martedì 24 gennaio 2017

Lo sbadiglio e il riso - Gurdjieff

In aggiunta a tutto quello che aveva detto sugli accumulatori, G. fece un'osservazione molto importante a proposito dello sbadiglio e del riso.

"Due funzioni del nostro organismo restano incomprensibili e inesplicabili dal punto di vista scientifico, disse, benché la scienza, naturalmente, non ammetta la propria incapacità di dare una spiegazione: lo sbadiglio ed il riso. Né l'uno né l'altro possono essere compresi e spiegati correttamente, se si ignora tutto degli accumulatori e del loro ruolo nell'organismo.

"Avete osservato che sbadigliate quando siete stanchi. Questo è particolarmente evidente in montagna, quando un uomo che non ne ha l'abitudine fa una ascensione: egli sbadiglia pressoché di continuo. Sbadigliare significa caricare d'energia i piccoli accumulatori. Quando essi si svuotano troppo rapidamente, in altri termini quando uno di essi non ha tempo di riempirsi mentre l'altro si svuota, lo sbadiglio diviene pressoché continuo. Esistono condizioni che possono condurre all'arresto del cuore, allorché un uomo vuole sbadigliare, ma non lo può; ve ne sono altre in cui la funzione dello sbadiglio non è normale, e allora un uomo può sbadigliare senza interruzione, in pura perdita, cioè senza poterne trarre alcuna energia.

"Lo studio e l'osservazione dello sbadiglio fatti da questo punto di vista possono rivelare molte cose nuove ed interessanti.

"Anche il riso è in rapporto diretto con gli accumulatori, ma il riso è la funzione opposta allo sbadiglio.. Il riso non può introdurre energia in noi, al contrario ne espelle, liberandoci così dall'energia superflua che si trova immagazzinata negli accumulatori. Il riso non esiste in tutti i centri, ma soltanto per quelli divisi in due metà: positiva e negativa. Non ho ancora parlato di questo aspetto nei particolari; lo farò quando giungeremo ad uno studio più approfondito dei centri. Per il momento prenderemo in considerazione solamente il centro intellettuale. Certe impressioni possono cadere contemporaneamente sulle due metà del centro, e suscitare nello stesso istante un 'sì' e un 'no' ben definiti. Questa simultaneità del 'sì' e del 'no' provoca nel centro intellettuale una specie di convulsione, e poiché esso e incapace di armonizzare e di digerire queste due impressioni opposte di uno stesso fatto, il centro comincia a espellere, sotto forma di riso, l'energia che affluisce in lui dall'accumulatore sul quale si trova innestato. In altri casi capita che nell'accumulatore si sia immagazzinata molta più energia di quanta il centro ne possa spendere. Allora ogni impressione, anche la più ordinaria, può essere percepita come duplice; essa può cadere simultaneamente sulle due metà del centro e provocare il riso, cioè liberare energia.

"Io vi do qui, comprendetelo, solamente una traccia. Dovete ricordare che lo sbadiglio e il riso sono entrambi molto contagiosi. Ciò dimostra che sono essenzialmente funzioni dei centri istintivo e motore".

"Perché il riso è così piacevole?", domandò qualcuno.

"Perché il riso ci libera di un'energia superflua che, se rimanesse inutilizzata, potrebbe diventare negativa, cioè tossica. Abbiamo in noi una forte dose di questa sostanza tossica. Il riso ne è l'antidoto. Ma questo antidoto è necessario solo finché saremo incapaci di impiegare tutta la nostra energia ad un lavoro utile. È stato detto del Cristo che non rideva mai. Ed effettivamente non troverete nei Vangeli una sola allusione al fatto che il Cristo abbia mai riso. Ma vi sono differenti modi di non ridere. Taluni non ridono mai perché sono completamente sommersi dalle loro emozioni negative, dalla loro malvagità, paura, odio, diffidenza. Altri non ridono perché non possono avere emozioni negative. Comprendete bene questo: nei centri superiori il riso non può esistere, perché nei centri superiori non vi è divisione, non vi è 'sì' e 'no'.


P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto - la testimonianza di otto anni di lavoro come discepolo di G. I. Gurdjieff, pp 262-263



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