"Mi vengono sovente rivolte domande, ci disse un giorno G., che si riferiscono a testi e parabole del Vangelo. Sono dell'avviso che non sia ancora venuto per noi il tempo di parlare del Vangelo. Ciò richiederebbe una conoscenza molto maggiore. Però, di tanto in tanto, prenderemo certi passi del Vangelo come punto di partenza per le nostre conversazioni. Imparerete così ad intenderli in modo giusto, e soprattutto vi renderete conto che nei testi da noi conosciuti mancano abitualmente i punti più essenziali.
"Per cominciare, prendiamo il testo ben noto sul seme che deve morire per nascere. 'Se il grano non muore dopo che è stato gettato nella terra, dimora solo; ma se muore, porta molti frutti'.
"Questo passo ha molteplici significati, e vi ritorneremo sovente; ma, prima di tutto, è indispensabile conoscere il principio in esso contenuto, il quale, nella sua piena estensione, si applica all'uomo.
"Vi è un libro di aforismi che non è mai state pubblicato e che probabilmente non lo sarà mai. Ne avevo già parlato in relazione al significato della conoscenza e avevo tratto da questo libro un aforismo.
In riferimento a ciò di cui ora parliamo il libro dice:
'L'uomo può nascere, ma per nascere deve prima morire, e per morire deve prima svegliarsi'.
"Altrove questo stesso libro dice:
'Quando un uomo si sveglia, egli può morire; quando muore, può nascere'.
"Vediamo che cosa questo significa.
"Svegliarsi, morire, nascere, sono tre stadi successivi; e se studiate attentamente i Vangeli, vedrete che sovente vi sono riferimenti sulla possibilità di 'nascere', ancora più sovente sulla necessità di 'morire' e più spesso ancora sulla necessità di 'svegliarsi': 'Vegliate, poiché non sapete né il giorno né l'ora...'. Ma queste tre possibilità, svegliarsi o non dormire, morire, e nascere, non sono messe in rapporto l'una con l'altra. Tuttavia, qui sta tutto il problema. Se un uomo muore senza essersi svegliato, non può nascere. Se un uomo nasce senza essere morto, può diventare una 'cosa immortale'. Così, il fatto di non essere 'morto' impedisce ad un uomo di 'nascere' e il fatto di non essersi svegliato gli impedisce di 'morire', e se è nato prima di essere 'morto', questo fatto gli impedisce di 'essere'.
[...]
"Ma per diventare un giorno capace di vedere una cosa sempre, occorre dapprima averla vista una volta, anche per un solo istante. Tutti i poteri nuovi, tutte le capacità di realizzazione, appaiono sempre in uno stesso modo. All'inizio non si tratta che di rari lampi, che non durano più di un istante; in seguito, appaiono con maggiore frequenza e durano sempre più a lungo, fino a quando, dopo un lunghissimo lavoro, diventano finalmente permanenti. La stessa legge si applica al risveglio. È impossibile svegliarsi completamente, in un solo colpo. Occorre dapprima svegliarsi per degli istanti molto corti. Ma bisogna morire del tutto, subito e per sempre, dopo aver fatto un certo sforzo, dopo aver superato un certo ostacolo, dopo aver presa una certa decisione sulla quale non si può ritornare. Ciò sarebbe difficile, persino impossibile, se non fosse preceduto da un lento e graduale risveglio.
"Vi sono però migliaia di cose che impediscono all'uomo di svegliarsi e lo mantengono in potere dei suoi sogni. Per agire coscientemente, nell’intenzione di svegliarsi, bisogna conoscere la natura delle forze che tengono l'uomo nel sonno.
"Prima di tutto bisogna comprendere che il sonno nel quale vive l'uomo non è un sonno normale, ma ipnotico. L'uomo è ipnotizzato e questo stato ipnotico è continuamente mantenuto e rinforzato in lui. Si potrebbe pensare che esistano delle 'forze' per le quali sia utile e vantaggioso mantenere l'uomo in uno stato ipnotico, impedendogli di vedere la verità e di comprendere la sua situazione.
"Una certa leggenda orientale narra di un mago ricchissimo che possedeva numerosi greggi. Quel mago era molto avaro. Egli non voleva servirsi di pastori, e neppure voleva recingere i luoghi dove le sue pecore pascolavano. Naturalmente esse si smarrivano nella foresta, cadevano nei burroni, si perdevano, ma soprattutto fuggivano, perché sapevano che il mago voleva la loro carne e la loro pelle. E a loro questo non piaceva.
