qualcuno che è capace di sentire; ma per sentire deve isolarsi e prepararsi. Ha bisogno delle condizioni. Ma così, nessuno può sentire. Ogni uomo suggerisce qualcosa a sé stesso. Lei non capisce mai lui né me. Lei capisce quel che si suggerisce. È psicopatia. Lei dice a sé stesso “lui è così, lui è a quel modo, lui è arrabbiato”. Ma no, è la sua stessa idiozia che glielo suggerisce.
G.I.Gurdjieff - Incontri con Gurdjieff - 1944-1946, p 104
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