mercoledì 4 ottobre 2017

su Gurdjieff - Andrea Colamedici, Maura Gancitano

Gurdjieff apparve per la prima volta in Russia alla vigilia della Rivoluzione. Inizialmente si presentò come un bizzarro personaggio, mistico e dotato di poteri paranormali, regista di balletti particolarissimi, ma ben presto si dedicò alla trasmissione -- rapsodica, molto pratica e difficile da sistematizzare -- delle proprie idee sull’essere umano, in particolare ad aristocratici e intellettuali. Gurdjieff mostrò, prima ai russi, poi ai francesi, agli inglesi e agli statunitensi, un modo di pensare totalmente diverso, in grado di mandare in tilt il centro formatorio, cioè un sistema meccanico di pensiero, frutto dell’apparato sociale e culturale occidentale.
Raccontava ai propri seguaci il modo disfunzionale in cui pensavano e si comportavano, e mise in atto una serie di giochi, scherzi e tecniche per fare in modo che potessero recuperare la libertà.

[..] G. non aveva attinto il suo insegnamento dai libri, o fabbricato il suo sistema partendo da elementi raccolti nel corso dei suoi viaggi; né era un pensatore o un filosofo ispirato come Rudolf Steiner; si tratta dunque di un insegnamento fino ad allora ignoto in Occidente.
Secondo un’autorità in materia, René Alleau, «in quella guerra occulta che precedette il primo conflitto mondiale, in cui i servizi segreti e la polizia politica ebbero un ruolo capitale, Tifiis e Mosca costituirono dei punti nevralgici ove la rivalità delle sette aveva libero corso. Fu in quegli ambienti martinisti e pitagorici, e non in Tibet né nei monasteri orientali che G. ricevette una formazione iniziatica. [..] A causa del carattere iniziatico del suo insegnamento, fino al 1924 G. vietava assolutamente ai suoi discepoli di prendere appunti scritti sulle sue chiacchierate e sulle sue lezioni, cosicché oggi è difficile giudicarne il vero contenuto leggendo le opere tardive e postume del maestro o le sole opere di Ouspensky.

[..] Sebbene Gurdjieff sia stato un personaggio controverso, ciò che fa davvero impressione è quel che è accaduto dopo la sua morte, provocato da chi ha lavorato nel suo nome senza possedere le sue conoscenze.


Andrea Colamedici, Maura Gancitano, Tu non sei Dio, pp 53-56

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