lunedì 13 marzo 2017

Sul digiuno - Gurdjieff

Per quanto mi riguarda, ciò che mi interessava particolarmente era constatare che posto prendesse nella vita il chiacchierare. A mio vedere,questo primo digiuno si riduceva per ognuno a chiacchierare senza sosta, indefessamente, sul digiuno, durante più giorni; in altre parole,ciascuno parlava di se stesso. A questo proposito, mi ricordai delle conversazioni di un tempo, con uno dei miei amici di Mosca, sul fatto che il silenzio volontario dovrebbe essere la più severa disciplina alla quale un uomo possa sottomettersi. A quell'epoca noi lo intendevamo come 'silenzio assoluto'. Anche in questa occasione, le spiegazioni di G. misero in rilievo lo stupefacente carattere pratico che distingueva il suo insegnamento ed i suoi metodi da tutto ciò che avevo conosciuto prima.

"Il silenzio completo è più facile, disse egli, quando cercai di metterlo al corrente delle mie idee sull'argomento. Il silenzio completo è semplicemente una via al di fuori della vita, buona per un uomo nel deserto o in un monastero. Qui noi parliamo di lavoro nella vita. Si può anche mantenere il silenzio in modo che nessuno se ne accorga. Tutto il problema deriva dal fatto che diciamo troppe cose. Se ci limitassimo alle sole parole realmente indispensabili, soltanto questo potrebbe dirsi mantenere il silenzio. Così è per ogni cosa: per il nutrimento, per il piacere, per il sonno; per ogni cosa vi è un limite a ciò che è necessario. Al di là comincia il 'peccato'. Cercate di afferrare bene: il 'peccato' è tutto ciò che non è necessario".

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Il breve digiuno di cui ho parlato si accompagnava anche ad esercizi speciali. Fin dall'inizio, G. spiegò che nel digiuno la difficoltà consisteva nel non lasciare inutilizzate le sostanze elaborate nell'organismo per la digestione degli alimenti.

"Queste sostanze, disse, sono delle soluzioni molto concentrate. E se non si presta loro attenzione, avvelenano l'organismo. Esse devono essere utilizzate fino all'esaurimento. Ma come esaurirle se l'organismo non prende alcun nutrimento? Soltanto con un maggior lavoro supplementare o un eccesso di traspirazione. È un pericoloso errore impegnarsi a 'risparmiare le proprie forze', a fare il minimo possibile, ecc...allorché si digiuna. Al contrario, occorre dispensare energie quanto più possibile. Solo allora il digiuno può essere utile".


P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto - la testimonianza di otto anni di lavoro come discepolo di G. I. Gurdjieff, pp 394-396

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