L’occasione per una riflessione su tutto quello che in breve andremo ad
esporre è venuta da una nostra recente visita ad Istanbul (l’antica
Costantinopoli), oggi straordinaria ed affascinante città di circa 15
milioni di abitanti: un quarto della popolazione di tutta la Turchia di
oggi vive là.
Rudolf von Sebottendorff (1875-1945) e George Ivanovitch Gurdjieff
(1875?-1949) sono stati due fondamentali ed eccezionali personaggi, non
solo del mondo esoterico del secolo scorso, ma soprattutto per le
implicazioni a livello globale che le loro attività e viaggi hanno
prodotto nel corso della storia europea della prima metà del ‘900.
La loro vita stessa è avvolta da un alone di leggenda e di mistero,
tanto che non saremmo certo in grado di darne in questo articolo un
quadro soddisfacente, non è il nostro compito: per una loro biografia
poco più che approssimativa (che di certo nessuno storico sarà mai in
grado di completare) – purtroppo carente nel riassunto cronologico
quella del Moore - suggeriamo di leggere il libro di James Moore
Gurdjieff anatomia di un mito – Il punto d’incontro , Vicenza 1999 – e
il capitolo su Sebottendorff che Nicholas Goodrick Clarke gli ha
dedicato nel suo Le radici occulte del nazismo – Sugarco, Milano 1993.
Punto focale di questo nostro scritto sarà piuttosto dare risposta alle
domande che un nostro personale Genio da tempo ci aveva messo in testa: è
possibile che questi due avventurosi personaggi si siano incontrati? E
dove? È pure possibile che per un certo periodo di tempo abbiano
collaborato? Vari episodi e atti della loro vita ci offrono questa
possibilità, inoltre entrambi, proprio nello stesso periodo, avevano
volutamente reso quasi impossibile ad altri la capacità di ricostruire
determinate tappe della loro misteriosa vita. Questo è dovuto al fatto
che entrambi scrissero le loro “autobiografie” in forma assolutamente
romanzata e criptica, e difficilmente verificabile: Sebottendorff con il
suo Der Talisman des Rosenkreuzers (Pfullingen 1925) e Gurdjieff con il
suo Incontri con uomini straordinari (vedi edizione Adelphi, Milano
1977).
Basti per tutti un fatto ormai assodato: ancora oggi non si sa con
esattezza in che anno sia nato Gurdjieff (spazia in un periodo che gli
storici pongono tra il 1866 ed il 1877)! O, per contro, qual’era il vero
nome di Rudolf von Sebottendorff (probabilmente, secondo Clarke, si
chiamava Adam Alfred Rudolf Glauer). Solo in seguito agli avvenimenti
che qui citeremo, a Rudolf Glauer venne concesso il diritto di
fregiarsi del cognome e del titolo di Barone von Sebottendorff von der
Rose (1914).
Tutto ruota attorno ad un altro dato di fatto, questa volta una grande
difficoltà e apparentemente senza soluzione per i biografi, e cioè in
tutti e due i casi l’impossibilità di poter fornire date certe sulla
loro presenza in determinati luoghi di nostro interesse per questa
ricerca. Però, se si utilizzano determinate deduzioni, si potrà scoprire
che Gurdjieff e Sebottendorff, guarda caso, si trovarono almeno in due
posti esattamente nello stesso periodo: al Cairo e a Istanbul sul
finire dell’800. E due uomini così particolari non potevano certamente
non “riconoscersi” a livello esoterico, e di conseguenza a frequentarsi
per un certo periodo. Vediamo di essere più precisi.
Glauer/Sebottendorff era nato il 9 novembre 1875, e questo è un dato
certo. Nell’anno della morte di suo padre (1893) si diplomò in un
istituto tecnico. Raggiunta la maggior età (21 anni nel 1896) venne
arruolato in Marina ma presto venne riformato a causa di un’ernia. Non
potendo frequentare l’Università decise di conoscere il mondo
imbarcandosi nella primavera del 1898 dalla Germania su di un piroscafo
diretto a New York e poi su altre navi sino a raggiungere il Cairo in
Egitto nel luglio del 1900. Ma questi ultimi dati ci vengono forniti in
realtà da Sebottendorff stesso nel suo Der Talisman. Per contro un altro
autore, di nome Ernst Tiede, nel suo libro Astrologisches Lexicon , del
1922, ci dice in una nota che senza dubbio Glauer era già presente al
Cairo nel 1897 per lavorarvi per ben 3 anni (sino al 1900) al servizio
di un proprietario terriero turco (dobbiamo ricordare che a quei tempi
esisteva ancora l’Impero Ottomano). Questi 3 anni di differenza sono di
estrema importanza per le nostre tesi perché avvicinano di molto la
possibilità che Glauer/Sebottendorff possa aver conosciuto il filosofo
caucasico Gurdjieff al Cairo intorno al 1897-1898, per poi andare con
lui a Istanbul nel 1899-1900 ( dove tra l’altro risedettero nella stessa
zona centrale di Istanbul, tra il quartiere Pera e la Torre Galata).
