S.: Non riesco ad avere alcuna emozione quando mi concentro. Posso liberare la testa, ma non riesco a sentire una forte emozione. Ho l’impressione di correre contro una barriera e non essere in grado di andare oltre.
Gurdjieff: Lei inciampa proprio all’inizio per una cosa da niente. Con la testa non si può avere alcuna emozione. La testa è una cosa, l’emozione è un’altra. L’emozione è una funzione del corpo. Con la testa si possono solo fare constatazioni, non si può sentire. Sono seduto. Ho un dolore. Qui ho caldo, ho freddo. Sono cose che constato con la testa, se mi concentro in modo particolare. Ma se penso di poter fare più di questo vuol dire che mi sto identificando. Allora mi accorgo che qui sono in questo modo, là in quello, come un intero in qualcos’altro. Non si nota mai niente con la testa, la testa è in grado di constatare qualcosa solo attraverso l’attenzione, un’attenzione speciale. La testa è un apparato, svolge il ruolo di polizia. Ma il centro di gravità della presenza è nel plesso solare, che è il centro del sentire, è li che le cose accadono. La testa è come una macchina da scrivere, capisce? La sua domanda prova che lei non lavora come sto dicendo, deve trovare il modo di lavorare così. Non con la testa, la testa non può lavorare in alcun modo. Deve lavorare con la sensazione e con il sentire. La testa può accorgersi se questi sono insieme o separati, ma essa non è parte dell’organismo, è separata. Il corpo può morire, e anche la testa, ma la testa può morire e il corpo può continuare a vivere. La testa non è niente, è una funzione, un apparato, una macchina da scrivere. Quando lei si concentra sulla testa, può constatare quello che succede in lei, ma di per sé la testa non è nulla, è estranea all’organismo. Lei vuole sentire con la testa e non sarà mai in grado di farlo, la testa è aliena. rispetto al corpo. La testa è la polizia, un guardiano, che guarda come va tutto quanto. Osserva che le funzioni della sua presenza stiano lavorando. Mi capisce?
G.I.Gurdjieff - Incontri con Gurdjieff - 1941-1943, pp 97-98
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