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Anche l'essere umano è costituito di processi automatici di diversa natura che il più delle volte fanno sì che la vita sia un meccanismo privo di consapevolezza. La maggior parte delle azioni e delle scelte che si compiono sono atti meccanici privi di una vera presa di coscienza. Se ad esempio la mattina appena svegli beviamo il nostro caffè è perché così facciamo ormai da anni, è diventata una consuetudine. Anche il nostro porci verso gli altri è diventata un'abitudine, l'essere simpatici o antipatici, il parlare troppo o troppo poco, l'essere timidi o estroversi, provare odio o compassione, sentirsi superiori o inferiori davanti agli altri, immaginare o pensare in modo passivo. Automatismi, meccanismi che fanno vivere come se ci fosse un pilota automatico quasi sempre attivo, in altre parole come dei robot.
Tali meccanismi sono comunque funzionali per la sopravvivenza, basti pensare all'adrenalina che si scatena quando ci si trova davanti ad un pericolo imminente e la conseguente strategia di lotta o fuga. I medesimi meccanismi diventano deleteri quando sovrastano l'intero corso della vita riducendo la stessa ad azioni principalmente meccaniche e inconsapevoli.
Negli insegnamenti orientali (1 , 2) si adopera l'analogia dell'essere umano come di una casa avente diverse stanze e con dei servitori. Casa che nella maggior parte dei casi è priva di un Padrone, ed i diversi servitori a turno assumono un ruolo che non gli compete. In un vero percorso spirituale si cerca di ordinare un po' le cose all'interno della casa, creando un capo momentaneo, un maggiordomo, per sistemare la situazione, in modo da preparare, in futuro, la casa al Padrone.
Questa particolare metafora dell'uomo come di una casa è stata anche romanzata nei famosi libri che ha come protagonista una stramba baby-sitter, Mary Poppins, di Pamela Travers. Romanzi che sono poi stati portati al grande pubblico tramite i celebri film della Disney.
I servitori sono i piccoli "io", sono momentanei e mutevoli, come foglie secche che si spostano con il vento. Si attuano e vivono per reazioni e sono accidentali. Ognuno di essi è desideroso di far valere la propria volontà e spesso sono in contraddizione tra di loro. Per fortuna ci sono altri meccanismi (ammortizzatori) che fanno sì che non ci accorgiamo dell'alternanza tra i diversi "io", che smussano le loro contraddizioni, e ci sembra di essere un unico "io", che costituisce in fin dei conti l'ego.
Il Padrone, invece, è la coscienza, il "Sé", che agisce e si muove come una stella fissa, è il Centro.
I servitori usano e sfruttano i meccanismi, sono i demoni che si "impossessano" in modo più o meno evidente della nostra quotidianità. Provare rabbia o odio per una determinata persona o situazione è un demone, un meccanismo, che si è creato da noi o da altri, in una certa circostanza, dentro di noi.
Le emozioni in Inside Out |
Mi contraddico? Certo che mi contraddico! Sono grande, contengo moltitudini...Sotto questa prospettiva la cosiddetta possessione diabolica nella tradizione cattolica assume un significato particolare e simbolico molto più profondo. In cui concetti di una tradizione più antica e vasta si sono approssimati e sincretizzati in modo troppo semplicistico e riduttivo. Dove si è persa la vera ricerca e non si pongono più quelle domande che potrebbero portare ad una reale ricchezza interiore.
Che siano demoni alter-mundi o meccanismi intra-mundi quello che è auspicabile fare è di ricercare sempre e comunque lo straordinario e misterioso che ci circonda e che si trova anche dentro di noi. Studio vero della natura che può portare alla creazione di un qualcosa di naturale e meraviglioso.
Linus Torvalds |
Sono convinto che l'informatica abbia molto in comune con la fisica. Entrambe si occupano di come funziona il mondo a un livello abbastanza fondamentale. La differenza, naturalmente, è che mentre in fisica devi capire come è fatto il mondo, in informatica sei tu a crearlo. Dentro i confini del computer, sei tu il creatore. Controlli – almeno potenzialmente – tutto ciò che vi succede. Se sei abbastanza bravo, puoi essere un dio. Su piccola scala
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