venerdì 3 febbraio 2017

Gurdjieff e Sebottendorff

L’occasione per una riflessione su tutto quello che in breve andremo ad esporre è venuta da una nostra recente visita ad Istanbul (l’antica Costantinopoli), oggi straordinaria ed affascinante città di circa 15 milioni di abitanti: un quarto della popolazione di tutta la Turchia di oggi vive là. Rudolf von Sebottendorff (1875-1945) e George Ivanovitch Gurdjieff (1875?-1949) sono stati due fondamentali ed eccezionali personaggi, non solo del mondo esoterico del secolo scorso, ma soprattutto per le implicazioni a livello globale che le loro attività e viaggi hanno prodotto nel corso della storia europea della prima metà del ‘900. La loro vita stessa è avvolta da un alone di leggenda e di mistero, tanto che non saremmo certo in grado di darne in questo articolo un quadro soddisfacente, non è il nostro compito: per una loro biografia poco più che approssimativa (che di certo nessuno storico sarà mai in grado di completare) – purtroppo carente nel riassunto cronologico quella del Moore - suggeriamo di leggere il libro di James Moore Gurdjieff anatomia di un mito – Il punto d’incontro , Vicenza 1999 – e il capitolo su Sebottendorff che Nicholas Goodrick Clarke gli ha dedicato nel suo Le radici occulte del nazismo – Sugarco, Milano 1993. Punto focale di questo nostro scritto sarà piuttosto dare risposta alle domande che un nostro personale Genio da tempo ci aveva messo in testa: è possibile che questi due avventurosi personaggi si siano incontrati? E dove? È pure possibile che per un certo periodo di tempo abbiano collaborato? Vari episodi e atti della loro vita ci offrono questa possibilità, inoltre entrambi, proprio nello stesso periodo, avevano volutamente reso quasi impossibile ad altri la capacità di ricostruire determinate tappe della loro misteriosa vita. Questo è dovuto al fatto che entrambi scrissero le loro “autobiografie” in forma assolutamente romanzata e criptica, e difficilmente verificabile: Sebottendorff con il suo Der Talisman des Rosenkreuzers (Pfullingen 1925) e Gurdjieff con il suo Incontri con uomini straordinari (vedi edizione Adelphi, Milano 1977). Basti per tutti un fatto ormai assodato: ancora oggi non si sa con esattezza in che anno sia nato Gurdjieff (spazia in un periodo che gli storici pongono tra il 1866 ed il 1877)! O, per contro, qual’era il vero nome di Rudolf von Sebottendorff (probabilmente, secondo Clarke, si chiamava Adam Alfred Rudolf Glauer). Solo in seguito agli avvenimenti che qui citeremo, a Rudolf Glauer venne concesso il diritto di fregiarsi del cognome e del titolo di Barone von Sebottendorff von der Rose (1914). Tutto ruota attorno ad un altro dato di fatto, questa volta una grande difficoltà e apparentemente senza soluzione per i biografi, e cioè in tutti e due i casi l’impossibilità di poter fornire date certe sulla loro presenza in determinati luoghi di nostro interesse per questa ricerca. Però, se si utilizzano determinate deduzioni, si potrà scoprire che Gurdjieff e Sebottendorff, guarda caso, si trovarono almeno in due posti esattamente nello stesso periodo: al Cairo e a Istanbul sul finire dell’800. E due uomini così particolari non potevano certamente non “riconoscersi” a livello esoterico, e di conseguenza a frequentarsi per un certo periodo. Vediamo di essere più precisi. Glauer/Sebottendorff era nato il 9 novembre 1875, e questo è un dato certo. Nell’anno della morte di suo padre (1893) si diplomò in un istituto tecnico. Raggiunta la maggior età (21 anni nel 1896) venne arruolato in Marina ma presto venne riformato a causa di un’ernia. Non potendo frequentare l’Università decise di conoscere il mondo imbarcandosi nella primavera del 1898 dalla Germania su di un piroscafo diretto a New York e poi su altre navi sino a raggiungere il Cairo in Egitto nel luglio del 1900. Ma questi ultimi dati ci vengono forniti in realtà da Sebottendorff stesso nel suo Der Talisman. Per contro un altro autore, di nome Ernst Tiede, nel suo libro Astrologisches Lexicon , del 1922, ci dice in una nota che senza dubbio Glauer era già presente al Cairo nel 1897 per lavorarvi per ben 3 anni (sino al 1900) al servizio di un proprietario terriero turco (dobbiamo ricordare che a quei tempi esisteva ancora l’Impero Ottomano). Questi 3 anni di differenza sono di estrema importanza per le nostre tesi perché avvicinano di molto la possibilità che Glauer/Sebottendorff possa aver conosciuto il filosofo caucasico Gurdjieff al Cairo intorno al 1897-1898, per poi andare con lui a Istanbul nel 1899-1900 ( dove tra l’altro risedettero nella