lunedì 8 maggio 2017

Metodi di osservazione di sé - Ouspensky

Per cominciare lo studio di sé è necessario studiare metodi di osservazione di sé, ma questa a sua volta deve essere basata su una certa comprensione delle divisioni delle nostre funzioni. La nostra idea ordinaria di queste divisioni è completamente errata. Conosciamo la differenza tra funzioni intellettuali ed emozionali. Per esempio, quando discutiamo le cose, ci riflettiamo sopra, le confrontiamo con altre, inventiamo spiegazioni o troviamo vere spiegazioni: questo è tutto lavoro intellettuale; mentre amore, odio, paura, sospetto e così via, sono emozionali. Molto spesso però, quando cerchiamo di osservarci, confondiamo addirittura funzioni intellettuali ed emozionali; quanto realmente sentiamo, chiamiamo pensare, e quanto pensiamo chiamiamo sentire.
Ma nel corso dello studio apprendiamo in qual maniera questi differiscano. Per esempio, c’è un’enorme differenza di velocità, ma ne parleremo in seguito.
Ci sono poi altre due funzioni che nessun sistema di ordinaria psicologia divide e comprende in maniera giusta: la funzione istintiva e la funzione motrice. Quella istintiva si riferisce al lavoro interno dell’organismo: digestione del cibo, battiti del cuore, respirazione, queste sono funzioni istintive. Alle funzioni istintive appartengono anche i sensi ordinari: vista, udito, odorato, gusto, tatto, la sensazione di freddo e di caldo, cose del genere; e ciò in realtà è tutto. Tra i movimenti esterni, soltanto i riflessi semplici appartengono alla funzione istintiva, in quanto quelli più complicati appartengono alla funzione motoria. E facilissimo distinguere fra funzioni istintive e funzioni motorie. Non dobbiamo apprendere nulla di quanto appartiene alla funzione istintiva; siamo nati con le capacità di usare tutte le funzioni istintive. Le funzioni motorie, invece, debbono tutte essere apprese: un bambino impara a camminare, a scrivere, e così via. Esiste un’enorme differenza tra le due funzioni in quanto non c’è nulla di inerente nelle funzioni motorie mentre quelle istintive sono tutte inerenti.
Quindi, nell’osservazione di sé, è necessario prima di tutto dividere queste quattro funzioni e classificare immediatamente tutto ciò che osserviamo, dicendo: “Questa è una funzione intellettuale”, “Questa è una funzione emozionale” e così di seguito.
Se praticherete questa osservazione per qualche tempo, vi potrà accadere di notare alcune cose strane. Scoprirete, per esempio, che la cosa realmente difficile nell’osservazione è che ve ne dimenticate. Cominciate con l’osservare, le vostre emozioni si mettono in relazione con qualche tipo di pensiero, e voi dimenticate di osservarvi.
Un’altra volta, dopo un po’ di tempo, se continuerete nello sforzo di osservare, che è una funzione nuova non usata nella stessa maniera nel la vita ordinaria, noterete un’altra cosa interessante: generalmente non ricordate voi stessi. Se poteste essere consapevoli di voi stessi tutto il tempo, sareste sempre capaci di osservare, o in ogni caso finché ne avete voglia. Ma poiché non potete ricordare voi stessi, non vi potete concentrare; questo è il motivo per cui dovrete ammettere di non avere volontà. Se poteste ricordare voi stessi, avreste volontà e potreste fare ciò che vi piace. Ma non potete ricordare voi stessi, non potete essere consapevoli di voi stessi e perciò non avete volontà. Qualche volta potrete avere volontà per breve tempo, ma questa si rivolge verso qualcos’altro e voi la dimenticate.


P. D. Ouspensky, La Quarta Via, pp 10-11

 

 

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