Ero in una città e venne da me un uomo: era un musulmano. Io però non lo sapevo, non ne ero consapevole, e lui era vestito in modo da sembrare un hindu. Non solo sembrava hindu, ma anche il suo modo di parlare sembrava tipicamente hindu: non era il tipo musulmano. Mi fece una domanda. Disse: “I musulmani, i cristiani dicono che c’è una vita sola. Gli hindu, i buddisti, i giainisti dicono che ci sono molte vite, una lunga sequenza di vite e che, a meno che la persona sia liberata, si continua a rinascere ancora e di nuovo. Ebbene, tu cosa dici? Se Gesù era un illuminato doveva pur saperlo, e anche Maometto, o Mosè, se erano illuminati, devono averlo saputo che ci sono molte vite e non solo una. E se tu dici che hanno ragione, che dire allora di Mahavira, di Krishna, del Buddha e di Shankara? Una cosa è certa non possono essere tutti illuminati. “Se ha ragione il cristianesimo, allora il Buddha ha torto, Krishna ha torto e Mahavira ha torto. E se hanno ragione Mahavira, Krishna e il Buddha, allora Maometto, Gesù e Mosè hanno torto, Spiegami dunque. Sono molto perplesso; sono in un garbuglio, confuso. E non possono avere entrambi ragione. Come è possibile? Ci sono molte vite o ce n’è una sola.
Come possono avere ragione entrambi?”. Era un uomo molto intelligente e aveva studiato molto, perciò disse: “Non puoi limitarti a evadere la domanda e dire che hanno entrambi ragione. Non è possibile”. Ma io gli risposi: “Non è necessario che sia così. Il tuo approccio è assolutamente sbagliato. Sono entrambi degli espedienti. Nessuno dei due ha ragione e nessuno dei due ha torto. Sono entrambi degli espedienti”. Gli fu impossibile capire cosa intendesse con espediente. Maometto, Gesù e Mosè stavano parlando a un certo tipo di mente, e il Buddha, Mahavira, Krishna parlavano a una mente molto diversa. In verità ci sono due religioni che sono la fonte delle altre: quella hindu e quella ebraica. Perciò tutte le religioni nate dall’India, tutte le religioni nate dall’induismo, credono nella rinascita, in molte rinascite, e tutte quelle sorte dal pensiero ebraico – Islam, cristianesimo – credono in una sola vita. Questi sono due espedienti. Cerca si comprenderlo. Dato che la nostra mente è irrigidita, noi prendiamo le cose per teorie e non per espedienti. Perciò molte volte la gente viene da me e mi chiede: “Un giorno dici che è giusto questo, e un altro giorno dici che è giusto quello, non possono essere giuste entrambi le cose”. Naturalmente, non possono essere giuste entrambe le cose, ma nessuno sta dicendo che lo siano. Io non mi occupo di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, mi interessa solo che l’espediente funzioni. In India usano questo espediente delle molte vite. Perché? Ci sono molti motivi.
Tutte le religioni nate in Occidente, in particolare dal pensiero ebraico, erano religioni di gente povera. I loro profeti non erano colti. Gesù non era colto, Maometto non era colto, Mosè non lo era. Erano tutti poco colti, per nulla sofisticati, semplice e parlavano a masse che non erano per niente sofisticate, che erano povere. Nessuno era ricco. Per un uomo povero, una vita è più che sufficiente, più che sufficiente! Sta morendo di fame. Se gli dici che ci sono un’infinità di vite, che continuerà a rinascere sempre e di nuovo, che si muoverà in una ruota di mille e una vita, quel poveraccio si sentirà solamente frustato.
Chiederà: “Che cosa stai dicendo? Una vita è fin troppo, quindi non parlare di mille e una vita, di un milione di vite. Non dire questo. Dacci il paradiso subito dopo questa vita, immediatamente”. Dio diventa una realtà solo se può essere raggiunto dopo questa vita, immediatamente. Il Buddha, Mahavira, Krishna parlavano a una società molto ricca. Oggi è diventato difficile comprenderlo perché l’intera ruota si è girata. Ora l’Occidente è ricco ed è l’Oriente a essere povero. A quei tempi era l’Oriente era ricco e l’Occidente era povero. Tutti gli avatar hindu, tutti i tirthankara, i Maestri del mondo dei guaina, tutti i Buddha, i risvegliati, erano principi, appartenevano a famiglie reali, erano colti, educati, sofisticati e raffinati sotto ogni punto di vista. Non puoi rendere un Buddha più raffinato, Era assolutamente fine, colto, educato. Non gli si sarebbe potuto dare nulla di più. Anche se il Buddha venisse oggigiorno, non gli si potrebbe dare nulla di più. Perciò essi parlavano a una società ricca. Ricorda, in una società ricca ci sono problemi differenti: il piacere non ha senso, il paradiso è senza senso. In una società povera, il paradiso ha molto senso. Se la società sta già vivendo in paradiso, il paradiso non ha più senso, perciò non puoi proporlo, non puoi creare il desiderio di fare qualcosa per ottenere il paradiso: ci sono già... e si annoiano. Perciò il Buddha, Mahavira, Krishna non parlano del paradiso.