"Infine il mago trovò un rimedio: ipnotizzò le sue pecore e cominciò a suggerire loro che erano immortali e che l'essere scuoiate non poteva fare loro alcun male, che tale trattamento, al contrario, era per esse buono e persino piacevole; poi aggiunse che egli era un buon pastore, che amava talmente il suo gregge da essere disposto a qualsiasi sacrificio nei loro riguardi; infine suggerì loro che se doveva capitare qualcosa, non poteva in ogni caso capitare in quel momento e nemmeno in quel giorno, e per conseguenza non avevano di che preoccuparsi. Dopo di che il mago introdusse nella testa delle pecore l'idea che esse non erano affatto pecore; ad alcune disse che erano leoni, ad altre che erano aquile, ad altre ancora che erano uomini o che erano maghi.
"Ciò fatto, le pecore non gli procurarono più né noie né fastidi. Esse non lo fuggivano più, ma attendevano serenamente l'istante il cui il mago avrebbe preso la loro carne e la loro pelle.
"Questo racconto illustra perfettamente la situazione dell'uomo.
"Nella letteratura cosiddetta 'occulta', avrete probabilmente incontrato l'espressione 'Kundalini', 'il fuoco di Kundalini' o 'il serpente di Kundalini'. Queste espressioni sono sovente usate per indicare una forza sconosciuta, che è latente nell'uomo e che può essere risvegliata. Ma nessuna delle teorie conosciute da la vera spiegazione della forza di 'Kundalini'. Talvolta la si collega al sesso, all'energia sessuale, cioè all'idea della possibilità di utilizzare l'energia del sesso per altri fini. Tale interpretazione è completamente sbagliata, perché Kundalini può essere in ogni cosa. E sopratutto Kundalini non è in nessun caso qualcosa di desiderabile o di utile per lo sviluppo dell'uomo; È molto curioso constatare come gli occultisti si siano impadroniti di una parola della quale hanno completamente alterato il significato, riuscendo a fare di questa forza molto pericolosa, un oggetto di speranza e una promessa di benedizione.
"In realtà, Kundalini è la potenza dell'immaginazione, la potenza della fantasia, che usurpa il posto di una funzione reale. Allorché un uomo sogna in luogo di agire, allorché i suoi sogni prendono il posto della realtà, allorché un uomo si immagina di essere un leone, un'aquila o un mago, è la forza di Kundalini che agisce in lui. Kundalini può agire in tutti i centri, e col suo aiuto tutti i centri possono essere soddisfatti dall'immaginario, anziché dal reale. Una pecora che si considera un leone o un mago, vive sotto il potere di Kundalini.
"Kundalini è una forza che è stata introdotta negli uomini per mantenerli nel loro stato attuale. Se gli uomini potessero veramente rendersi conto della loro reale situazione, se potessero comprenderne tutto l'orrore, sarebbero incapaci di rimanere tali quali sono, anche per un solo secondo. Comincerebbero subito a cercare una via d'uscita, e la troverebbero molto rapidamente, perchè vi è una via d'uscita; ma gli uomini non riescono a vederla, per la semplice ragione che sono ipnotizzati. Kundalini è questa forza che li mantiene in uno stato di ipnosi. 'Svegliarsi' per l'uomo, significa essere 'disipnotizzato'. Ciò costituisce la principale difficoltà, ma anche la garanzia della sua possibilità di risveglio, perché non esiste una legittimazione organica d'un sonno di tal genere: l'uomo può svegliarsi.
"Teoricamente lo può, ma praticamente è quasi impossibile, perché non appena un uomo si sveglia per un momento ed apre gli occhi, tutte le forze che lo trattenevano nel sonno iniziano ad agire su di lui con energia decuplicata ed immediatamente si riaddormenta, sognando molto sovente che è sveglio o che sta svegliandosi.
"Esistono momenti, nel sonno ordinario, in cui l'uomo vorrebbe svegliarsi, ma non lo può: egli dice a sé stesso che è sveglio ma, in realtà, continua a dormire, e questo può accadere numerose volte prima che realmente si svegli. Nel caso del sonno ordinario, quando un uomo si è svegliato, si trova in uno stato differente; ben diversamente accade nel sonno ipnotico: non vi sono caratteristiche oggettive, o quanto meno non esistono all'inizio del risveglio; l'uomo non può pizzicarsi per assicurarsi di non essere più addormentato. E se un uomo, Dio lo preservi, ha inteso parlare qualche volta di segni oggettivi, Kundalini li trasforma immediatamente in immaginazioni e in sogni.
"Soltanto un uomo che realizza pienamente le difficoltà dello svegliarsi può comprendere la necessità di compiere un lungo e duro lavoro per svegliarsi.
