sabato 31 dicembre 2016

Amore e meditazione - Osho

La seconda domanda: “Tu hai detto che se una persona riesce ad amare veramente, allora basta l’amore e i centododici metodi di meditazione non sono necessari. E io sento di amare veramente, credo, con il vero amore che hai spiegato tu. Ma la beatitudine che incontro nella meditazione mi pare che appartenga a una dimensione alquanto diversa dalla profonda soddisfazione della quale ho esperienza nell’amore, e non posso neppure immaginare di stare senza meditazione. Spiegaci perciò un po’ di più com’è che l’amore da solo, senza la meditazione, può bastare”.

Ci sono molte cose da capire. Primo, se tu fossi veramente innamorato non chiedesti nulla sulla meditazione, perché l’amore è un appagamento così totale che non c’è mai la sensazione che manchi qualcosa, che ci sia un vuoto che deve essere colmato, che tu abbia ancora bisogno di qualcosa. Se senti che hai bisogno di altro, c’è un vuoto. Se senti che c’è ancora qualcosa da fare e da sperimentare, allora l’amore è solo una sensazione, non una realtà. Non metto in dubbio che tu lo creda: puoi credere di essere innamorato. Lo credi veramente, non stai ingannando nessuno. Senti di essere innamorato, ma i sintomi dimostrano che non lo sei. Quali sono i sintomi dell’essere innamorati? Tre. Primo, assoluta soddisfazione. Nient’altro è più necessario, neanche Dio. Secondo, non c’è futuro. Questo istante d’amore è l’eternità. Non c’è alcun momento successivo, alcun futuro, alcun domani. L’amore accade nel presente. E terzo, tu cessi di esistere, non esisti più. Se ci sei ancora, non sei ancora entrato nel tempio dell’amore. Se queste tre cose accadono... se non esisti più, chi mediterà? Se non esiste nessun futuro, tutti i metodi diventano inutili perché tutti i metodi esistono in funzione del futuro, del risultato. E se in questo istante tu sei soddisfatto, sei assolutamente appagato dove sta la ragione per fare alcunché? Esiste una scuola di psicologi, ed è una delle correnti più importanti del pensiero moderno che ha avuto inizio con Wilhelm Reich. Reich diceva che ogni malattia mentale sorge a causa della mancanza d’amore. Questo essere insoddisfatto agogna la soddisfazione in dimensioni multiple poiché non riesce a provare un amore profondo, a immettervi tutto se stesso. Quando dico: “Se riesci ad amare, nulla è più necessario”, non intendo dire che allora l’amore è sufficiente, ma che, quando ami profondamente, l’amore diventa una soglia, proprio come la meditazione. Ma come agisce la meditazione? In questi tre metodi: ti creerà appagamento, ti permetterà di rimanere nel presente – ti aiuterà a rimanere nel presente- e distruggerà il tuo ego. La meditazione fa queste tre cose, con qualunque metodo. Perciò lo si può dire così: l’amore è il metodo naturale. Se manca il metodo naturale, allora deve essere fornito quello artificiale. Ma ci si può sentire innamorati; allora queste tre cose diventeranno i criteri. Si provvederà a renderli le pietre di paragone, il parametro. Si osserverà se queste tre cose si verificano. Se non si verificano, l’amore può essere molte altre cose, ma non amore. E l’amore è un fenomeno grandioso: può essere molte cose. Può essere lussuria; può essere semplicemente sesso; può essere solo una tendenza possessiva; può essere solo un’occupazione perché non riesci a stare da solo, e hai bisogno di qualcuno perché hai paura e hai bisogno di sicurezza. La presenza dell’altro ti aiuta a essere sicuro. Oppure può essere solo una relazione sessuale. L’energia ha bisogno di sfoghi. L’energia continua ad accumularsi e poi diventa un peso: devi gettarla e lasciarla libera. Perciò il tuo amore potrebbe essere solo uno sfogo. L’amore può essere molte cose e l’amore è molte cose. E, in genere, l’amore è molte cose accetto amore. Per me, l’amore è meditazione. Perciò prova a far questo: sii in meditazione con il tuo amante. Tutte le volte in cui è presente sii in profonda meditazione.
Rendiate questa presenza reciproca uno stato meditativo. In genere fai proprio l’opposto.
Quando gli amanti sono insieme, litigano. Quando poi sono di nuovo separati, di nuovo si pensano a vicenda. Ma quando vengono messi insieme nuovamente, il litigio ricomincia.
Questo non è amore! Suggerirò quindi alcuni punti: fa della presenza della tua amata o del tuo amante uno stato meditativo. State in silenzio. State vicini, ma restate in silenzio.
Usate ciascuno la presenza dell’altro per lasciar cadere la mente; non pensate. Se stai pensando mentre il tuo amante è con te, allora non sei con il tuo amante. Come puoi esserlo? Siete entrambi lì, eppure distanti chilometri. Tu stai pensando i tuoi pensieri, il tuo amante sta pensando i suoi. Siete vicini solo apparentemente, ma in realtà non lo siete, perché quando due menti stanno pensando sono agli antipodi. Il vero amore significa cessazione di pensiero. Alla presenza della tua amata o del tuo amante smetti completamente di pensare; solo allora siete vicini. All’improvviso siete una cosa sola, i corpi non vi possono separare: in profondità nel corpo qualcuno ha infranto la barriera. Il silenzio infrange la barriera: questa è la prima cosa. Fa della tua relazione un fenomeno sacro. Quando sei veramente innamorato, l’oggetto d’amore diventa divino. Se non lo è, sappi che non è una relazione d’amore: è impossibile. Una relazione d’amore non è una relazione profana. Ma hai mai provato riverenza per la tua amata? Puoi aver provato molte altre emozioni, mai riverenza. Sembra inconcepibile, ma l’India ha provato moltissime vie... Ecco perché l’India ha sempre insistito sul fatto che questa relazione d’amore tra l’uomo e la donna dovrebbe essere un fenomeno sacro, non una relazione mondana.