Parlano di libertà. Non parlano di un piacere aldilà, ma di un mondo trascendente dove non esiste né dolore né piacere. Il paradiso di Gesù non li avrebbe di certo attratti: c’erano già. E, in secondo luogo, il vero problema per un uomo ricco è la noia. Per un uomo povero il problema è la sofferenza. Per un uomo ricco il problema non è la sofferenza, il problema è la noia. È annoiato di tutti i piaceri. Mahavira, il Buddha e Krishna usarono questa noia, e dissero: “Se non fate nulla dovrete rinascere sempre e di nuovo. Questa ruota si muoverà. Ricordate, si ripeterà la stessa vita. Lo stesso sesso, la stessa ricchezza, lo stesso cibo, gli stessi palazzi sempre e di nuovo: per mille e una volta vi muoverete in una ruota”. Per un uomo ricco che ha conosciuto tutti i piaceri questa ripetizione non è una buona prospettiva, Il problema è la ripetizione. Per lui la sofferenza è quella. Vuole qualcosa di nuovo e Mahavira e il Buddha dicono: “Non c’è niente di nuovo.
Questo mondo è vecchio. Non c’è niente di nuovo sotto i cieli, ogni cosa è solamente vecchia. Avete già provato tutte queste cose e continuerete a provarle. Siete in una ruota che gira. Andate oltre; fate un salto fuori dalla ruota”. Un uomo ricco può orientarsi verso la meditazione solo se riesce a creare un espediente che intensifichi la sua sensazione di noia a un uomo povero stai dicendogli parole senza senso. Un uomo povero non è mai annoiato, mai! Solo un uomo ricco si annoia. Un uomo povero non si annoia mai: sta sempre pensando al futuro. Qualcosa succederà e tutto andrà a posto. L’uomo povero ha bisogno di una promessa, ma la promessa diventa senza senso se è a lunga scadenza; deve essere immediata. Si racconta che Gesù disse: “Durante la mia vita, durante la vostra vita, vedrete il regno di Dio”. Quell’affermazione ha perseguitato l’intero cristianesimi per venti secoli, perché Gesù affermò: “Durante la vostra vita, immediatamente, vedrete il regno di Dio”, e il regno di Dio non è ancora arrivato, quindi che cosa intendeva? E disse: “Presto ci sarà la fine del mondo, perciò non perdete tempo!
Il tempo è poco”. Gesù disse: “C’è pochissimo tempo. E’ sciocco sprecarlo.
Immediatamente ci sarà la fine del mondo e voi dovrete rispondere delle vostre azioni, perciò pentitevi”. Gesù creò una sensazione d’urgenza attraverso il concetto di una sola vita. Sapeva, come sapevano anche il Buddha e Mahavira; qualsiasi cosa loro sapessero non è detta, si conosce ciò che escogitarono: questo era un espediente al fine di creare immediatezza, urgenza, per indurvi ad agire. L’India era un paese antico, ricco. Di urgenza in promesse per il futuro non se ne parlava neppure. Per creare un’urgenza c’era un solo modo possibile, cioè creare più noia. Se un uomo sente che dovrà rinascere sempre e di nuovo, ancora e ancora, infinitamente, ad infinitum, immediatamente si fa avanti e chiede:
“Come faccio a liberarmi da questa ruota? Questo è troppo. Ora non ce la faccio a continuare perché ho già conosciuto tutto ciò che era possibile conoscere. Se questo deve essere ripetuto, è un incubo. Non voglio ripeterlo, voglio qualcosa di nuovo”. Perciò il Buddha e Mahavira dicono: “Non c’è nulla di nuovo sotto il cielo. Ogni cosa è vecchia ed è una ripetizione. E avete ripetuto per molte e molte vite e continuerete a ripetere per molte e molte vite. Fuggite questa ripetizione. Fuggite la vostra noia e fate un salto”.
L’espediente è diverso, ma lo scopo è lo stesso. Fai un salto! Muoviti! Trasforma te stesso!
Qualsiasi cosa tu sia trasforma te stesso. Se prendiamo le affermazioni religiose per espedienti, non c’è alcuna contraddizione. Quindi Gesù e Krishna, Maometto e Mahavira intendono tutti la stessa cosa. Creano percorsi differenti per gente diversa, tecniche differenti per menti diverse, attrattive differenti per atteggiamenti diversi. Ma questi non sono principi per i quali si debba lottare e discutere: sono espedienti che devono essere usati, trascesi e gettati.
Osho, Il libro dei segreti
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