lunedì 2 luglio 2018

Forze avverse - Aurobindo

"Finché avanziamo intruppati nel gregge la vita è relativamente facile, coi suoi alti e bassi (mai troppo bassi e nemmeno troppo alti). Ma appena dal gregge cerchiamo di uscirne ecco saltar fuori mille forze che hanno il massimo interesse a farci "fare come tutti gli altri". Scopriamo allora quanto la nostra prigione sia ben custodita. Scopriamo anche che siamo capaci di scivolare altrettanto in basso di quanto riusciamo a salire in alto, e che in realtà i nostri abissi sono esattamente proporzionali alle nostre altezze. Queste forze avverse sono molto coscienti e sembrano avere come solo fine quello di scoraggiare il ricercatore o di farlo deviare dal cammino intrapreso. Il ricercatore se le sentirà piombare addosso improvvise come una mazzata; e in pochi secondi si ritroverà ad essere "un altro", totalmente dimentico dei suoi fini, dei suoi sforzi, della sua ragion d'essere, come se tutto fosse stato spazzato via, spogliato di senso, distrutto.

A queste forze avverse, nella storia spirituale del mondo, sono stati dati una quantità di nomi demoniaci e oscuri, come se loro fossero lì unicamente per far dannare il ricercatore e per mettere senza ragione nei guai la brava gente. L'esperienza ci mostra però che queste forze perturbatrici hanno un loro posto nell'economia universale e che ci possono disturbare solo a livello della nostra piccola coscienza momentanea, e per giunta con un preciso fine. Prima di tutto sono lì per colpirci nel punto debole dell'armatura: se fossimo saldi e tutti d'un pezzo, non potrebbero sfiorarci neanche per un attimo. In secondo luogo, se invece di star lì a lamentarci e ad accusare il diavolo o la cattiveria del mondo, cominceremo - grazie proprio alle loro interferenze - a guardarci dentro, ci accorgeremo che ognuno di questi attacchi ha smascherato una delle innumerevoli "disonestà da uomo onesto", e ha sollevato un poco quei cappottini che ci buttiamo addosso per non vedere.

Cappottini, o cappottacci, che non ricoprono solo le nostre pustole, ma quelle di tutti: le piccole insufficienze e le enormi sufficienze di ciascuno. E se a volte le forze perturbatrici ce li strappano di dosso un pò brutalmente non è per caso o per gratuita malignità, ma per farci vedere chiaro e costringerci ad una perfezione dinanzi alla quale recalcitriamo. Perché, appena afferriamo un filo di verità o un filino d'ideale, noi tendiamo malauguratamente a rinchiuderli a tripla mandata in un'ermetica e infallibile struttura, e a non muoverci più di lì. In altri termini, queste forze poco garbate rappresentano strumenti di progresso sia per ciascun individuo che per il mondo. "Quel che ti fa cadere a terra è quel che ti fa rialzare", dice nella sua saggezza il Kularnava Tantra."



(Satprem - Sri Aurobindo, L'Avventura della Coscienza)


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