L’amante, l’amata diventano divini. Non puoi guardarli in nessun altro modo. Mi chiedo se hai mai provato riverenza per tua moglie. La cosa stessa pare non essere pertinente, riverenza per una moglie? Non se ne parla neppure. Puoi sentire biasimo, puoi sentire qualunque cosa, mai riverenza. La relazione è solo mondana; vi state usando reciprocamente. La moglie può anche dire di rispettare suo marito, ma non ho mai visto una sola donna che veramente lo rispettasse. Tradizionalmente, giacché è una convenzione rispettare il marito, la moglie continua a dire che lo rispetta, e perciò non pronuncia neppure il suo nome. Non per rispetto, potrebbe pronunciare qualsiasi cosa: ma non pronuncia il suo nome solo per tradizione. La riverenza è la seconda cosa. Alla presenza della tua amata o del tuo amante prova riverenza. Se non riesci a vedere il divino nella tua amata o nel tuo amante non puoi vederlo da nessun’altra parte: come puoi vederlo in un albero con il quale non hai alcuna relazione? Quando nessuna profonda intimità prevale, come puoi vederlo in una pietra o in un albero? Sono privi di qualunque relazione. Se non riesci a vederlo nella persona che ami, se Dio non è sentito lì, non può essere sentito da nessun’altra parte. E se lì viene sentito, presto o tardi lo sentirai ovunque, perché una volta spalancata la soglia, una volta che hai avuto una fugace visione del divino in una persona, non puoi più dimenticarti quella visione e, di conseguenza ogni cosa diventa una soglia. Per questo dico che l’amore in sé è una meditazione. Perciò non pensarli in contrasto, amare o meditare. Non intendevo questo.
Non cercare di scegliere tra amare e meditare. Ama meditativamente oppure medita con amore. Non creare alcuna divisione. L’amore è un fenomeno molto naturale, e può essere usato come veicolo. E il Tantra lo ha usato come veicolo, non solo l’amore: persino il sesso. Il Tantra dice che in un atto sessuale profondo puoi meditare facilmente, al punto che non sarà mai altrettanto facile in nessun altro stato mentale, perché questa è un’estasi naturale, biologica. Ma tutto quanto è conosciuto come atto sessuale, lo è in forma molto pervertita. Perciò tutte le volte che si parla di queste cose, ti senti a disagio, perché tutto ciò che conosci sotto il nome di “sesso” non è sesso. E’ solo un’ombra, perché la società ha educato la tua mente contro il sesso. Tutti sono persone represse, perciò il sesso naturale è impossibile. E ogni volta che ti trovi nell’atto sessuale è sempre presente un profondo senso di colpa. Quel senso di colpa diventa una barriera, e perdi una delle più grandi opportunità. Avresti potuto usarla per penetrare profondamente dentro di te. Il Tantra dice di essere meditativi durante l’atto sessuale. Senti l’intero fenomeno come sacro, non sentirti colpevole. Anzi, sentiti benedetto perché la natura ti ha dato una fonte tramite la quale puoi immediatamente immergerti nell’estasi. E poi sii totalmente libero.
Non reprimerti, non opporre resistenza. Lascia che la comunione sessuale s’impossessi di te. Dimenticati di te stesso; getta via tutte le tue inibizioni. Sii assolutamente naturale, e sentirai nel corpo una musica profonda. Quando entrambi i corpi diventano una sola armonia, ti dimenticherai completamente chi sei e, tuttavia, esisterai. Ti dimenticherai dell’io”: non ci sarà più alcun “io”, ma solo l’esistenza che gioca con l’esistenza, un essere con un altro. E i due diventeranno una cosa sola. Non ci sarà più alcun pensare; il futuro cesserà e tu sarai nel presente in questo stesso istante. Fanne una meditazione senza senso di colpa, senza inibizione, e allora il sesso si trasformerà. Allora il sesso stesso diventerà una soglia. E se il sesso diventa una soglia, un po’ alla volta cessa di essere sessuale. E viene il momento in cui il sesso se n’è andato: solo il profumo è rimasto. Quel profumo è l’amore. Successivamente anche quel profumo scompare, allora ciò che rimane è il smadhi. Il Tantra dice che nulla deve essere considerato come un nemico: ogni energia è amica; è necessario solo sapere come usarla. Perciò non fare alcuna scelta: trasforma il tuo amore in meditazione e trasforma la tua meditazione in amore. In questo modo dimenticherai ben presto la parola, e conoscerai la cosa reale che non è la parola. La parola “amore” non è l’amore, la parola “meditazione” non è la meditazione, e la parola “Dio” non è Dio. Queste sono solo parole. E se riesci a penetrare all’interno, allora Dio, la meditazione, l’amore diventano tutti una cosa sola.


Osho, Il libro dei segreti

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