lunedì 13 marzo 2017

I super sforzi - Gurdjieff

"Le scuole si impongono, disse egli un giorno, anzitutto a causa della complessità della struttura umana. Da solo l'uomo è incapace di mantenere il controllo di tutto sé stesso, cioè sulle sue differenti parti; solo le scuole offrono questa possibilità, e così i metodi di scuola ed una disciplina di scuola. L'uomo è veramente troppo pigro. Farà quasi tutto senza l'intensità necessaria, o non farà nulla, immaginando di far qualcosa; lavorerà con intensità a qualche cosa che non ne richiede, e lascerà passare i momenti in cui l'intensità si impone. Proprio in quei momenti si risparmia, teme di fare qualche cosa di poco piacevole. Mai da solo riuscirà a raggiungere l'intensità voluta. Se vi siete osservati nel modo giusto, sarete d'accordo sul quel che sto dicendo. Se un uomo si impone un compito qualsiasi, molto presto comincia ad essere indulgente verso se stesso. Egli cerca di portare a termine il suo compito con i minori sforzi possibili: questo non è lavoro. Nel lavoro, contano solo i super-sforzi, al di là del normale, al di là del necessario. Gli sforzi ordinari non contano".

"Che cosa intendete per super-sforzo?", domandò qualcuno di noi.

"Significa uno sforzo al di là di quello necessario per raggiungere uno scopo determinato. Immaginate che io abbia camminato per tutta la giornata e che sia molto stanco. Il tempo è cattivo, piove e fa freddo. A sera, arrivo a casa. Ho fatto forse più di quaranta chilometri. A casa la cena è pronta; fa caldo e l'atmosfera è piacevole. Ma invece di mettermi a tavola esco di nuovo sotto la pioggia e decido di non rientrare prima di aver fatto ancora 4 o 5 chilometri. Ecco ciò che si può chiamare un super-sforzo. Fino a quando mi affrettavo verso casa, era semplicemente uno sforzo: questo non conta. Io rincasavo; il freddo, la fame, la pioggia, tutto questo portava i miei passi. Nel secondo caso,cammino perché l'ho deciso io stesso. Ma questo tipo di super-sforzo diventa ancora più difficile allorquando non sono io a deciderlo, ma obbedisco a un maestro, che al momento in cui meno me lo aspetto esige da me nuovi sforzi, quando ritenevo di averne già fatti abbastanza per quel giorno.

"Un'altra forma di super-sforzo consiste nell'effettuare un lavoro di qualsiasi genere più rapidamente di quanto la sua natura richieda. Supponiamo che stiate facendo qualche cosa, che stiate facendo il bucato,o tagliando della legna. Ne avete per un'ora; fatelo in mezz'ora: questo sarà un super-sforzo.

"Ma in pratica, un uomo non può mai imporre a sé stesso dei super-sforzi consecutivi o di lunga durata; ciò esige la volontà di un'altra persona che non abbia alcuna pietà e che possieda un metodo.

"Se l'uomo fosse capace di lavorare su sé stesso, tutto sarebbe molto più semplice e le scuole sarebbero inutili. Ma non lo può, e occorre ricercarne le ragioni, nella profondità stessa della sua natura. Lasceremo in disparte per ora la sua mancanza di sincerità verso sé stesso, l'incessante mentire a sé stesso e così via; parlerò solo dei centri e della loro divergenza, che è quanto basta a rendere impossibile all'uomo un lavoro su di sé indipendente. Dovreste comprendere che i tre principali centri,intellettuale, emozionale e motore, sono interdipendenti, e che in un uomo normale lavorano sempre simultaneamente. Ecco da che cosa è costituita la maggior difficoltà del lavoro su di sé. Che cosa significa una tale simultaneità? Significa che un certo lavoro del centro intellettuale è legato a un altro lavoro dei centri emozionale e motore, ossia un certo tipo di pensiero è inevitabilmente legato ad un particolare tipo di emozione (o stato d'animo) ed a un certo tipo di movimento (o di posizione), e che l'uno fa scattare l'altro; in altre parole, significa che un certo tipo di emozione (o di stato d'animo) fa scattare dei movimenti o attitudini e pensieri determinati, come un certo tipo di movimenti o di posizioni fa sorgere certe emozioni, o stati d'animo, ecc. ecc. Tutte queste cose sono collegate e non ve ne è alcuna che possa esistere senza un'altra.

"Immaginate ora che un uomo decida di pensare in modo nuovo. Non potrà impedirsi di continuare a sentirsi nel vecchio modo. Supponete che provi dell'antipatia per R. (indicò uno di noi). Questa antipatia per R. fa subito sorgere vecchi pensieri, ed egli dimentica la sua decisione di pensare in modo nuovo. Oppure, immaginate che abbia l'abitudine di fumare una sigaretta ogni volta che vuole pensare. Si tratta in questo caso di un'abitudine motrice. Decide di pensare in modo nuovo e comincia a fumare una sigaretta, ricadendo subito nel suo abituale modo di pensare senza neppure rendersene conto. Il gesto abituale di accendere una sigaretta ha già riportato i suoi pensieri alla loro antica tonalità. Dovete ricordare che un uomo non può mai da solo distruggere legami simili. È necessaria la volontà di un altro, è necessario il bastone. Tutto quanto può fare un uomo che desidera lavorare su sé stesso quando giunge ad un certo livello, consiste nell'obbedire. Da solo non può far niente.


P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto - la testimonianza di otto anni di lavoro come discepolo di G. I. Gurdjieff, pp 383-384

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