mercoledì 4 ottobre 2017

non può amare, non può fare niente - Gurdjieff

Kahn: Diversi mesi fa le ho fatto questa domanda: «Quando ho un impulso di vero amore verso qualcuno, mi sembra che non solo questo stabilisca una relazione fra me e questa persona, ma che offra testimonianza di una forza superiore in me». In quel momento mi rispose che non dovevo pensare a quelle cose allora, che quella era psicopatia, che dovevo fare il mio lavoro come un servizio. L’ho ascoltata e ho cominciato a essere capace di distaccarmi dal corpo; specialmente ora che ho visto la profondità della mia passività e che capisco che devo concentrare tutta la mia forza, mettere in gioco tutto il mio sforzo nell’opporre alla mia abituale nullità qualcosa che “è”, ora ho la spinta a diventare indipendente. Per esempio, ho per così dire la spinta a recitare il mio vero ruolo nei confronti di mio figlio o di mio padre; ho, come prima, l’impulso ad aver successo nel diventare un uomo in rapporto al gruppo, ma mi sembra che ciascuna di queste spinte non sia ancora abbastanza potente perché il distacco sia completo. In uno dei miei migliori momenti di lavoro, ho visto di recente tutto il mio corpo, tutte le mie emozioni, tutto il mio sentimento e i miei soliti desideri come la cosa che devo riuscire a uccidere in me stesso per conseguire la nascita, e ho capito che sarei riuscito a essere quello che voglio essere se fossi riuscito a fare in modo di fare morire quello che sono. Così ora le chiedo, chiedo a me stesso e chiedo anche a lei, se non potrei forse essere aiutato nei miei sforzi da una relazione tra quanto in me somiglia a un “Io” con una forma superiore. Se fosse questa la spinta che mi manca?

Gurdjieff: No. Deve continuare. Perché usa la parola “vero”? Non può ancora avere un “vero amore”. Un aspetto del vero amore è quello di odiare nel modo giusto, in modo obiettivo, non l’oggetto che ha di fronte ma le sue manifestazioni. Non può ancora usare la parola “vero”. Mentre aspetta continui ad accumulare materiale, ma smetta di dire “vero”. Non si deve attribuire questo valore alle cose, non può amare, non può fare niente. Non ha ancora la sensazione e io ho bisogno che invece ce l’abbia. Quando sarà capace di avere un impulso io allora la soddisferò, le dirò come usarlo, come incanalarlo, come realizzarlo. Il lavoro che le ho dato le è stato di aiuto, dunque non è necessario cambiarlo.


G.I.Gurdjieff - Incontri con Gurdjieff - 1941-1943, pp 93-94

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