Domanda: Ho lavorato soprattutto sull’amore per sé stessi.
Gurdjieff: Senza amore per sé stessi non si può fare niente. Ci sono due diverse qualità di amore per sé stessi. La prima è qualcosa di sporco, l’altra è un impulso, l’amore del vero “Io”. Senza questo è impossibile muoversi. Un antico detto hindu dice: “Felice è chi ama sé stesso, perché può amare me”. Vedo dal resoconto di Madame De Salzmann che nessuno di voi mi ha capito. Vedete, c’è bisogno di fuoco. Senza fuoco non ci sarà mai niente. Questo fuoco è sofferenza, sofferenza volontaria, senza la quale non è possibile creare alcunché. Bisogna prepararsi, bisogna sapere che cosa ci farà soffrire e, quando questa cosa si presenta, farne uso. Solo lei può prepararsi, solo lei sa cosa la fa soffrire, cosa crea il fuoco che cuoce, che cementa, che cristallizza, che fa. Soffra per i suoi difetti, per il suo orgoglio, per il suo egoismo. Ricordi a sé stesso qual è lo scopo. Senza una sofferenza volontaria non accade niente, perché più si è coscienti e meno si soffre. Senza una sofferenza volontaria non avviene alcun processo ulteriore, niente. È per questo che la sua_coscienza deve preparare ciò che le serve. Lei è in debito con la natura. Per il cibo che mangia, che nutre la sua vita. Deve pagare per queste sostanze cosmiche. Ha un debito, ha un obbligo che deve ripagare con il lavoro consapevole. Non mangi come un animale. ripaghi la natura per quello che le ha dato. La natura, sua madre. Il lavoro — goccia, dopo goccia, dopo goccia — accumulato nel corso di giorni, mesi, anni, secoli forse
darà qualche risultato.
G.I.Gurdjieff - Incontri con Gurdjieff - 1941-1943, pp 21-22
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