Per acquisire
la preghiera profonda del Cuore è indispensabile una notevole preparazione.
Questa consiste in una conoscenza e in un’esperienza sufficienti della vita
monastica e nell’imparare ad agire in conformità ai comandamenti dell’evangelo.
La vera preghiera infatti si fonda sulla disposizione dell’anima quale risulta
da una vita condotta in conformità ai comandamenti: è su questa disposizione
interiore che la preghiera riposa; e quando essa fa difetto, la preghiera non
può trovar dimora nell’anima e rimane nella mente.
Ignatij Brjancaninov, Preghiera e lotta spirituale
Spesso le persone mi chiedono cosa fare per raggiungere
la serenità interiore.
Io la serenità interiore non ce l’avevo e l’ho
conquistata. Ho lavorato con gli esercizi di Presenza in stile Quarta Via, ho
lavorato con la preghiera e nel frattempo – cosa più importante – mi sono
sforzato di seguire i dettami presenti nel Vangelo: non giudicare il prossimo
tuo, ama il Signore Dio tuo, ama i tuoi nemici, prega per i tuoi persecutori.
La ricompensa per questo Lavoro è stata l’hesychia, ossia la calma, la pace, la serenità interiore, l’assenza di preoccupazioni, la
capacità di prendere quello che viene dalla Vita.
Nel Vangelo il “comandamento dell’amore” o, come lo
definisce Gesù, il “comandamento più grande” viene declinato in maniera diversa
a seconda dell’evangelista che se ne fa testimone:
Amerai il Signore Dio tuo con
tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande
e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: amerai il prossimo
tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti. Mt 22,37-40
Gesù rispose: «Il primo è:
Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore
tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente
e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te
stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi. Mc 12,29-31
In Luca
il “comandamento dell’amore” viene addirittura proposto come un elisir che
consente la Vita Eterna,
tanto agognata dagli alchimisti. Anche in questo caso Gesù è molto chiaro:
Un dottore della legge si alzò per
metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui
rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua
anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come
te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai. Lc 10,25-28
In Giovanni il precetto di Gesù viene definito il
“comandamento nuovo”:
Vi do un comandamento nuovo: che
vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli
uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete
amore gli uni per gli altri. Gv 13,34
E più avanti:
Questo vi comando: amatevi gli uni
gli altri. Gv
15-17
Ma
questo in realtà, per quanto già difficile da applicare, non è ancora un reale
“comandamento nuovo”, poiché già nel Vecchio Testamento, in Dt 6,5 si comanda
di amare Dio con tutto il cuore e in Lev 19,18 troviamo il precetto dell’amore
del prossimo come noi stessi: Non ti
vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso.
Io sono il Signore.
Dove
per “figli del tuo popolo” s’intendono ancora solo i figli d’Israele.
Il vero, rivoluzionario comandamento – il più difficile
da applicare – lo leggiamo in Matteo:
Avete inteso che fu detto: Amerai
il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e
pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste,
che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra
i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale
merito ne avete?
Mt 5, 43-46
A nulla valgono le ore di preghiera consigliate
dall’Esicasmo (da: hesychia)
oppure la capacità di restare “presenti a se stessi” ... se poi non siamo in
grado di applicare ciò che davvero è capace di provocare l’apertura del Cuore:
gli insegnamenti evangelici. Gesù ha fornito una chiave alchemica che
rappresenta la possibilità di compiere il passo successivo nel Lavoro di Risveglio.
Il passo successivo dopo la
Presenza e la preghiera è rappresentato dall’attivazione del
collegamento con l’anima, ossia con il Cuore, il “centro emozionale superiore”
di gurdjieffiana memoria.
Se lavorate solo con la meditazione o gli esercizi di Presenza rischiate di diventare dei mostri immersi nel giudizio verso il prossimo. Ho visto troppe persone applicarsi con la massima volontà negli esercizi di meditazione o di “ricordo di sé”, e poi di fronte ai fatti nella vita manifestare gli stessi stati emotivi d’un adolescente. Sono persone che prese dai successi ottenuti in una tecnica di meditazione non s’accorgono di restare immerse nell’addormentamento, ossia incapaci di vedere la Bellezza che pervade tutto.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
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