stessa zona centrale di Istanbul, tra il quartiere Pera e la Torre Galata). Intorno ai vent’anni di età (o forse anche prima, dipende da quando Gurdjieff nacque effettivamente) Gurdjieff si era recato precipitosamente dall’Asia – voleva dirigersi in Turkestan – sino ad Alessandria d’Egitto e in seguito al Cairo, dopo che aveva trovato, insieme al suo amico Pogossian, una misteriosa Mappa dell’Egitto di prima delle Sabbie, sensazionale scoperta che aveva completamente cambiato i suoi piani di viaggio e che in seguito radicò definitivamente determinate sue credenze sul passato dell’Uomo e sulla storia ciclica delle civiltà (infatti Gurdjieff credeva fermamente nell’esistenza di un’antica civiltà che ci aveva preceduto e che ancora oggi, grazie al filosofo Platone, noi chiamiamo “Atlantide”). Nel giro di breve tempo Gurdjieff al Cairo, così ci dice nel suo Incontri, aveva assunto conoscenze dei luoghi archeologici tali da diventare una guida turistica tra le Piramidi di Giza e lì aveva conosciuto il Principe russo Jurij Ljubovedskij. Ma, proprio in quel periodo (diciamo 1897 o 1898, sposiamo pertanto le tesi cronologiche di Tiede) lo stesso Sebottendorff, probabilmente coetaneo di Gurdjieff, si era voluto recare alle Piramidi di Giza (dove, ricordiamo, Gurdjieff svolgeva l’attività di guida) per visitarle, dato che si stava appassionando di esoterismo e, come Gurdjieff, aveva incominciato ad interessarsi alle danze cerimoniali e alla tradizione dei Dervisci Mevlevi e Baktashi. Possiamo ben dire che le coincidenze siano troppe per escludere l’eventualità che i due colti avventurieri si siano incontrati o conosciuti. Al contrario, è ben più difficile che ciò non sia accaduto, data la convergenza di interessi in comune! Tanto più che sia Gurdjieff che Sebottendorff, subito dopo l’esperienza egiziana, si recheranno, guarda caso, nello stesso luogo e nello stesso periodo: esattamente ad Istanbul. Questa città clamorosamente cosmopolita ed estremamente vitale gioca un ruolo fondamentale nell’ambito della nostra indagine: qui, vicino alla Torre Galata, nei pressi di un Centro dei Mevlevi (dove durante il nostro viaggio abbiamo assistito a un’impressionante cerimonia di Dervisci ruotanti) , Gurdjieff, insieme ad una quindicina di suoi compagni (vi era presente anche una donna) sarà il promotore della formazione dei Cercatori della Verità , un’associazione formata da giovani intellettuali volti alla ricerca della conoscenza tradizionale ed esoterica più antica del mondo: la Confraternita dei Sarmoung. Siamo nel 1900: da qui a breve il coraggioso esploratore caucasico partirà per un percorso legato a tappe che, attraverso visite predisposte a monasteri esoterici, lo porteranno sino al Turkestan cinese e poi in Tibet (la traduzione in italiano del libro di C. Stanley Nott Insegnamenti di Gurdjieff - Lantana editore srl 2011 -, ha definitivamente confermato la permanenza in Tibet di Gurdjieff per almeno 3 anni come assistente del XIII Dalai Lama, sino all’arrivo della rovinosa spedizione militare anglo –indiana del 1903-1904). A parte pochi personaggi , Gurdjieff non rivelerà mai le vere generalità di tutti gli altri appartenenti ai Cercatori della Verità, probabilmente perché le successive “attività” politiche di alcuni di questi lo avrebbero, alla fine, messo in imbarazzo di fronte all’opinione pubblica. Si è parlato con insistenza di Karl Haushofer (1869-1946), il fondatore della “Geopolitica” e mentore di Rudolf Hess, come membro occulto dei Cercatori, ma per noi uno di questi fu piuttosto Sebottendorff, il quale, come è universalmente noto, da una branca di un’associazione segreta, il Germanenorden (1912) fonderà a Monaco di Baviera, il 18 agosto 1918, la Thule Gesellschaft (la Società Thule), il trampolino di lancio del futuro Partito Nazionalsocialista di Adolf Hitler (1889-1945). Sebottendorff infatti, a partire dal 1902 e sino al 1934, continuerà a viaggiare tra la Turchia e la Germania, per poi rimanere in Turchia sino alla morte per suicidio avvenuta nel maggio del 1945: egli acquisirà infatti anche la cittadinanza turca, oltre a quella tedesca. Dai sue due saggi tradotti in Italia, La Pratica operativa dell’antica Massoneria Turca (ed. Arktos 1995) e Prima che Hitler venisse (ed. Arktos 2003) traspare un cambiamento progressivo nelle sue convinzioni personali senza però mai dimenticarsi alcuni insegnamenti fondamentali appresi, secondo noi, nel periodo Gurdjieffiano tra il Cairo e Istanbul e cioè che : “Dio non è esterno all’uomo ma è il destino stesso di ogni individuo – Lo scopo di ogni uomo è quello di