La risposta di Shiva non è filosofica, bensi’ esperienziale: infatti egli dà a Devi centododici tecniche di meditazione, grazie alle quali le sarà possibile immergersi e sperimentare la realtà del divino. Nei secoli quest’opera è stata tramandata oralmente, proprio perché lo spirito con cui andava letta era ben diverso dalla lettura dotta: in realtà, si trattava – e si tratta – di sperimentare ciascuna delle tecniche proposte, finché non si trova quella che “funziona” per noi. Come Osho spiega: “ Il Vigyana Bhairava Tantra completa l’intera scienza della ricerca interiore. Non è possibile aggiungervi alcunché: gli altri metodi sono solo modificazioni di quelli presentati qui. Per trovare il metodo adatto a te è sufficiente che guardi con calma i metodi presentati, e per esperienza diretta – esperienza che è confermata dalla testimonianza di decine di persone, che in questi anni hanno sperimentati – posso dirti che, quando arrivi al metodo che ti si adatta, qualcosa in teesploderà di gioia, come se il tuo cuore fosse stato toccato e delle campane iniziassero a suonare a festa. Dunque devi solo leggere le centododici tecniche e prestare attenzione a quella che entra in risonanza con te. A quel punto devi solo provarla! Con ogni probabilità quello è il metodo giusto. Se per caso non lo fosse, torna a scorrere gli altri: ne troverai uno che ti colpirà con maggior forza. Una cosa è certa, questo libro racchiude metodi adatti all’intera umanità. E l’impatto sarà ovvio, evidente”. D’altra parte, non è consigliabile fermarsi al primo metodo: se, sperimentandolo almeno per sette giorni, non accade nulla, è bene procedere oltre. Inoltre, non è neppure il caso di fossilizzarsi: può infatti accadere che un metodo non funzioni più, e i motivi possono essere proprio dovuti al suo aver funzionato: “Molte volte dovrai cambiare le tue meditazioni, perché il corpo e la mente continuano a mutare. Pertanto, a volte può essere d’aiuto una tecnica, altre volte un’altra. Devi essere estremamente consapevole, altrimenti ti attaccherai anche alla meditazione, ti identificherai con una tecnica in particolare. Quando una tecnica crea disagio, non occorre proseguire nella pratica. Non essere mai masochista, non torturarti mai, non importa in nome di che cosa lo fai: è sempre inutile. In nome della religione la gente si è torturata fino alla follia, e il nome è cosi’ squisito che sembra non esserci fine alle torture che ci si possono infliggere. Pertanto ricorda che io insegno la felicità, non la tortura!”
Osho, Il libro dei segreti, pp 2-3
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