"Finché
avanziamo intruppati nel gregge la vita è relativamente facile, coi
suoi alti e bassi (mai troppo bassi e nemmeno troppo alti). Ma appena
dal gregge cerchiamo di uscirne ecco saltar fuori mille forze che hanno
il massimo interesse a farci "fare come tutti gli altri". Scopriamo
allora quanto la nostra prigione sia ben custodita. Scopriamo anche che
siamo capaci di scivolare altrettanto in basso
di quanto riusciamo a salire in alto, e che in realtà i nostri abissi
sono esattamente proporzionali alle nostre altezze. Queste forze avverse
sono molto coscienti e sembrano avere come solo fine quello di
scoraggiare il ricercatore o di farlo deviare dal cammino intrapreso. Il
ricercatore se le sentirà piombare addosso improvvise come una mazzata;
e in pochi secondi si ritroverà ad essere "un altro", totalmente
dimentico dei suoi fini, dei suoi sforzi, della sua ragion d'essere,
come se tutto fosse stato spazzato via, spogliato di senso, distrutto.
A queste forze avverse, nella storia spirituale del mondo, sono stati
dati una quantità di nomi demoniaci e oscuri, come se loro fossero lì
unicamente per far dannare il ricercatore e per mettere senza ragione
nei guai la brava gente. L'esperienza ci mostra però che queste forze
perturbatrici hanno un loro posto nell'economia universale e che ci
possono disturbare solo a livello della nostra piccola coscienza
momentanea, e per giunta con un preciso fine. Prima di tutto sono lì per
colpirci nel punto debole dell'armatura: se fossimo saldi e tutti d'un
pezzo, non potrebbero sfiorarci neanche per un attimo. In secondo luogo,
se invece di star lì a lamentarci e ad accusare il diavolo o la
cattiveria del mondo, cominceremo - grazie proprio alle loro
interferenze - a guardarci dentro, ci accorgeremo che ognuno di questi
attacchi ha smascherato una delle innumerevoli "disonestà da uomo
onesto", e ha sollevato un poco quei cappottini che ci buttiamo addosso
per non vedere.
Cappottini, o cappottacci, che non ricoprono
solo le nostre pustole, ma quelle di tutti: le piccole insufficienze e
le enormi sufficienze di ciascuno. E se a volte le forze perturbatrici
ce li strappano di dosso un pò brutalmente non è per caso o per gratuita
malignità, ma per farci vedere chiaro e costringerci ad una perfezione
dinanzi alla quale recalcitriamo. Perché, appena afferriamo un filo di
verità o un filino d'ideale, noi tendiamo malauguratamente a
rinchiuderli a tripla mandata in un'ermetica e infallibile struttura, e a
non muoverci più di lì. In altri termini, queste forze poco garbate
rappresentano strumenti di progresso sia per ciascun individuo che per
il mondo. "Quel che ti fa cadere a terra è quel che ti fa rialzare",
dice nella sua saggezza il Kularnava Tantra."
(Satprem - Sri Aurobindo, L'Avventura della Coscienza)
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