Come tanti, anch‘io avevo sentito e letto di profezie avveratesi, di gente capace di fare cose incredibili, di volare, di levitare, di vedere nel passato o nel futuro, ma non ci avevo mai dato tanto peso. «Se una sola di queste cose fosse vera», mi dicevo, «come si può continuare a vivere normalmente? Se il destino è scritto nella nostra mano, se la storia dipende dalle stelle, come si può continuare a prendere il tram, andare in ufficio o pagare la bolletta della luce? Non ci sarebbe allora da smettere di fare la vita che si fa e da dedicarsi completamente allo studio di questi fenomeni?!» Ma siccome la gente va avanti e indietro come se niente fosse, i treni partono, la posta arriva, i giornali escono ogni giorno, vuol dire che quel mondo è una invenzione di alcuni - mi dicevo -, che è una deformazione della fantasia, un’espressione, come altre, del naturale bisogno dell’uomo di credere in qualcosa al di là delle apparenze. Non c’era bisogno di occuparsene.
Tiziano Terzani - Un indovino mi disse, pp 21-22
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