"In generale, che cosa occorre per svegliare un uomo addormentato?
Occorre un buon choc. Ma quando un uomo è profondamente addormentato, un solo choc non basta; è necessario un lungo periodo di chocs incessanti; di conseguenza occorre qualcuno per somministrare questi chocs. Ho già detto che se un uomo desidera svegliarsi, deve assicurarsi un aiuto che si incaricherà di scuoterlo durante un lungo tempo. Ma chi può ingaggiare, se tutti dormono? Egli incarica qualcuno di svegliarlo, ma pure costui cade addormentato. Un tale aiuto non serve. L'uomo, poi, realmente capace di tenersi sveglio, rifiuterà probabilmente di perdere il suo tempo a risvegliare gli altri: può avere da fare un lavoro molto più importante per sé stesso.
"Vi è anche la possibilità di essere svegliato con dei mezzi meccanici. Si può fare uso di una sveglia. Il guaio è che l'uomo si abitua troppo presto a qualsiasi sveglia: semplicemente, non la sente più. Sono dunque necessarie molte sveglie e con suonerie sempre diverse. L'uomo deve letteralmente circondarsi di sveglie che gli impediscano di dormire. E anche in questo caso sorgono ancora delle difficoltà. Le sveglie devono essere caricate; per caricarle è indispensabile ricordarsene; per ricordarsene occorre svegliarsi sovente. Ma peggio ancora, un uomo si abitua a tutte le sveglie e dopo un certo tempo dorme ancora meglio.
Di conseguenza le sveglie devono essere costantemente cambiate, e bisogna sempre inventarne di nuove. Col tempo, ciò può aiutare un uomo a svegliarsi. Ora, vi sono poche probabilità che un uomo possa fare tutto questo lavoro di inventare, di ricaricare e di cambiare mezzi per svegliarsi, senza un aiuto esteriore. È molto più probabile che dopo aver incominciato questo lavoro si riaddormenti e che nel sonno sogni di inventare delle sveglie, di ricaricarle e di cambiarle, mentre invece dorme sempre più profondamente.
Perciò occorre, per svegliarsi, un insieme di sforzi coordinati. È necessario qualcuno che risvegli l'uomo; è necessario qualcuno che svegli colui che ha l'incarico di svegliare; è necessario avere delle sveglie ed è pure necessario inventarne costantemente delle nuove.
"Ma per condurre a termine tutto questo ed ottenere dei risultati, un certo numero di persone devono lavorare assieme.
"Un uomo solo non può fare niente.
"Innanzitutto, egli ha bisogno di aiuto. Ma un solo uomo non potrebbe contare su un aiuto. Quelli che sono capaci di aiutare valutano il loro tempo ad un prezzo molto alto. E naturalmente preferiscono aiutare venti o trenta persone che desiderano svegliarsi, piuttosto che una sola. Inoltre, come ho già detto, un uomo può illudere se stesso riguardo al suo risveglio, prendendo per risveglio ciò che è semplicemente un nuovo sonno. Se diverse persone decidono di lottare insieme contro il sonno, esse si sveglieranno l'un l'altra. Potrà accadere sovente che venti di loro dormano, ma la ventunesima si sveglierà e sveglierà tutti gli altri. La stessa cosa accadrà con le sveglie. Un uomo ne inventerà una, un secondo un'altra, dopo di che potranno scambiarsele. Tutti insieme potranno essere gli uni per gli altri di grande aiuto, e senza questo aiuto scambievole nessuno di essi potrà arrivare a qualcosa.
"Un uomo, dunque, che voglia svegliarsi, deve cercare altre persone che vogliano esse pure svegliarsi, al fine di lavorare con esse. Ciò, tuttavia, è più facile a dirsi che a farsi, perché l'avvio di un lavoro di tal genere e la sua organizzazione richiede una conoscenza che l'uomo ordinario non possiede. Il lavoro deve essere organizzato e deve avere un responsabile. Senza queste due condizioni non può dare i risultati attesi e tutti gli sforzi sono vani. Le persone potrebbero torturarsi, ma queste torture non le farebbero svegliare. Per certe persone nulla sembra essere più difficile da comprendere. Di per se stesse e di propria iniziativa possono essere capaci di grandi sforzi e di grandi sacrifici. Ma nulla al mondo le persuaderà che i loro primi sforzi, i loro primi sacrifici devono consistere nell'obbedire ad un altro. E non vogliono ammettere che i loro sforzi e tutti i loro sacrifici saranno perciò inutili.
P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto - la testimonianza di otto anni di lavoro come discepolo di G. I. Gurdjieff, pp 241-246
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