Un giorno, nella cerchia dei suoi più stretti iniziati, il Santo Buddha
parlò in termini precisi d'un mezzo con cui essi avrebbero potuto
distruggere nella propria natura le conseguenze delle proprietà
dell'organo kundabuffer trasmessesi per eredità.
Disse fra l'altro:
"Uno dei mezzi migliori per rendere inoffensive le predisposizioni
dovute alla cristallizzazione delle conseguenze delle proprietà
dell'organo kundabuffer nelle vostre nature è la 'sofferenza
volontaria'; e la più grande 'sofferenza volontaria' che noi possiamo
suscitare nelle nostre presenze è quella di costringerci a sopportare le
sgradevoli manifestazioni altrui nei nostri confronti".
Questa
spiegazione del Santo Buddha venne diffusa tra gli esseri ordinari,
insieme con altri precetti, dai suoi più stretti iniziati, e quando
questi ultimi ebbero subito il sacro processo del "raskuarno" continuò a
trasmettersi di generazione in generazione.
Come già ti ho detto,
figliolo dopo il disastro di Atlantide una particolarità detta "bisogno
organo-psichico di cercare mezzogiorno alle tre" s'era fissata nello
psichismo di quegli esseri tricentrici. E sotto l'influsso di questa
particolarità gli esseri della seconda e della terza generazione
successiva ai contemporanei del Santo Buddha si misero a loro volta,
per sventura di tutti gli esseri terrestri tricerebrali presenti e
futuri, a cercare sempre più tenacemente "mezzogiorno alle tre"riguardo
al consiglio del Santo Buddha, formandosene infine una particolare
concezione, che si trasmise a sua volta alle generazioni successive,
secondo cui la "sopportazione" doveva assolutamente praticarsi nella più
completa solitudine.
[..]
«Ebbene, figliolo, dal momento in cui si sparse laggiù questa specifica concezione, alcuni tuoi beniamini abbandonarono deliberatamente le condizioni già stabilite d'esistenza esserica ordinaria a causa delle quali si era rinforzata la predisposizione a cristallizzare nelle loro presenze le conseguenze delle proprietà dell'organo kundabuffer.
E tuttavia, come presumeva il Divino Maestro Buddha, queste condizioni erano le sole in cui la "sopportazione" delle sgradevoli manifestazioni altrui potesse cristallizzare nella loro presenza le realizzazioni volontarie dette "partk-dolg-doveri esserici", che sono necessarie in generale a tutti gli esseri tricentrici e senza le quali non è possibile alcun "perfezionamento di sé".
Così per sopportare la loro famosa "sofferenza", numerosi esseri tricerebrali del tuo pianeta, sia isolatamente sia in gruppi, vale a dire con quelli che la pensavano come loro, si ritirarono dalla società dei loro simili.
Fondarono persino a questo scopo alcune speciali colonie organizzate sulla base di un'esistenza in comune, ma nelle quali tutto era stato previsto in modo tale da permetter loro di acquisire la "sopportazione" in solitudine.
Comparvero così per la prima volta i loro famosi "monasteri , di cui alcuni esistono ancora ai nostri giorni, dove i tuoi beniamini vanno, come dicono, a "salvarsi l'anima".
G. I. Gurdjieff - I racconti di Belzebù a suo nipote, pp 196-198