mercoledì 21 giugno 2017

I sette tipi di uomo - Ouspensky

L’uomo, in relazione alle funzioni e agli stati di consapevolezza e dal punto di vista della sua possibile evoluzione, è diviso in sette categorie.
Le persone nascono soltanto in una delle prime tre categorie. Una persona in cui predomina la funzione istintiva o motoria, e in cui le funzioni intellettuali ed emozionali sono meno sviluppate, è chiamata uomo n. 1; ma se la funzione emozionale predomina sulle altre funzioni, è chiamata uomo n. 2; e, se predomina la funzione intellettuale, egli è uomo n. 3. Oltre questi tre tipi di uomo, ma non nato come tale, c’è l’uomo n. 4. Ciò significa l’inizio del mutamento, principalmente nella consapevolezza, ma anche nella conoscenza e capacità di osservazione. Poi vie ne l’uomo n. 5 che ha già sviluppato in se stesso il terzo stato di consapevolezza, cioè la consapevolezza di sé, ed in cui agisce la funzione emozionale superiore. Poi viene l’uomo n. 6, ed infine l’uomo n. 7, che ha piena consapevolezza obiettiva e nel quale opera la funzione intellettuale superiore.

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Cercate di riflettere un po’ sulle caratteristiche di queste sette categorie di uomo. Per esempio, quali potrebbero essere le caratteristiche generali dell’uomo 1, 2, 3? Prima di tutto il sonno. L’uomo 1, 2 e 3, prima di cominciare a studiare se stesso in collegamento con qualche sistema che gli dia la possibilità dello studio di sé, trascorre tutta la sua vita nel sonno. Egli ha l’aspetto di uno che è desto, ma in realtà non è mai sveglio, oppure occasionalmente si sveglia per un momento, si guarda attorno e ricade nel sonno. Questa è la prima caratteristica dell’uomo 1, 2 e 3. La seconda caratteristica sta nel fatto che, sebbene egli abbia parecchi ‘io’ differenti, alcuni di questi ‘io’ non si conoscono nemmeno tra loro. L’uomo può avere atteggiamenti ben definiti, convinzioni precise, punti di vista ben definiti e d ’altra parte può avere convinzioni affatto differenti, punti di vista completamente diversi, simpatie e antipatie completamente diverse, e uno di essi non conosce l’altro. Questa è una delle principali caratteristiche dell’uomo 1, 2 e 3.


P. D. Ouspensky, La Quarta Via, pp 23-24 

 

 

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