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Come ho detto, il primo passo sta nel cercare di non esprimere queste emozioni negative; il secondo passo è lo studio delle emozioni negative stesse, facendone elenchi, scoprendo le loro relazioni - in quanto al cune sono semplici e alcune complesse - e cercando di comprendere che sono assolutamente inutili. Può sembrare strano, ma è importantissimo comprendere che tutte le emozioni negative sono assolutamente inutili; non servono ad alcuno scopo utile; non ci danno la conoscenza di cose nuove e non ci portano più vicini a cose nuove; non ci danno energia,non fanno altro che consumare energia e creare illusioni spiacevoli. Arrivano persino a rovinare la salute fisica.
In terzo luogo, dopo una certa quantità di studio e di osservazione è possibile arrivare alla conclusione che possiamo liberarci delle emozioni negative, che non sono obbligatorie. Qui il sistema è di aiuto per ché mostra che in realtà non esiste un centro reale per le emozioni negative, ma che esse appartengono ad un centro artificiale in noi, che noi creiamo nell’infanzia imitando persone con emozioni negative da cui siamo circondati. Alcuni addirittura insegnano ai bambini ad esprimere emozioni negative. Poi i bambini apprendono ancora di più con l’imitazione, essi imitano bambini più anziani; questi imitano gli adulti e così, già in età giovanissima, divengono professori di emozioni negative.
E una gran liberazione quando cominciamo a comprendere che non esistono emozioni negative obbligatorie. Siamo nati senza di esse, ma per qualche ignota ragione insegniamo a noi stessi emozioni negative.
D. Per essere liberi dalle emozioni negative, dobbiamo essere capaci di impedire che sorgano?
R. Questo è sbagliato, perché non possiamo controllare le emozioni.
Ho già parlato della diversa rapidità di funzioni differenti. La funzione intellettuale è la più lenta. Poi vengono la funzione motoria e istintiva, che hanno una velocità approssimativamente uguale, e che è enorme mente più rapida di quella intellettuale. La funzione emotiva dovrebbe essere ancora più veloce, ma generalmente funziona pressappoco alla stessa velocità di quella istintiva. Quindi le funzioni motorie, istintive ed emozionali sono assai più rapide del pensiero ed è perciò impossibile cogliere le emozioni col pensiero. Quando ci troviamo in uno stato emotivo, esse si succedono così rapidamente da non darci il tempo di pensare. Ma possiamo avere un’idea della differenza di rapidità confrontando le funzioni del pensiero con quelle motorie. Se, effettuando qualche rapido movimento, cercate di osservare voi stessi, vedrete che non potete. Il pensiero non può seguire il movimento. O dovete fare il movimento lentissimamente o non potete osservare. Questo è un fatto certo.
P. D. Ouspensky, La Quarta Via, pp 17-18
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