Intorno ai vent’anni di età (o forse anche prima, dipende da quando
Gurdjieff nacque effettivamente) Gurdjieff si era recato
precipitosamente dall’Asia – voleva dirigersi in Turkestan – sino ad
Alessandria d’Egitto e in seguito al Cairo, dopo che aveva trovato,
insieme al suo amico Pogossian, una misteriosa Mappa dell’Egitto di
prima delle Sabbie, sensazionale scoperta che aveva completamente
cambiato i suoi piani di viaggio e che in seguito radicò definitivamente
determinate sue credenze sul passato dell’Uomo e sulla storia ciclica
delle civiltà (infatti Gurdjieff credeva fermamente nell’esistenza di
un’antica civiltà che ci aveva preceduto e che ancora oggi, grazie al
filosofo Platone, noi chiamiamo “
Atlantide”). Nel giro di breve tempo
Gurdjieff al Cairo, così ci dice nel suo Incontri, aveva assunto
conoscenze dei luoghi archeologici tali da diventare una guida turistica
tra le Piramidi di Giza e lì aveva conosciuto il Principe russo Jurij
Ljubovedskij.
Ma, proprio in quel periodo (diciamo 1897 o 1898, sposiamo pertanto le
tesi cronologiche di Tiede) lo stesso Sebottendorff, probabilmente
coetaneo di Gurdjieff, si era voluto recare alle Piramidi di Giza (dove,
ricordiamo, Gurdjieff svolgeva l’attività di guida) per visitarle, dato
che si stava appassionando di esoterismo e, come Gurdjieff, aveva
incominciato ad interessarsi alle danze cerimoniali e alla tradizione
dei Dervisci Mevlevi e Baktashi. Possiamo ben dire che le coincidenze
siano troppe per escludere l’eventualità che i due colti avventurieri si
siano incontrati o conosciuti. Al contrario, è ben più difficile che
ciò non sia accaduto, data la convergenza di interessi in comune! Tanto
più che sia Gurdjieff che Sebottendorff, subito dopo l’esperienza
egiziana, si recheranno, guarda caso, nello stesso luogo e nello stesso
periodo: esattamente ad Istanbul.
Questa città clamorosamente cosmopolita ed estremamente vitale gioca un
ruolo fondamentale nell’ambito della nostra indagine: qui, vicino alla
Torre Galata, nei pressi di un Centro dei Mevlevi (dove durante il
nostro viaggio abbiamo assistito a un’impressionante cerimonia di
Dervisci ruotanti) , Gurdjieff, insieme ad una quindicina di suoi
compagni (vi era presente anche una donna) sarà il promotore della
formazione dei
Cercatori della Verità , un’associazione formata da
giovani intellettuali volti alla ricerca della conoscenza tradizionale
ed esoterica più antica del mondo: la Confraternita dei Sarmoung. Siamo
nel 1900: da qui a breve il coraggioso esploratore caucasico partirà per
un percorso legato a tappe che, attraverso visite predisposte a
monasteri esoterici, lo porteranno sino al Turkestan cinese e poi in
Tibet (la traduzione in italiano del libro di C. Stanley Nott
Insegnamenti di Gurdjieff - Lantana editore srl 2011 -, ha
definitivamente confermato la permanenza in Tibet di Gurdjieff per
almeno 3 anni come assistente del XIII Dalai Lama, sino all’arrivo della
rovinosa spedizione militare anglo –indiana del 1903-1904).
A parte pochi personaggi , Gurdjieff non rivelerà mai le vere generalità
di tutti gli altri appartenenti ai Cercatori della Verità,
probabilmente perché le successive “attività” politiche di alcuni di
questi lo avrebbero, alla fine, messo in imbarazzo di fronte
all’opinione pubblica. Si è parlato con insistenza di
Karl Haushofer
(1869-1946), il fondatore della “Geopolitica” e mentore di Rudolf Hess,
come membro occulto dei Cercatori, ma per noi uno di questi fu
piuttosto
Sebottendorff, il quale, come è universalmente noto, da una
branca di un’associazione segreta, il Germanenorden (1912) fonderà a
Monaco di Baviera, il 18 agosto 1918, la Thule Gesellschaft (la
Società
Thule), il trampolino di lancio del futuro
Partito Nazionalsocialista di
Adolf Hitler (1889-1945). Sebottendorff infatti, a partire dal 1902 e
sino al 1934, continuerà a viaggiare tra la Turchia e la Germania, per
poi rimanere in Turchia sino alla morte per suicidio avvenuta nel maggio
del 1945: egli acquisirà infatti anche la cittadinanza turca, oltre a
quella tedesca. Dai sue due saggi tradotti in Italia, La Pratica
operativa dell’antica Massoneria Turca (ed. Arktos 1995) e Prima che
Hitler venisse (ed. Arktos 2003) traspare un cambiamento progressivo
nelle sue convinzioni personali senza però mai dimenticarsi alcuni
insegnamenti fondamentali appresi, secondo noi, nel periodo
Gurdjieffiano tra il Cairo e Istanbul e cioè che : “
Dio non è esterno
all’uomo ma è il destino stesso di ogni individuo – Lo scopo di ogni
uomo è quello di nobilitarsi e di acquisire una conoscenza più vasta – e
– Soltanto un’azione che viene da noi stessi può darci la salvezza” (da
Jean Mabire: Thule, il Sole ritrovato degli Iperborei, Età
dell’acquario 2007, pp. 148-149).