nobilitarsi e di acquisire una conoscenza più vasta – e – Soltanto un’azione che viene da noi stessi può darci la salvezza” (da Jean Mabire: Thule, il Sole ritrovato degli Iperborei, Età dell’acquario 2007, pp. 148-149). Gurdjieff in seguito si recherà da Istanbul in Germania (Berlino, dall’agosto del 1921 al giugno del 1922) in un periodo in cui vi era presente anche Sebottendorff , e non è detto che, anche in questa occasione, non si siano incontrati, anche se la cosa appare meno probabile (ma non impossibile). A questo punto del nostro studio, prima di introdurre alcuni concetti decisivi per comprendere appieno il nostro pensiero, è necessario porre in chiaro che il mettere in relazione di conoscenza questi due personaggi, non ha affatto lo scopo di accusare il Maestro Gurdjieff di alcunché, nonostante le attività framassoniche di Sebottendorff si dimostreranno successivamente un primo banco di prova per la deriva nazista. Non ci uniamo per nulla alle accuse che, in modo per nulla velato, vennero poste da Louis Pauwels nel suo Monsieur Gurdjieff (Mediterranee, 1996) nei confronti del “Maestro di Danza” caucasico di sotterranea collaborazione con la Società di Thule e con il Nazionalsocialismo. Vogliamo solo rimarcare il fatto che nel nostro modo di pensare, la ricerca delle basi storico-archeologiche delle più antiche fonti tradizionali del mondo, o molto più semplicemente, uno studio su una base di indagine comune, può portare ad atti e a sviluppi successivi completamente diversi a seconda dell’indole dei diversi individui e soprattutto delle loro aspirazioni. Un’approfondita analisi comparata dei comuni interessi di queste due importanti personalità è al di fuori degli obiettivi di questo scritto: una per tutte valga la passione comune dei due personaggi per i misteri dell’esoterismo islamico nelle sue più svariate forme. Ci potrà però essere di aiuto un approccio e un’ indagine comparativa su alcuni elementi simbolici alla base, noi pensiamo, delle più lontane conoscenze tradizionali dell’Uomo. Molto semplicemente, varie informazioni in nostro possesso prendono in considerazione il fatto che una civiltà precedente (che noi chiamiamo Atlantide, Mu o come vogliamo chiamarla) di diffusione mondiale aveva raccolto gran parte delle sue conoscenze in un “simbolo numerico astrologico” chiamato “Mappa Universale” o Kanagi Guruma, evoluzione di quello che viene chiamato in Oriente “Quadrato Magico” Lo Shu : la forma infatti poteva essere circolare o quadrata. Gran parte dei simboli che più hanno influito nella storia della nostra società, anche moderna, derivano da questo modello “madre”, così come i più famosi calendari della storia (quello messicano per esempio), le mappe astrologiche, quelle celesti, le forme di scrittura, i 64 esagrammi, i simboli più conosciuti o addirittura i Mandala tibetani. Uno dei modelli simbolici segreti dei Sufi Mevlevi, per esempio, la Stella Verde a dodici punte, o addirittura il simbolo del “Sole Nero” nazista nel castello SS di Wewelsburg, derivano dal ricordo di questa forma-simbolo-modello astrologico primordiale. Così pure l’Enneagramma di Gurdjieff, la Svastica tanto cara a Sebottendorff e la Stella a sei punte della Confraternita dei Polari. Se si studia a fondo il “Kanagi Guruma”, nella sua forma circolare o quadrata, si giungerà dopo diverso tempo a queste conclusioni: diamo comunque a fine articolo una serie di libri utili a una comprensione oggettiva di tutti questi argomenti. Ecco che, per tutti questi motivi, personalità così attente come Sebottendorff e Gurdjieff avranno compreso questi concetti generali di cui sopra già al loro tempo, più di cento anni fa, e secondo le loro specifiche inclinazioni personali, ognuno andò per la sua strada, dopo aver fatto parte dei Cercatori della Verità: Sebottendorff tornò in Germania mentre Gurdjieff raggiunse il Tibet. La Tradizione esoterica è sempre una sola: un suo assennato utilizzo è responsabilità del singolo Maestro. Per ulteriori approfondimenti (oltre ai saggi già citati nell’articolo): Walter Catalano, Applausi per mano sola, Clinamen 2001; Rene Alleau, Le origini occulte del Nazismo, Mediterranee 2000; Edred Thorsson, Futhark: a handbook of Rune Magic, Weiser Books 1984; Michio Kushi, Mondi dimenticati, Mediterranee 1993; Rafael Lefort, I maestri di Gurdjieff, Mediterranee 1998. Aggiornamento agosto 2014: Zam Bhotiva, Asia Mysteriosa, a cura di G. de Turris e M. Zagni, Arkeios 2013.


http://edmundkiss-zama.blogspot.it/2013/04/gurdjieff-e-sebottendorff.html

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