Gurdjieff in seguito si recherà da Istanbul in Germania (Berlino,
dall’agosto del 1921 al giugno del 1922) in un periodo in cui vi era
presente anche Sebottendorff , e non è detto che, anche in questa
occasione, non si siano incontrati, anche se la cosa appare meno
probabile (ma non impossibile).
A questo punto del nostro studio, prima di introdurre alcuni concetti
decisivi per comprendere appieno il nostro pensiero, è necessario porre
in chiaro che il mettere in relazione di conoscenza questi due
personaggi, non ha affatto lo scopo di accusare il Maestro Gurdjieff di
alcunché, nonostante le attività framassoniche di Sebottendorff si
dimostreranno successivamente un primo banco di prova per la deriva
nazista. Non ci uniamo per nulla alle accuse che, in modo per nulla
velato, vennero poste da
Louis Pauwels nel suo Monsieur Gurdjieff
(Mediterranee, 1996) nei confronti del “Maestro di Danza” caucasico di
sotterranea collaborazione con la Società di Thule e con il
Nazionalsocialismo. Vogliamo solo rimarcare il fatto che nel nostro modo
di pensare, la ricerca delle basi storico-archeologiche delle più
antiche fonti tradizionali del mondo, o molto più semplicemente, uno
studio su una base di indagine comune, può portare ad atti e a sviluppi
successivi completamente diversi a seconda dell’indole dei diversi
individui e soprattutto delle loro aspirazioni.
Un’approfondita analisi comparata dei comuni interessi di queste due
importanti personalità è al di fuori degli obiettivi di questo scritto:
una per tutte valga la passione comune dei due personaggi per i misteri
dell’esoterismo islamico nelle sue più svariate forme. Ci potrà però
essere di aiuto un approccio e un’ indagine comparativa su alcuni
elementi simbolici alla base, noi pensiamo, delle più lontane conoscenze
tradizionali dell’Uomo.
Molto semplicemente, varie informazioni in nostro possesso prendono in
considerazione il fatto che una civiltà precedente (che noi chiamiamo
Atlantide, Mu o come vogliamo chiamarla) di diffusione mondiale aveva
raccolto gran parte delle sue conoscenze in un “simbolo numerico
astrologico” chiamato “Mappa Universale” o Kanagi Guruma, evoluzione di
quello che viene chiamato in Oriente “Quadrato Magico” Lo Shu : la forma
infatti poteva essere circolare o quadrata. Gran parte dei simboli che
più hanno influito nella storia della nostra società, anche moderna,
derivano da questo modello “madre”, così come i più famosi calendari
della storia (quello messicano per esempio), le mappe astrologiche,
quelle celesti, le forme di scrittura, i 64 esagrammi, i simboli più
conosciuti o addirittura i Mandala tibetani.
Uno dei modelli simbolici segreti dei Sufi Mevlevi, per esempio, la
Stella Verde a dodici punte, o addirittura il simbolo del “Sole Nero”
nazista nel castello SS di Wewelsburg, derivano dal ricordo di questa
forma-simbolo-modello astrologico primordiale. Così pure l’
Enneagramma
di Gurdjieff, la Svastica tanto cara a Sebottendorff e la Stella a sei
punte della Confraternita dei Polari. Se si studia a fondo il “Kanagi
Guruma”, nella sua forma circolare o quadrata, si giungerà dopo diverso
tempo a queste conclusioni: diamo comunque a fine articolo una serie di
libri utili a una comprensione oggettiva di tutti questi argomenti.
Ecco che, per tutti questi motivi, personalità così attente come
Sebottendorff e Gurdjieff avranno compreso questi concetti generali di
cui sopra già al loro tempo, più di cento anni fa, e secondo le loro
specifiche inclinazioni personali, ognuno andò per la sua strada, dopo
aver fatto parte dei Cercatori della Verità: Sebottendorff tornò in
Germania mentre Gurdjieff raggiunse il Tibet. La Tradizione esoterica è
sempre una sola: un suo assennato utilizzo è responsabilità del singolo
Maestro.
Per ulteriori approfondimenti (oltre ai saggi già citati nell’articolo):
Walter Catalano, Applausi per mano sola, Clinamen 2001;
Rene Alleau, Le origini occulte del Nazismo, Mediterranee 2000;
Edred Thorsson, Futhark: a handbook of Rune Magic, Weiser Books 1984;
Michio Kushi, Mondi dimenticati, Mediterranee 1993;
Rafael Lefort, I maestri di Gurdjieff, Mediterranee 1998.
Aggiornamento agosto 2014: Zam Bhotiva, Asia Mysteriosa, a cura di G. de
Turris e M. Zagni,
Arkeios 2013.
http://edmundkiss-zama.blogspot.it/2013/04/gurdjieff-e-sebottendorff.html
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